Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VII - N° 4 maggio 2002
I diritti dei padri
ai figli
L'Ulivo ha presentato in una conferenza stampa tenuta
al Senato da Rutelli, Fassino, Amato, Treu, Rizzo e da tutto lo stato
maggiore della coalizione, la nuova carta dei diritti dei lavoratori,
volta ad estendere e non a limitare i diritti dei padri verso i figli.
La Carta - ha precisato Rutelli - non sostituisce, ma integra lo Statuto
del 1970 e si fonda su una filosofia opposta a quella del Governo e,
cioe', non congelare i diritti dei padri, ma estenderli ai figli pur
nella consapevolezza che occorre promuovere il lavoro nel contesto del
nuovo mercato nel quale, pero', flessibilita' e autonomia non devono
significare minori diritti e tutele.
Fassino ha aggiunto che la 'carta' "e' una bozza di proposta sulla
quale solleciteremo il Governo a confrontarsi e che verra' sottoposta ad
una vasta consultazione nel Paese con i cittadini, i sindacati, la
categorie produttive, i partiti e le associazioni. Dalla consultazione
saranno tratti suggerimenti ed integrazioni per presentare, entro
l'estate, un progetto di legge definitivo". La proposta dell'Ulivo,
elaborata in particolare da Amato e Treu, si contrappone al libro bianco
di Maroni e costituisce la 'fase 2' della legislazione del lavoro, dopo
la prima che nella precedente legislatura ha reso possibile lo sviluppo
dei nuovi lavori, puntando all'introduzione di un sistema di tutele per
tutte le forme di lavoro, graduato secondo le loro caratteristiche ed il
loro effettivo bisogno di protezione. In sostanza, la flessibilita' del
mercato non deve essere pagata con la precarieta' e l'insicurezza ma
regolata in funzione di una riattivazione dell'occupazione, con
interventi strutturali finalizzati allo sviluppo economico, al sostegno
della domanda specie nel settore dei cosidetti neo servizi, investimenti
in infrastrutture, riduzione della pressione contributiva sulle imprese,
promozione di tutti i lavori anche nelle nuove forme flessibili e
autonome.
E cio' deve valere per tutti i lavoratori, non solo per quelli
subordinati, soprattutto per quelli piu' esposti e precari. A tal
proposito il documento ricorda che su 22 milioni circa di occupati in
Italia non sono piu' di 10 milioni quelli che godono delle garanzie
tipiche della legislazione del lavoro e dello Statuto "ed e' dunque
tempo di occuparci anche di questi, cioe' della maggioranza: non solo
dei subordinati 'atipici' e temporanei, ma anche dei milioni di
lavoratori giuridicamente 'autonomi', ma spesso economicamente
dipendenti, dei cosiddetti parasubordinati e collaboratori di varia
natura".
La carta delinea dunque un sistema di tutele modulato secondo le
caratteristiche e il bisogno di protezione delle varie forme di lavoro e
non piu' solo quelle riguardanti il 'posto' di lavoro, ma anche quelle
che proteggono il lavoratore nel mercato del lavoro, nelle sempre piu'
comuni attivita' diversificate e mobili. Importanza centrale viene data
alla formazione lungo l'intero arco della vita lavorativa, che diviene
un diritto fondamentale cosi' come alle forme di tutele attive del
reddito, cioe' forme di ammortizzatori sociali adatte alle
caratteristiche dei nuovi lavori con contribuzioni differenziate: far
pagare di meno le imprese per rapporti di lavoro a tempo indeterminato e
di piu' per quelli a termine.
Un'altra area di intervento che il documento punta a riorganizzare
riguarda i servizi e gli incentivi per l'occupazione prevedendo
l'accesso a informazioni puntuali circa le opportunita' sul territorio e
incentivi adeguati di sostegno.
Queste tutele vengono amministrate soprattutto da regioni ed enti locali
in stretto collegamento con la formazione affinche' non diventino mera
assistenza. Infine sono previste misure di tutela della salute e della
sicurezza estese e adattate ai lavori autonomi e parasubordinati.
In sostanza la formazione continua, la tutela attiva del reddito, la
salute e la sicurezza sociale, i servizi e gli incentivi
all'occupazione, costituiscono i cardini della proposta di riforma del
marcato del lavoro. La proposta dell'Ulivo, elaborata in particolare da
Amato e Treu, si contrappone al libro bianco di Maroni e costituisce la
'fase 2' della legislazione del lavoro, dopo la prima che nella
precedente legislatura ha reso possibile lo sviluppo dei nuovi lavori,
puntando all'introduzione di un sistema di tutele per tutte le forme di
lavoro, graduato secondo le loro caratteristiche ed il loro effettivo
bisogno di protezione. In sostanza, la flessibilita' del mercato non
deve essere pagata con la precarieta' e l'insicurezza ma regolata in
funzione di una riattivazione dell'occupazione, con interventi
strutturali finalizzati allo sviluppo economico, al sostegno della
domanda specie nel settore dei cosidetti neo servizi, investimenti in
infrastrutture, riduzione della pressione contributiva sulle imprese,
promozione di tutti i lavori anche nelle nuove forme flessibili e
autonome.
E cio' deve valere per tutti i lavoratori, non solo per quelli
subordinati, soprattutto per quelli piu' esposti e precari. A tal
proposito il documento ricorda che su 22 milioni circa di occupati in
Italia non sono piu' di 10 milioni quelli che godono delle garanzie
tipiche della legislazione del lavoro e dello Statuto "ed e' dunque
tempo di occuparci anche di questi, cioe' della maggioranza: non solo
dei subordinati 'atipici' e temporanei, ma anche dei milioni di
lavoratori giuridicamente 'autonomi', ma spesso economicamente
dipendenti, dei cosiddetti parasubordinati e collaboratori di varia
natura". La carta delinea dunque un sistema di tutele modulato
secondo le caratteristiche e il bisogno di protezione delle varie forme
di lavoro e non piu' solo quelle riguardanti il 'posto' di lavoro, ma
anche quelle che proteggono il lavoratore nel mercato del lavoro, nelle
sempre piu' comuni attivita' diversificate e mobili.
Importanza centrale viene data alla formazione lungo l'intero arco della
vita lavorativa, che diviene un diritto fondamentale cosi' come alle
forme di tutele attive del reddito, cioe' forme di ammortizzatori
sociali adatte alle caratteristiche dei nuovi lavori con contribuzioni
differenziate: far pagare di meno le imprese per rapporti di lavoro a
tempo indeterminato e di piu' per quelli a termine.
Un'altra area di intervento che il documento punta a riorganizzare
riguarda i servizi e gli incentivi per l'occupazione prevedendo
l'accesso a informazioni puntuali circa le opportunita' sul territorio e
incentivi adeguati di sostegno. Queste tutele vengono amministrate
soprattutto da regioni ed enti locali in stretto collegamento con la
formazione affinche' non diventino mera assistenza. Infine sono previste
misure di tutela della salute e della sicurezza estese e adattate ai
lavori autonomi e parasubordinati.
In sostanza la formazione continua, la tutela attiva del reddito, la
salute e la sicurezza sociale, i servizi e gli incentivi
all'occupazione, costituiscono i cardini della proposta di riforma del
marcato del lavoro.
A.G.D.M.
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