Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VI - NUMERO 8 Novembre
2001
Modernizzazione e
diritti vanno insieme
Non ci si può allontanare un attimo che succede
qualcosa. Durante le due settimane passate a Sydney per il Congresso
mondiale della Fism, mi è giunta notizia di come si è svolto lo
scioperato separato della Fiom e di come il Governo ha approntato,
attraverso una legge delega in materia di mercato del lavoro, delle
modifiche all'articolo 18.
In Australia 645 delegati provenienti da ogni parte del mondo hanno
eletto Marcello Malentacchi e Klaus Zwickel, rispettivamente Segretario
generale e Presidente della Fism; io sono stato eletto nel Comitato
esecutivo dell'organizzazione internazionale.
A Roma, invece, la Cgil e la Fiom, per la seconda volta, mobilitavano la
piazza contro l'accordo del 3 luglio. Per le strade di Roma, prima, e a
piazza s. Giovanni, poi, si sono ritrovati studenti, pensionati,
no-global ed anche una parte degli iscritti alla Fiom. La maggioranza
dei lavoratori metalmeccanici è rimasta in fabbrica. In questo caso
l'adesione dei lavoratori allo sciopero è stata ancor più bassa
rispetto alla volta precedente. I giornali hanno scritto di una
percentuale che oscillerebbe tra il 15 ed il 20%. La Uilm non ha diffuso
dati in suo possesso, ma, dalle nostre rilevazioni il dato percentuale
risulterebbe del 12%. Il fatto rilevante è che, a quella
manifestazione, di contratto si è parlato ben poco. C'erano gli slogan
contro la guerra, contro il libro bianco, contro la finanziaria;
insomma, c'era di tutto e di più. C'erano anche tanti politici della
sinistra. Ancora una volta, questa importante fetta della democrazia
italiana s'è divisa sulla vicenda del contratto dei metalmeccanici:
tutti in piazza con i lavoratori, tutti divisi al Congresso di Pesaro
dei Ds nel pomeriggio dello stesso giorno della manifestazione. Solo per
fare un esempio, D'Alema e Fassino, vincitori del Congresso della
Quercia erano la mattina per le strade della capitale, ma nelle loro
relazioni congressuali da Pesaro non esprimevano nessun cenno sullo
sciopero.
Eppure, il Governo ce l'aveva messa tutta per far scatenare la protesta
in piazza. Il giorno prima, di giovedì, anziché del solito venerdì in
cui riunisce il Consiglio dei ministri, aveva chiesto una legge delega
per intervenire sull'articolo 18.
Su questo tema, a ragion veduta, era necessario reagire. La Uilm si è
subito dichiarata contraria ad ogni modifica dello Statuto dei
lavoratori. Cgil, Cisl e Uil hanno prontamente definito un'articolata
mobilitazione contro le decisioni dell'Esecutivo: lo sciopero di due ore
dal 5 al 7 dicembre, con assemblee in tutti i luoghi di lavoro. E poi,
lo sciopero di 8 ore per i lavoratori del pubblico impiego del 14
dicembre. Infine, la grande assemblea dei delegati del Sud prevista per
il prossimo 12 gennaio. La mobilitazione articolata, senza arrivare alla
proclamazione dello sciopero generale, può rappresentare la giusta
pressione, affinchè il confronto tra Governo e Sindacato riprenda. Per
il Sindacato dei lavoratori, però il licenziamento senza giusta causa,
o giustificato motivo, non è materia disponibile. Dalla analisi di una
cospicua parte dei congressi provinciali della Uilm a cui ho partecipato
è emersa una tendenza che va consolidandosi: sui diritti dei lavoratori
nessuno, nemmeno il Governo, può decidere contro la volontà delle
parti sociali. In diverse realtà dove la Uilm è presente ho verificato
la capacità di una nuova classe dirigente che sta crescendo, insieme
alla capacità di animare il dibattito sindacale. Questo stato di buona
salute lascia per sperare per quello che accadrà a Salsomaggiore Terme,
dove dal 13 al 15 febbraio celebreremo il XII Congresso nazionale della
Uilm. In quella sede dovremo guardare al tempo che verrà, quello
caratterizzato dalla tutela del lavoro che c'è e dalla scrittura dei
diritti dei lavori nuovi che già ci sono e ci saranno. Insomma, dovremo
metter mano a quelle che saranno le strutture portanti del prossimo
contratto. Ricordiamoci che dobbiamo avere la capacità di coniugare la
modernizzazione con la tutela dei diritti. Sono due realtà che vanno
insieme.
Ma, più che al Congresso, in questo momento il mio pensiero va alle
feste natalizie. Sembra ieri che vi auguravo buone ferie estive,
all'indomani della firma sul contratto, posta insieme alla Fim. Il tempo
vola. A voi, alla vostre famiglie sinceri auguri di ogni bene, di buon
Natale e di un sereno 2002. Un arrivederci a Salsomaggiore.
Antonino Regazzi
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