UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VII - N° 4  maggio 2002

La crisi dell'auto e ... dei fax

Primi timidi segnali di miglioramento per l'industria metalmeccanica. Dopo la forte fase recessiva che ha caratterizzato il settore per tutto il 2001, in questi primi mesi dell'anno in corso, anche se tra segnali a volte contrastanti, si registra un parziale miglioramento della congiuntura che potrebbe risultare rafforzata gia' nel corso del secondo trimestre del 2002. A indicare, con cauto ottimismo, l'inversione di tendenza per il comparto, e' l'indagine congiunturale presentata il 20 maggio da Federmeccanica. ''Se prima c'era un temporale, ora non piove piu', ma non possiamo certo dire che e' gia' sereno'', ha sintetizzato, ricorrendo ad una metafora metereologica, il direttore generale di Federmeccanica, Roberto Biglieri. Anche se la congiuntura mostra segnali di graduale superamento della fase recessiva, sull'industria metalmeccanica pesa l'effetto di trascinamento di un anno fortemente negativo qual e' stato il 2001. Questo elemento, come viene sottolineato da Federmeccanica, incidera' negativamente anche sui risultati medi del 2002. Nei primi tre mesi dell'anno i volumi produttivi ha registrato una variazione tendenziale rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente. La variazione congiunturale, che tiene conto dei dati destagionalizzati, mostra, invece, una contrazione pari allo 0,1%. In particolare, la produzione di mezzi di trasporto e' diminuita dell'11,2%, quella di macchine e apparecchi elettrici del 13% mentre per la produzione di metalli e prodotti in metallo e per le macchine e materiale meccanico il calo e' stato, rispettivamente, pari al 6% e al 4,9%. Questi risultati sono stati determinati in larga misura dal peggioramento della domanda per beni di investimento in macchine e attrezzature di cui il settore metalmeccanico risulta produttore quasi esclusivo e la contrazione delle esportazioni che nei primi tre mesi del 2002 si sono ridotte del 7,4% rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente. Piu' marcata la flessione delle importazioni. pari a -10,8%, che ha favorito un miglioramento del saldo dell'interscambio di prodotti metalmeccanici risultato pari a 2,5 miliardi di euro rispetto a 1,9 del corrispondente periodo dell'anno precedente. A indicare che la congiuntura dell'industria metalmeccanica, e' in condizione di risalire la china, sta ilsignificativo miglioramento del portafoglio ordini, che, sottolinea Federmeccanica, contribuisce alle previsioni positive che le imprese formulano sull'evoluzione a breve dell'attivita' produttiva sia per la quota diretta a soddisfare la domanda interna che quella di provenienza estera. 
Sulla base dell'andamento dell'attivita' produttiva, i primi mesi dell'anno registrano un minor utilizzo del fattore lavoro. Le ore di cassa integrazione ordinaria nel periodo gennaio-febbraio sono aumentate del 10,3% rispetto ai primi mesi del 2001, mentre l'occupazione nella grande industria metalmeccanica e' diminuita del 3,8% e le ore effettivamente lavorate dell'1,7%. Quanto al decremento dell'occupazione, Biglieri ha tenuto a sottolineare che questo dato deriva anche dai processi di esternalizzazioni e terziarizzazioni messi in atto dalle grandi imprese. Pertanto, ''ci puo' essere un effetto compensativo nelle medie e piccole imprese e anche nei servizi''. La crisi dell'auto e del settore del trasporto, piu' in generale, rischia di avere pesanti ricadute sull'intera industria metalmeccanica. A denunciarlo e' il direttore generale di Federmeccanica Roberto Biglieri. ''Se il problema del trasporto prosegue in modo cosi' vistosamente negativo- ha sottolineato a chi gli chiedeva, nel corso della presentazione dell'indagine congiunturale di Federmeccanica, una valutazione dell'impatto della crisi della Fiat- la ricaduta sara' molto pesante
per il metalmeccanico e manifatturiero in generale''. Pur non scendendo nei dettagli del caso Fiat, Biglieri ha sottolineato ''l'assoluta strategicita' di un settore come il trasporto e della Fiat''.
Una curiosità: un tracollo s'è registrato per la produzione di fax e fotocopiatrici. Il boom di internet e dell'utilizzo dell'e-mail faranno fare a fax e fotocopiatrici la stessa fine delle carrozze con i cavalli all'avvento delle macchine e degli aerei. La previsione e' del sociologo del lavoro Domenico De Masi che commenta cosi' gli ultimi dati della Federmeccanica sulla produzione delle ''macchine per ufficio'', crollata nei primi tre mesi del 2002 del 27,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
''Fax e fotocopiatrici - ha detto - faranno la fine delle carrozze, chiuse in un magazzino in attesa di essere rottamate.
Da una parte il mercato e' saturo, quasi tutti hanno gia' questi apparecchi e dall'altro internet ha trasformato completamente la comunicazione. Io ricevevo 10-15 fax al giorno, ora ne ricevo circa uno ogni due-tre giorni ma mi arrivano 40 e-mail''. De Masi ha ricordato come internet di fatto cambi anche le modalita' della comunicazione. ''Non esiste piu' la comunicazione da punto a punto. Posso mandare una e-mail ovunque, c'e' piu' privacy e ci si mette meno tempo piuttosto
che inviare un fax e la posso mandare a piu' persone contemporaneamente''.
Secondo la Federmeccanica, nei primi tre mesi del 2002 le macchine per ufficio hanno registrato un calo del 27,3%, un dato di oltre tre volte piu' pesante di quello complessivo del settore (-7,9%). E se pure nel 2001 il comparto aveva registrato un calo continuo (-14,4% nel terzo trimestre, -3,7% nell'ultimo trimestre) il risultato del 2002 e' particolarmente negativo, dovuto all'andamento delle macchine di tipo tradizionale (-15%) ma anche a quello degli elaboratori e sistemi informatici (-38%).
La produzione - ha detto ancora De Masi - cala non solo per la saturazione del mercato e per il superamento dei prodotti ma anche per i cambiamenti tecnologici che fanno si' che nello stesso oggetto si mettano insieme sempre piu' funzioni. ''Solo qualche tempo fa - ha aggiunto - ci si comprava un computer, un fax, una stampante, un telefonino e una macchina fotografica. Ora e' possibile avere tutto nello stesso apparecchio''.
Va male secondo la Federmeccanica anche la produzione degli apparecchi radio Tv e per telecomunicazioni (-21,9% i primi tre mesi dell'anno) anche se anche questo dato non va confuso con quello delle vendite. Non e' escluso infatti che il cattivo andamento della produzione rifletta una situazione di mercato nella quale la clientela almeno in parte si rivolga alle marche straniere. ''Le nuove tecnologie - ha concluso il sociologo - consentirebbero di cambiare l'organizzazione del lavoro ancora di piu' quanto non stia gia' accadendo. C'e' una visione arcaica del lavoro che pretende la presenza tangibile del dipendente.
Gia' ora invece sarebbe possibile che una gran parte delle persone lavorasse da casa con vantaggi soprattutto sui tempi del lavoro''.
A.G.D.M.

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