UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Intervista su Il diario del lavoro (www.ildiariodellavoro.it)

FIAT, Panicali: con il miglioramento dei conti è necessario STABILIZZARE IL LAVORO

A 10 anni dalla firma dell’ultimo contratto integrativo del gruppo Fiat, i sindacati hanno messo a punto un’ipotesi di piattaforma che verrà sottoposta a metà mese al referendum tra i lavoratori. Eros Panicali, segretario nazionale della Uilm, quali sono le linee guida che hanno ispirato la vostra piattaforma?

Le nostre richieste si collocano in un contesto diverso del gruppo, ci sono segnali di ripresa del Paese, che si coniugano molto bene con la ripresa della Fiat. In questo contesto, la piattaforma vuole dare ai lavoratori un minimo di produttività e di recupero salariale per i sacrifici che hanno fatto. E’ una piattaforma anomala, nel senso che non si pone obiettivi su 4 anni. I pochi punti individuati sono importanti, ma forse non esaustivi. Uno dei capitoli più rilevanti riguarda appunto il salario, visto che i lavoratori da 10 anni non percepiscono aumenti, se non quelli contrattuali. La nostra  richiesta di 1.300 euro vale per il biennio 2006/07 con il recupero per il 2005. L’obiettivo, se riusciremo a chiudere la trattativa entro l’estate, è di dare una prima e significativa quota di questo premio insieme a quello del 2005 che si eroga a luglio.

E cosa chiedete sulla flessibilità?

Chiediamo un percorso di stabilizzazione delle forme di lavoro flessibili e di sostituire i contratti atipici, in particolare quelli a termine e in somministrazione, con contratti di apprendistato che danno più certezze. Infatti, l’accordo che abbiamo fatto nell’ambito del rinnovo del Ccnl prevede una quota di stabilizzazione del 70%. E’ un contratto più lungo perché dura 2 anni che dà quasi certezza di consolidamento, quindi riteniamo che sia uno strumento più funzionale e che dà più garanzie. Questi sono i due punti più importanti della piattaforma, sui quali tenteremo di chiudere un accordo entro l’estate.

Quali sono gli altri punti?

L’istituzione dell’assistenza sanitaria integrativa, regole per gli stabilimenti e i fornitori fuori dall’Italia. Si tratta di un codice comportamentale per i diritti sul lavoro, tra cui l’impegno a non utilizzare manodopera sotto pagata. E’ una cosa che già si sta facendo in altri grandi gruppi europei. Poi, visto che l’ultimo integrativo è del ’96, chiediamo una verifica del modello partecipativo, che prevedeva tra l’altro l’istituzione di una serie di commissioni, e di fare anche una razionalizzazione vedendo quali hanno funzionato, quali sono ancora funzionali e dargli un ruolo vero. Dietro questo discorso ci sono anche le relazioni industriali, quindi un modo di rapportarsi diverso. Noi crediamo in un modello partecipativo, ma vogliamo verificare le cose che non hanno funzionato.

Sulla cassa integrazione?

Chiediamo la revisione del piano industriale presentato a Palazzo Chigi il 3 agosto che, a nostro giudizio, aveva alcune ombre come il futuro di Termini Imerese dopo la produzione della Y, e il superamento della cassa integrazione.

Quali sono le prossime tappe?

Abbiamo ipotizzato un percorso che prevede assemblee e riunioni e un referendum di tutti i lavoratori entro il 12 maggio. Contestualmente, manderemo al gruppo la richiesta d’incontro. Noi contiamo di fare una trattativa serrata in modo da arrivare ad un accordo entro la fine di giugno, inizio luglio, prima dell’erogazione del premio di risultato.

Il vostro contratto prevedeva sempre entro giugno di fare un accordo sulle percentuali d’utilizzo dei contratti atipici.

Sono due cose parallele. Entro giugno la commissione che sta lavorando sulle questioni della flessibilità e della competitività dovrebbe giungere a una soluzione. Il lavoro procede, ma non sappiamo se si giungerà all’accordo. Questo non toglie che se noi proviamo a fare questa discussione anche in Fiat. Se ci sarà un accordo, lo recepiremo, ma se non ci sarà nulla vieta di costruire un percorso alternativo per queste figure lavorative. In Fiat potremmo trovare delle soluzioni e se l’azienda ci chiederà di discutere anche di competitività, che chiaramente non è contenuta nella nostra piattaforma, noi dobbiamo essere disponibili ad affrontare una discussione sull’utilizzo degli impianti.

Sono due fattori legati?

In Fiat, attualmente, abbiamo 3/4mila lavoratori con contratti atipici. Allora, indipendentemente da quello che succede a livello nazionale, noi rivendichiamo che, a fronte di stabilità di mercato, ci sia anche la stabilità occupazionale. Poi se l’azienda chiederà di migliorare l’utilizzo degli impianti per essere più competitivi, siamo disponibili ad affrontare la discussione. E’ un problema che esiste. A fronte di garanzie sul lavoro precario, noi dobbiamo essere disponibili ad affrontare il discorso su come si lavora meglio, magari meglio pagati.

 

Roma, 28 aprile 2006

 

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