UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VII - n° 2  marzo 2002

Lavoro: dalla precarietà alle opportunità

Gli avvenimenti incalzano il presente. Solo due mesi fa eravamo riuniti a Salsomaggiore Terme per discutere di nuovi lavori in una tavola rotonda. E’stata un’importante iniziativa all’interno del nostro congresso di cui riportiamo i contenuti in questo numero di FabbricaSocietà. Ma da quel giorno altri eventi hanno caratterizzato il mondo del lavoro e la cronaca quotidiana, qualcuno lieto, un altro tragico.
Partiamo da quest’ultimo.
Marco Biagi è stato assassinato dai terroristi. Il professore di diritto del lavoro di Modena, insieme al sottosegretario Maurizio Sacconi, era l’esperto che aveva coordinato il gruppo di saggi autore del “Libro bianco”. Quanti riferimenti a questo testo troverete nelle pagine dedicate alla nostra tavola rotonda. Soprattutto, sul nostro mensile potrete rileggere l’ultimo articolo del professor Biagi, insieme ad un ricordo del professor Tiziano Treu. Si tratta di due “pezzi” ripresi dal Sole 24 Ore che val la pena di rileggere.
Quanti riformisti, prima e dopo lo sciopero generale del 16 aprile, hanno sottolineato che per riavviare la trattativa tra governo e parti sociali si debba ripartire dal “Libro bianco”.
Biagi era un riformista. Collaborava sia col ministero del Lavoro, sia col Cnel. Aveva lavorato per il governo di Centrosinistra e lavorava per quello di Centrodestra. Contemporaneamente era impegnato a consigliare le amministrazioni locali, le organizzazioni sindacali e imprenditoriali. Era
amico di Roberto Maroni e Maurizio Sacconi, come di Romano Prodi e Pietro Larizza.
Ciò che lo muoveva era il gusto per rinnovare il sistema che regge il mondo del lavoro. Questo sforzo non aveva colori, se non quello che possono assumere le riforme.
E’ stato imbarazzante, dopo la sua tragica scomparsa, vedere esponenti di diverse forze politiche contendersi l’appartenenza ad una parte di chi non c’era più. Ammirevole la dignità espressa dalla famiglia che non ha fatto polemiche per la morte assurda di una persona così esposta, senza più nessuna tutela. L’unico pensiero che può rasserenarci è che le idee possono camminare con le gambe di altri. E’ stato così con ezio Tarantelli, Massimo D’Antona e tanti altri che hanno pagato con la vita l’impegno di attuare le proprie idee. L’azione scellerata di una banda di delinquenti non potrà fermare il confronto democratico tra governo e parti sociali che può riprendere.
Dopo che quattro milioni di lavoratori sono scesi in piazza per appoggiare la posizione del sindacato rispetto alle leggi delega del governo, è giusto ribadire che bisogna ripartire dal “Libro bianco” per riaprire il dialogo. Sia in questo testo, sia nel progetto di legge “I diritti del lavoro” di Tiziano Treu e Giuliano Amato, meglio conosciuto come lo “Statuto dei lavori” c’è del buono da prendere in considerazione. Se il governo riuscirà ad accantonare le modifiche all’articolo 18, il confronto tra le parti potrà ripartire.
Per quanto ci riguarda, in un seminario tenuto all’Auditorium di via Rieti, il 18 aprile, ci siamo posti il problema di approfondire il tema relativo a “Nuovi lavori, nuove tutele, nuovi diritti”. In quella sede sia Tiziano Treu che Paolo Reboani (quest’ultimo tra gli estensori del “Libro bianco”) hanno esposto in sintesi quanto contenuto nei due testi che prima citavo.
Come metalmeccanici ci siamo posti il problema di come rappresentare il lavoro che c’è e quello che non ha tutele. E’ necessario che con la certificazione di una serie di diritti la precarietà cominci a trasformarsi in opportunità. Ne discutevamo a Salsomaggiore, lo abbiamo ribadito al seminario di Roma.
Abbiamo la necessità di guardare oltre le mura della fabbrica. Dobbiamo contenere i problemi alle persone che derivano dal lavoro flessibile. Non ricevendo un reddito continuo e costante l’individuo che lavora subisce una discontinuità negli accantonamenti previdenziali ed un’incertezza esistenziale. Abbiamo pensato di ragionare su di una strategia di contenimento che possa poggiare su alcuni pilastri..
Abbiamo proposto degli obiettivi suscettibili di perfezionamento: un sostegno sociale; un meccanismo che dia copertura previdenziale per i periodi di non lavoro; la possibilità di abbinare i suddetti periodi con momenti di formazione; dei meccanismi mutualistici per favorire l’accesso al credito di consumo; diritti
di prelazione per i lavoratori atipici in caso di assunzioni stabili operate dall’impresa. Se questi sono gli obiettivi, bisognerà vedere chi li realizza. Su questo punto il discorso rimane aperto.
Noi siamo pronti, anche ad agire percorrendo la strada della bilateralità ed evitando doppioni già esistenti. Inoltre, siamo da sempre pronti a fare in modo che tutele e diritti diventino esigibile. In questo senso è indispensabile che si intervenga sulla durata e sull’accesso al processo del lavoro.
A nostro parere l’arbitrato può essere la soluzione, ma nel rispetto di leggi e contratti.
Su questo e sugli altri problemi del mondo del lavoro ci aspettiamo anche delle proposte dalla Confederazione.
Luigi Angeletti è stato acclamato segretario generale della Uil dal Congresso di Torino. Ha ora quattro anni davanti guidare l’organizzazione nelle riforme che il mercato del lavoro attende.
Se il governo si deciderà a mettere da parte la modifica dell’articolo 18 questo percorso riformista potrà essere percorso nella sua interezza.
Per ultimo, un saluto a Claudio Sabattini. Lascia la Fiom che guidava dal 1994. Con lui abbiamo vissuto battaglie comuni e momenti di divisione come l’accordo per il nostro contratto dello scorso luglio. Lo sostituisce Gianni Rinaldini.
Auguri ad entrambi.
Antonino Regazzi

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