COMUNICATO
SINDACALE
FIM FIOM Uilm
Il 24/9/2003 si è svolto presso
l’Unione degli Industriali di Roma il primo incontro relativo alla
procedura di mobilità, avviata da Ericsson Telecomunicazioni il 9
settembre scorso e riguardante 265 lavoratori, quale quota parte di un
esubero strutturale pari a 380 unità fino a tutto il 2004 e su tutto il
territorio nazionale.
La Direzione Aziendale ha
evidenziato che la procedura di mobilità, attivata ai sensi di legge
223/91, non esaurisce gli esuberi previsti nel biennio 2003/04.
I numeri previsti nella procedura
rappresentano nelle scelte aziendali la riduzione degli organici entro
la scadenza tassativa del 31 dicembre 2003, mentre per la restante parte
non si escludono nuove procedure nel 2004. L’azienda si è detta
disposta a ricercare un accordo sindacale, ma ha anche affermato l’intenzione di procedere comunque
anche
in mancanza di accordo. La
Ericsson ha dichiarato che questa volta le eccedenze non derivano solo
dall’esigenza di cambio mix professionale e generazionale, come nel
corso degli ultimi anni, ma si tratta di una vera e propria riduzione
degli organici di Ericsson
Italia ( -30% degli attuali occupati), obbiettivo richiesto dalla
Corporate per un riallineamento della struttura e dei costi, in funzione
dell’andamento negativo del mercato.
A giudizio di Fim, Fiom, Uilm, ciò
vuol dire che la mobilità non si limiterà ad interessare coloro che,
avendo i requisiti per raggiungere la pensione, si renderanno
disponibili previa contrattazione di un incentivo, ma interesserà i
lavoratori e le lavoratrici più giovani.
Le Oo.Ss. e il coordinamento delle RSU Ericsson hanno sottolineato
con forza la gravità del provvedimento aziendale, che va ben al di là
dell’opportunità di accedere alla mobilità lunga per crisi di
settore su cui si era discusso a luglio, rispetto alla quale il
gruppo Ericsson per i due anni interessati 2003/2004 ha ottenuto
complessivamente 123 posizioni, di cui circa una decina riservati a
ERILAB, ciò vuol dire che coprono meno di un terzo degli esuberi. Inoltre la procedura di mobilità
nella sua distribuzione territoriale rischia di portare alla completa chiusura della presenza nell’area del Sud e alla
sostanziale ridimensionamento anche della sede di Mestre dove è dichiarato esuberante oltre il
60% del personale addetto, con il conseguente restringimento della
presenza Ericsson alle sole sedi di Roma e Milano.
TALE PROSPETTIVA E’ INACCETTABILE, tanto più che Ericsson si è
presentata al tavolo illustrando la situazione di mercato ma senza un
piano industriale per il rilancio e il consolidamento della sua presenza industriale in Italia. La strategia illustrata
assomiglia più ad un disimpegno della presenza diretta e di
deresponsabilizzazione nei confronti di tutto l’indotto, in
particolare le società scorporate come Infotel, Imt, Finmek.
Il sindacato ritiene che la crisi
di Ericsson e degli altri produttori di tecnologia (Alcatel, Italtel,
Siemens, etc.) coinvolge tutto un sistema di imprese (alcune delle quali
dipendenti per oltre il 90% del proprio fatturato da Ericsson) che
occupa oggi in Italia circa 15000 addetti e che quindi le strategie
di riorganizzazione non
possono essere “cucinate in casa “ senza un serio confronto a 360° sugli investimenti, sulle politiche di prodotto e di
mercato, sulle alleanze e le riorganizzazioni dell’intero comparto
delle TLC (E’ ininfluente per Ericsson se la soluzione per
Tecnosistemi sarà con Infotel o con Finmek ?).
E’ QUINDI INDISPENSABILE CHE ERICSSON PRESENTI AL SINDACATO UN VERO
PIANO INDUSTRIALE, che renda visibili e confrontabili le sue
strategie a breve e medio periodo e che si apra ad un confronto in sede
istituzionale (Ministero delle Attività Produttive , Ministero delle
Telecomunicazioni, Presidenza del consiglio) sull’intero sistema delle
imprese scorporate e dell’indotto verso cui ha responsabilità diretta
o prevalente.
Solo in questo ambito sarà possibile misurare le reali esigenze di
riallineamento dell’occupazione e quindi porre le basi per un possibile accordo sugli strumenti
da utilizzare escludendo fin da ora la chiusura di sedi e i
licenziamenti collettivi.
Nei prossimi giorni si svolgeranno le assemblee dei lavoratori in tutte le sedi
territoriali per illustrare più in dettaglio quanto oggetto
della procedura di mobilità e confrontare
l’impostazione sindacale per costruire un percorso di confronto con
Ericsson.
Segreterie nazionali Fim Fiom Uilm
Coordinamento
Nazionale RSU Ericsson
Roma 26/9/2003
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