COMUNICATO
SINDACALE
Fim-Fiom-Uilm nazionali
Lavoratori Seam: tocca ad
Alcatel
Nell'incontro informale tenutosi al Ministero dello
Sviluppo Economico a Roma martedì 31 luglio alla presenza del
sottosegretario Alfonso Gianni, è stato fatto il punto della
"crisi" Seam dopo le verifiche fatte dallo stesso Ministero con
il committente principale che è Alcatel (installazioni impianti e
manutenzione apparati di telefonia mobile).
Il Ministero ha registrato indisponibilità della Direzione Alcatel a
qualsiasi soluzione utile a superare la rottura di rapporti fiduciari e
commerciali con la Seam.
Ulteriori verifiche saranno fatte nelle prossime settimane.
Questa situazione, se non muterà nel breve periodo, porterà ad
inevitabili problemi occupazionali e di reddito per i lavoratori Seam.
Il lavoro sembra garantito ancora per pochi mesi.
Riteniamo assolutamente inaccettabile che l'Alcatel dopo aver creato
queste società a Doc, con varie esternalizzazioni utili a gestire in modo
"alternativo" le proprie riorganizzazioni interne, ora decida di
punto in bianco di togliere il lavoro a questa società, senza ricercare
soluzioni utili a tutelare l'occupazione creatasi in quell'Azienda e per
buona parte, tra l'altro, composta da dipendenti ex Alcatel.
Riteniamo che Alcatel, se non intende recedere dai suoi propositi debba
adottare un piano sociale per ricollocare volumi di lavoro e lavoratori
presso una primaria impresa del settore.
Vi sarebbero società interessate, ma tali disponibilità, per ora non
sono state prese in considerazione da Alcatel.
Il dubbio che sorge spontaneo è che ci possa essere un gioco sporco delle
parti, costruito ad arte per scaricare i problemi occupazionali, sociali e
i costi sulla collettività (mobilità, Cassa integrazione, ecc), senza
che nessuno risponda o si sporchi le mani.
Riteniamo che i Ministeri competenti debbano avere un ruolo ancora più
attivo utile a determinare una positiva soluzione.
I volumi di lavoro non spariscono, ma vengono dirottati per scelta verso
altre aziende. Crediamo si possa e si debba favorire una riassegnazione in
blocco dei volumi di lavoro e delle professionalità collegate a quelle
attività. Così si possono evitare dubbi sulla legittimità normativa,
senza parlare del piano epico.
Nel frattempo i lavoratori continuano a dare il loro apporto professionale
in modo inaccettabile spesso andando oltre il loro dovere, visto che
anticipano di tasca propria spese di trasferta che sono per contratto a
carico della società.
Ricordiamo che i lavoratori non sono tenuti a recarsi in trasferta o a
rimanerci se non ricevono i congrui anticipi utili a sostenere le spese di
trasferta stessa.
Chiediamo inoltre il rispetto dei tempi di pagamento di salario e
competenze accessorie. Punti sui quali diffidiamo Seam, riservandoci ogni
azione di tutela dei lavoratori.
FIM, FIOM, UILM NAZIONALI
Roma, 31 luglio 2007
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