UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VII - n°3  aprile 2002

Le mutazioni della Fiat: l'analisi della Uilm piemontese

Il Consiglio di amministrazione di fine febbraio, ha sancito ciò che era già previsto, la Fiat, chiude il 2001 in rosso ed è il comparto auto a "garantire" il peso più grosso.
Dei meno 791 milioni di Euro d'utile netto del gruppo, è negativo di 549 milioni di euro il risultato operativo dell'auto.
Quindi, è principalmente sul comparto auto ed al suo rilancio che si incentra la sfida Fiat ed è una sfida molto impegnativa quella che il neo Amministratore Delegato Boschetti, alla guida della nuova struttura dovrà affrontare.
Sarà per Fiat auto tra le più difficili, in un mercato dove i volumi, molto probabilmente, sono destinati a scendere e la competizione tra le case automobilistiche anche sui prezzi, rimarrà sempre alta.
Si tratta di capire se l'anno appena passato è stato il più duro e difficile e se con il secondo semestre 2002, il mercato mondiale ritorna a crescere.
La domanda ricorrente oggi è, saprà la Fiat anche questa volta salvarsi?. Nel passato ci è sempre riuscita. Come dimenticare il 1993, per la Fiat, forse, fu l'anno più difficile, in gioco c'era la stessa sopravvivenza del gruppo.
Oggi, la Fiat affronta questa svolta, in condizioni certamente più favorevoli, tre sono principalmente le novità sostanziali.
1) Innanzitutto non l'affronta da sola come in passato. La Fiat può contare su una forte alleanza con la General Motors. Questa, in prospettiva darà i suo frutti, già oggi in ogni caso produce dei notevoli risparmi.
2) 2) Maggiore efficienza e competitività si attendono dalla suddivisione del settore Auto in Bussines Unit.
3) La crisi finanziaria fronteggiata attraverso: a) operazioni di bond convertibili in azioni GM, già ultimata. b) Aumento di capitale, con impegno diretto degli Agnelli, tramite le casseforti di famiglia Ifi e Ifil, mantenendo la propria quota superiore al 30% del capitale ordinario. Da questo si intravede un'ulteriore fiducia degli Agnelli sull'auto. Non si capirebbe perché investire tante risorse se si volesse successivamente vendere?. c) Piano di dismissioni di aziende non ritenute strategiche (conoscenza e vendita delle stesse non vanno a braccetto.
Sui giornali, si legge che alcuni esperti economici (quanto popolari?), azzardano per la Fiat una previsione interessante già per il 2002 e il 2003. Sempre secondo queste fonti, nel 2002, la Fiat, dovrebbe guadagnare più di 300 miliardi di vecchie lire, con questo ci troveremo già di fronte ad un forte recupero di redditività (male e problema degli ultimi anni). Nel 2003, la performance dovrebbe ulteriormente migliorare portando i guadagni ad oltre 800 Mld di lire. La grande crisi dovrebbe chiudersi con il 2001, e da quest'anno la Fiat dovrebbe iniziare una crescita lenta e costante nel tempo.
Ufficialmente, la Fiat, non si sbilancia in previsioni, si parla di un generico recupero di redditività e di dimezzamento del debito entro il 2002.
La scommessa è quella di far procedere parallelamente ottime gestioni industriali con idonee strategie vincenti di prodotto.
I nuovi modelli quindi assumeranno un'importanza vitale, molto della scommessa vincente dipenderà da loro. Molti modelli lanciati nel passato non rispondevano alle nuove esigenze dei clienti. Nuovi apprezzamenti in controtendenza col passato, hanno invece riscosso i nuovi. I modelli Alfa 156 e 147, la nuova Punto, Il Doblò, la Multipla e la nuovissima Stilo. Anche la stampa specializzata estera si è dovuta ricredere, i loro giudizi, non sono stati mai magnanimi nei confronti dei modelli targati Fiat.
Molta attesa anche per la nuova ammiraglia della Lancia, la Thesis. Con questo modello la Fiat dovrà riempire il vuoto della gamma alta dei modelli, vale la pena ricordare che in questa gamma si riscuotono alti valori aggiunti, bastano relativamente pochi modelli venduti, per fare già buone fette di bilancio.
Anche la futura sfida Americana dell'Alfa Romeo è affascinante e potrebbe rivelarsi ricca di ricadute per le produzioni domestiche.
Noi della Uilm, stiamo seguendo ovviamente con molta attenzione questa ulteriore mutazione della Fiat. La Uilm Piemontese, si aspetta la piena implementazione dei nostri stabilimenti, sapendo di aver già dato molto negli anni alla ristrutturazione del gruppo (Chivasso e Rivalta).
Noi, non ci accodiamo ai soliti profeti di sventura, i quali già disegnano una strategia dell'abbandono da parte di Fiat auto dal Piemonte. Il confronto dovrà svilupparsi con Fiat auto, dando ai nuovi manager, la possibilità di delineare linee strategiche.
Ritengo nel frattempo importantissima la scelta di Torino quale sede per la progettazione delle piccole vetture che dovranno produrre sia la Fiat sia General Motors. Stiamo perdendo tutto, finalmente una buona notizia.
In quest' ultimo periodo, ho visto molto slides, attraverso le quali, la Fiat ci faceva conoscere le logiche e le prospettive che ispiravano la nuova ristrutturazione, caselline piene del nuovo organigramma aziendale.
In queste caselline, continua a mancarne sempre una, quella del pieno coinvolgimento e corresponsabilizzazione dei lavori e delle loro rappresentanze. Noi pensiamo che l'elemento vincente di qualunque sfida sia la forza dei propri dipendenti. Su di loro bisogna puntare!La sfida della Uilm sarà quella di scriverla questa casellina.
Gianfranco Verdini

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