UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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“Meccanici, nessun anticipo sui nuovi aumenti”. 

L’intervento dei segretari generali di Fim e Uilm pubblicato oggi sul “Sole 24 Ore” (taglio basso, pagina 21).
Quello che segue è il testo integrale dell’intervento inviato lo scorso 28 luglio al quotidiano edito dalla Confindustria.

L’intervento del Presidente di Federmeccanica sul Sole-24 Ore di sabato 23 luglio contiene affermazioni non accettabili e infondate riguardo all’accordo per il rinnovo del Contratto nazionale dei metalmeccanici del 7 maggio 2003.

Sostiene infatti che l’ultima rata degli aumenti salariali sarebbe stata concordata a titolo di anticipo per il biennio 2005 – 2006.

Il testo del Contratto, che Federmeccanica ha sottoscritto, non parla affatto di anticipo, ma precisa che l’ultima rata, di 21,00 euro, avrebbe dovuto essere conteggiata nel successivo biennio nel calcolo dell’eventuale recupero dello scarto tra inflazione programmata e inflazione effettiva, secondo i criteri del Protocollo del 23 luglio 1993.

Tale precisazione fu necessaria perché la terza rata, sommata alle prime due, portava a un aumento complessivo di 90,00 euro, pari al 5,75% e perciò superiore all’inflazione programmata.

Del resto la data di erogazione (dicembre 2004) non lascia dubbi in proposito. E ad ulteriore conferma che la terza rata era completamente di competenza del biennio 2003 – 2004 sta il fatto che il vecchio “valore punto” di riferimento per i calcoli sugli aumenti salariali, pari a 15,65 euro, fu rivalutato appunto del 5,75%, raggiungendo l’attuale valore 16,55 euro.

L’attuale Presidente di Federmeccanica allora non era in carica e può darsi che non conosca quindi i dettagli di quella difficile trattativa. La Federmeccanica ci offrì i 21 euro come anticipo, proponendo che la loro erogazione fosse fissata per il gennaio 2005, ma respingemmo quell’impostazione e l’accettazione di quella poi sottoscritta fu la condizione per la nostra firma.

Chi non è stato protagonista delle vicende e assume cariche importanti avrebbe però il dovere di documentarsi. Se l’attuale Presidente lo ha fatto dovrebbe conoscere come stanno le cose, e sapere che quel difficile accordo confermò la possibilità, già praticata nel biennio precedente, che le parti superassero il vincolo dell’inflazione programmata in base a una comune e più realistica valutazione delle tendenze dell’inflazione reale.

Condividiamo con lui la necessità di “una precisa scelta a favore di un sistema di relazioni sorretto da regole”. Ma ricordiamo che esistono anche regole non scritte, ancor più importanti. La prima di queste è che si negozia in buona fede e si mantiene la parola data.

Giorgio Caprioli – Segretario generale Fim-Cisl

Antonino Regazzi – Segretario generale Uilm-Uil

 

 

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