COMUNICATO
STAMPA
Uilm
nazionale
LETTERA
INVIATA AI MINISTERI DELLA DIFESA, ATTIVITA' PRODUTTIVE
E PRESIDENZA DEL
CONSIGLIO
SU AVIO S.P.A.
Onorevoli Ministri,
illustre Sottosegretario,
siamo a segnalarvi un'intesa produttiva che, può rivelarsi lesiva
degli interessi dell'industria italiana e del patrimonio tecnologico che
essa rappresenta.
Il riferimento è all'accordo franco-italiano per le 27 fregate Frem
(17 unità francesi e 10 italiane), pilastro della flotta per la futura
difesa europea, denominato "progetto Rinascimento".
Si tratta di un progetto dal valore complessivo di sei miliardi di euro.
Il problema per l'industria italiana nasce dalla scelta riguardante
l'apparato propulsore delle fregate: alle turbine LM 2500, proposte
dall'italiana Avio SpA, verrebbero preferite quelle dell'inglese Rolls
Royce, le Mt 30.
Allo stato dei fatti non riusciamo a comprendere i vantaggi di questa
scelta compiuta nella completa indifferenza di chi deve difendere gli
interessi industriali del Paese.
Intanto, consideriamo i costi.
La turbina proposta dall'italiana Avio SpA ha un prezzo inferiore
rispetto alla concorrente inglese: la fornitura italiana costa 6 milioni
di euro per ogni motore (su ogni fregata se ne montano 2), mentre quella
della Rolls Royce arriva a 9 milioni di euro a motore.
Il divario tra i costi si innalza fino al 50%, perché il prodotto
italiano ha una classe di potenza adeguata per l'applicazione sulle
fregate, mentre il prodotto inglese deve essere adattato alle necessità
del progetto in questione.
Quello dell'Avio SpA, poi, è un prodotto già testato su 1000 apparati di
propulsione usati da 29 Forze Armate di Marina nel mondo, mentre la
commessa inglese fa riferimento ad una turbina che non è ancora in
produzione.
Quindi, la turbina LM 2500 consente di ridurre i costi legati al
carburante e alle manutenzioni del propulsore rispetto al prodotto
concorrente.
Infine, la scelta sulla turbina dell'Avio SpA avrebbe garantito
importanti comunanze logistiche e di addestramento con le navi in
esercizio e con i progetti relativi alle fregate italo francesi Horizon e
alla portaerei Cavour, garantendo una continuità produttiva ai suddetti
progetti per almeno un decennio.
Eppure, tutte queste buone ragioni paiono non bastare a favore del
prodotto proposto da Avio.
E le conseguenze dal punto di vista occupazionale?
La mancata fornitura del propulsore della società italiana aggraverebbe
ancor di più le difficoltà dei siti dell'Avio SpA di Brindisi e Torino:
sui 5.000 addetti sul territorio nazionale, la maggioranza dei 2.000 della
sede di Torino sono in Cassa integrazione da due anni, mentre gli 800 di
Brindisi stanno cominciando i secondi tre mesi di Cassa.
Per molti lavoratori dell'Avio SpA il passo successivo consisterebbe
nell'apertura delle procedure di mobilità.
Riteniamo che nel momento in cui verrà definita la scelta a favore
dell'apparato propulsivo inglese, qualcuno dovrà risponderne di questa
decisione in sede industriale e politica.
Ancora una volta si compiono scelte che mortificano l'esperienza acquisita
e la capacità competitiva dell'industria italiana.
La contraddizione in questo caso è che il danno è causato ad un pezzo
dell'industria nazionale, mentre un' altra imponente parte della stessa
rimane a guardare, impassibile e noncurante.
Crediamo fermamente che quest'atteggiamento sia intollerabile e
autolesionistico.
Con la presente desideriamo esclusivamente farVi partecipi delle nostre
valutazioni.
per la segreteria nazionale della UILM
(Giovanni Contento)
Roma, 22 settembre 2004
Ufficio Stampa Uilm
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