COMUNICATO
SINDACALE
Fim-Fiom-Uilm nazionali
Roma, 1 dicembre 2005
Coordinamento nazionale Fim, Fiom,
Uilm del gruppo Fincantieri
In una riunione che si è svolta alla vigilia della
straordinaria manifestazione dei 150 mila metalmeccanici a Roma, il
coordinamento nazionale Fim, Fiom, Uilm della Fincantieri ha valutato la
situazione complessiva del gruppo, soprattutto di fronte ai comportamenti
concreti e alle dichiarazioni rese dall'azienda negli ultimi incontri.
Al termine di una approfondita discussione, il coordinamento sindacale ha
assunto una posizione strategica, sintetizzata in questo comunicato, che
dovrà, se necessario, essere sostenuta con una adeguata mobilitazione e,
pertanto, sarà verificata con i lavoratori nelle assemblee che si
svolgeranno nei prossimi giorni in tutto il gruppo.
Il 7 dicembre si svolgeranno a Genova due importanti
incontri che dovranno affrontare il problema urgentissimo dei carichi di
lavoro per il cantiere di Palermo e per l'area militare del gruppo (sede
di Genova, cantieri di Riva Trigoso e Muggiano), compresi l'Isotta
Fraschini di Bari e il Cetena, che sono coinvolti nel programma Fremm.
Il coordinamento nazionale ritiene necessario che gli incontri permettano
finalmente di verificare (dopo la soluzione del problema Fremm e nuove
acquisizioni) se le intenzioni di Fincantieri annunciate nell'incontro del
9 novembre sono reali e in grado, quindi, di garantire un carico di lavoro
adeguato alla missione produttiva di questi stabilimenti e un quadro di
certezze di lungo periodo, a partire dal 2006 .
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LA PRIVATIZZAZIONE DI FINCANTIERI
Il coordinamento sindacale valuta inaccettabile
qualsiasi tentativo di privatizzare la Fincantieri, che determini un
rischio per le prospettive industriali, per l'unità e l'integrità del
Gruppo e per l'occupazione dei cantieri navali.
Il progetto, più volte annunciato da Fincantieri sulla stampa e
confermato in un incontro con le segreterie nazionali Fim, Fiom, Uilm, di
collocare in borsa la maggioranza del suo pacchetto azionario rischia,
infatti, di penalizzare fortemente la Fincantieri, una delle poche grandi
industrie manifatturiere sopravvissute al declino del sistema industriale
del Paese.
Da azienda pubblica, ha alle spalle sei anni di bilanci in attivo, ha
consolidato la sua posizione di leader sul mercato mondiale delle grandi
navi da crociera e dei traghetti, esporta la grande maggioranza del suo
fatturato contribuendo alla ricchezza nazionale, ha il suo insediamento
produttivo in sette regioni e costituisce un pezzo insostituibile del
patrimonio e dell'occupazione industriali dell'intero Paese. La
Fincantieri, infine, per la sua connessione con le politiche dei trasporti
e della difesa, deve essere considerata, anche sulla base di recenti
orientamenti europei ("Leadership 2015"), un'industria
strategica per l'Italia e per l'Europa.
Questa azienda oggi ha più bisogno di un rafforzamento industriale, non
di modificazioni dell'assetto societario che possono solo indebolirla
strategicamente, sottoponendola ai diktat del mercato della finanza che
spesso è in conflitto con le esigenze dell'industria.
D'altra parte, se la liquidazione di Fincantieri dovesse servire a fare
cassa per le necessità di questo o di futuri governi, il coordinamento
nazionale Fim, Fiom, Uilm di Fincantieri e i lavoratori avrebbero il
diritto di opporsi con tutte le forze. E' puro autolesionismo pensare di
chiudere i buchi del bilancio dello Stato svendendo i pezzi migliori del
suo apparato industriale.
Il coordinamento nazionale Fim, Fiom, Uilm decide di attivare le procedure
di informazione e di consultazione, chiedendo la convocazione urgente del
"Comitato strategico", così come previsto dagli accordi, per
compiere un'ulteriore verifica sulle intenzioni del vertice dell'azienda
e, contestualmente, decide di avviare un confronto pubblico con tutti i
soggetti istituzionali e politici che sarebbero coinvolti nell'eventuale
privatizzazione, anche attraverso un'adeguata campagna di informazione.
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IL RISPETTO DELL'ACCORDO DI GRUPPO
L'incontro del 9 novembre ha fatto registrare
l'indisponibilità dell'azienda a confrontarsi seriamente con il
coordinamento sindacale sullo stato di applicazione dell'accordo di
gruppo. I comportamenti e le dichiarazioni di Fincantieri rivelano che
l'azienda non considera l'accordo un vincolo. Questo fatto è
inaccettabile perché un contratto, qualsiasi contratto, è tale in quanto
prevede dei vincoli per le parti che lo sottoscrivono. Ma questo fatto è
ancora più grave in questo caso, perché l'accordo di gruppo del giugno
2004 ha chiuso una lunga fase di conflitto con l'azienda e di divisioni
tra le organizzazioni sindacali. Anche per questi motivi i lavoratori
l'hanno approvato in modo quasi unanime. E' irresponsabile da parte
dell'azienda cercare di sminuire o di liquidare un accordo così
importante.
Il coordinamento sindacale ha denunciato in modo puntuale il non rispetto
dell'accordo in tema di relazioni sindacali, organici e appalti, sicurezza
e salario. Di fronte alle mancate risposte da parte della direzione
aziendale, su tutti questi problemi il coordinamento decide di aprire un
confronto serio e concreto con l'azienda che dovrà concludersi con
risultati certi in tempi ragionevolmente rapidi. Se così non fosse il
coordinamento attiverà adeguate iniziative utili alla definizione del
confronto.
In questo confronto c'è una priorità che è quella degli organici. La
Fincantieri non ha garantito il pieno reintegro del turn-over e non ha
provveduto all'adeguamento degli organici di fronte all'acquisizione di
nuove commesse, come l'accordo stabiliva, in una fase in cui il gruppo ha
acquisito 5 navi da crociera, 12 traghetti e altre navi speciali. Finora
l'azienda ha fronteggiato questi carichi aumentando a dismisura il ricorso
agli appalti.
Questo comportamento viola gravemente l'accordo sottoscritto e rappresenta
un pericolo per la stessa azienda. Il caso Castellammare dimostra che
l'equilibrio tra risorse interne ed esterne è in crisi e l'azienda non
possiede più tutte le professionalità necessarie a costruire la nave. Se
questa situazione dovesse ripetersi per una grande nave da crociera le
ripercussioni sarebbero drammatiche per tutto il gruppo. Ecco perché un
intervento sugli organici e un controllo sugli appalti sono indispensabili
e urgenti.
Il coordinamento nazionale sollecita le Rsu a
convocare assemblee in tutte le unità produttive del gruppo Fincantieri,
coinvolgendo anche i coordinatori nazionali, per informare i lavoratori su
questi problemi e verificare il loro consenso sulle proposte che il
coordinamento ha cercato di riassumere in questo documento e decidere
tutte le iniziative necessarie.
Roma, 5 dicembre 2005
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