UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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COMUNICATO STAMPA
Uilm nazionale

Regazzi risponde a Bombassei:
"La politica dei bassi salari è già persa
 Federmeccanica rimuova questo ostacolo"

Dichiarazione di Antonino Regazzi, Segretario generale della Uilm nazionale

Questa mattina abbiamo letto con interesse il pensiero del Vicepresidente di Confindustria sulla competitività.
Alberto Bombassei espone su questo tema alcune idee che possono essere condivisibili.I dati a nostra disposizione dimostrano che le imprese stanno perdendo quote sui mercati internazionali.
Tale circostanza sta determinando un effetto di ritorno negativo sul costo del lavoro che tende ad aumentare per unità di prodotto.
Insomma, quello che si produce in Italia non è competitivo rispetto a quello che producono i Paesi concorrenti.
Bombassei, che è stato anche Presidente di Federmeccanica, deve sapere che proprio a questa parte datoriale abbiamo dato la disponibilità di rileggere la parte del testo contrattuale in materie di prodotti stagionali ed orario di lavoro.
In questo senso intendiamo affermare che al tema del miglior utilizzo degli impianti sono interessate tutte quelle aziende caratterizzate non solo dai fenomeni di stagionalità, ma in principal modo da nuove opportunità di lavoro.
Se sapremo approfondire con equilibrio questa prospettiva, potremo ricavarne dei risultati concreti.
Di quel che dice il Vicepresidente di Confindustria è pure condivisibile l'opinione che la mancata riforma contrattuale rappresenta un serio ostacolo al rinnovo del contratto dei metalmeccanici.
Ed, infatti, sia nel computo della dinamica del costo della vita ed, in particolare, come esercitare la contrattazione di secondo livello, il protocollo del luglio 1993 è assolutamente superato. Mal fanno quanti s'attardano su una lettura capziosa relativa a concentti ormai obsoleti.
Tuttavia, Bombassei tralascia di ricordare le responsabilità delle aziende metalmeccaniche, che, negli anni trascorsi, non hanno compiuto investimenti in nuove tecnologie.
Le imprese italiane anche per questa disinvolta scelta pagano il divario con le loro dirette concorrenti. Il "gap" è cresciuto ancor di più per l'incapacità da parte del governo di orientare una politica industriale che garantisse lo sviluppo.
Ci siamo resi conto fonora come Confindustria e Federmeccanica tutelino un assetto industriale basato su piccole imprese: si tratta di un contesto dove non si privilegia il concetto innovativo, basato su nuove ed avanzate tecnologie, ma la politica dei bassi salari.
La competitività sulla politica dei bassi salari l'abbiamo già persa. Se Federmeccanica non scioglie questo nodo continuerà ad esserci un ostacolo alla conclusione del contratto e ad efficaci relazioni sindacali.

Roma, 22 novembre 2005
Ufficio Stampa Uilm

 

 

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