COMUNICATO
DOCUMENTO CONCLUSIVO
DEL COMITATO DIRETTIVO NAZIONALE UILM
Il Comitato Direttivo Nazionale Uilm riunitosi a Roma
il 22 luglio 2002, ha esaminato i contenuti del Patto per l'Italia
siglato il 5 luglio dalla Uil, dalla Cisl e da altre 37 Organizzazioni
di rappresentanza sociale.
I contenuti e gli obiettivi di questo accordo vanno collocati nel quadro
delle indicazioni dell'Unione Europea, definiti a Lisbona nel marzo
2000, e delle tradizioni della politica sociale ed economica europea che
hanno saputo coniugare lo sviluppo con la giustizia sociale. Proseguire
ed estendere questa cultura politica rappresenta la sfida che le
Organizzazioni sindacali e le forze riformiste dovranno affrontare nei
prossimi anni.
L'intesa raggiunta è positiva sul piano della politica sindacale,
perché rappresenta di fatto la riconferma della concertazione - e
quindi del ruolo delle Parti sociali - che ha consentito il risanamento
dell'economia italiana e che una parte dell'attuale maggioranza di
governo intendeva annullare. Il Comitato Direttivo Nazionale Uilm
ritiene, quindi, che sarà necessario vigilare, affinchè i contenuti
del Patto per l'Italia vengano correttamente tradotti nella politica
economica del governo ed affida il mandato ai rappresentanti Uilm in
seno al Comitato Centrale della Uil di proporre l'individuazione di un
"responsabile" per la realizzazione degli obiettivi contenuti
nell'intesa, a cominciare dagli stanziamenti che andranno previsti nella
Finanziaria
Nel merito l'intesa raggiunta è positiva perché:
· a fronte del radicale attacco contenuto nelle iniziali proposte
governative ai diritti dei lavoratori dipendenti (esclusione dalla
tutela dell'articolo 18 dei lavoratori con contratto a termine
"confermato", per i lavoratori del "sommerso",
l'arbitrato secondo equità, l'eliminazione del requisito dell'autonomia
funzionale in caso di cessione di ramo d'azienda), è stato previsto un
intervento (il non computo dei lavoratori assunti per un triennio ai
fini dell'applicazione del solo articolo 18) che si colloca nel solco di
provvedimenti già applicati in precedenti occasioni e condivisi da
tutte le OO.SS., con chiare caratteristiche di sperimentalità e di
temporaneità, i cui risultati saranno oggetto di una verifica con le
Parti sociali. Soprattutto è necessario sottolineare che la
formulazione prevista dell'intervento suddetto esclude qualsiasi
riduzione (per gli attuali dipendenti e per quelli che verranno assunti
in futuro) delle tutele e dei diritti nelle imprese in cui già oggi
opera l'articolo 18 e limita la sperimentazione alle imprese che abbiano
meno di 16 dipendenti e che assumano ulteriori addetti. Occorre,
inoltre, ribadire che al termine della sperimentazione non sarà
possibile alcun "trascinamento" degli effetti di questa misura
temporanea. L'esistenza di un "doppio regime strutturale"
sarebbe intollerabile per il Sindacato e per le imprese stesse, nonché
inaccettabile dal punto di vista della parità di condizioni, valore
costituzionalmente tutelato:
· Nell'intesa sono anche previsti interventi che ampliano le tutele dei
lavoratori delle piccole imprese, di quelli precari e di chi resta
disoccupato: l'aumento dell'indennità di disoccupazione e la sua
estensione nel tempo; gli interventi previsti in materia di collocamento
e di formazione, che vedranno il contributo delle Parti sociali mediante
la Bilateralità; l'impegno a definire norme che riconducano - secondo i
casi - al lavoro autonomo o al lavoro dipendente, il complesso mondo
delle "Collaborazioni coordinate e continuative". Si tratta di
un impegni importanti ma che andranno completati con la definizione
dello "Statuto dei lavori". E questo sarà un preciso
obiettivo della Uilm per offrire tutele sempre migliori al mondo del
lavoro "atipico".
· Vengono definiti una serie di concreti interventi per il Mezzogiorno
sulle reti infrastrutturali e di comunicazione, che dovranno creare le
condizioni per una crescita delle aree del sud Italia superiore alla
media nazionale richiamando il governo alla coerenza degli impegni
previsti nel Patto.
· Sono previste consistenti riduzioni dell'imposizione fiscale per 5,5
miliardi di euro concentrando queste riduzioni sui redditi medio-bassi,
quelli fino a 25 mila euro annui.
· Coerentemente con le conclusioni della "commissione Brambilla",
che ha confermato l'efficacia della "riforma Dini" sul sistema
previdenziale, l'intesa non prevede il meccanismo della decontribuzione
per i neoassunti. Il Comitato Direttivo Nazionale Uilm ribadisce
pertanto la netta contrarietà a questo intervento.
Il Comitato Direttivo Nazionale Uilm quindi approva formalmente
l'intesa, ma ritiene che sia necessario da un lato continuare a
informare e a discutere con gli iscritti e i lavoratori e dall'altro
vigilare sulla corretta applicazione dei contenuti dell'intesa stessa.
Il Comitato Direttivo Nazionale Uilm decide, inoltre, di avviare la
discussione per la definizione delle richieste per il rinnovo del
contratto dei metalmeccanici. Il confronto con Fim e Fiom e la
discussione con gli iscritti e i lavoratori dovrà in primo luogo
approfondire le seguenti indicazioni:
· i tassi d'inflazione programmata previsti dal governo sono
irrealisticamente bassi e quindi dobbiamo ricorrere a tassi di
inflazione in linea con le previsioni europee; nel quadro delle regole
previste dal Protocollo del 23 luglio;
· riconferma e piena realizzazione del modello contrattuale articolato
su due livelli, individuando adeguate soluzioni economiche e normative
per i molti metalmeccanici che lavorano in imprese non coperte dalla
contrattazione aziendale;
· revisione dell'inquadramento contrattuale per renderlo più coerente
con i cambiamenti avvenuti negli ultimi 30 anni nell'industria
metalmeccanica;
· adeguamento delle norme contrattuali alle novità legislative di
tutela del lavoro intervenute in questi ultimi anni e per quelle che
deriveranno dall'applicazione del Patto per l'Italia, a cominciare dalla
costituzione di una struttura bilaterale nel settore metalmeccanico per
la formazione e il collocamento, solo le Parti sociali sono infatti in
grado di dare indicazioni corrette sui fabbisogni professionali e
formativi delle imprese.
Roma, 22 luglio 2002
Approvato con 3 contrari
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