UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VII - N° 4  maggio 2002

La Germania trova l'accordo: 
+ 4% nelle buste paga dei metalmeccanici

Venti giorni di agitazioni, centosettantamila metalmeccanici mobilitati, un rinnovo contrattuale per 3 milioni e 600 mila lavoratori, il primo sciopero dopo sette anni in Germania mentre nella sola Berlino non si scioperava da settantadue anni. Sono questi numeri che hanno caratterizzato la protesta delle tute blu tedesche sotto la grande famiglia del Ig Metall. Alla fine si è risolto con un accordo da tutti definito storico: un 4% in più nelle buste paga degli operai nei prossimi ventidue mesi. Un accordo che accontenta tutti. Per primi i rappresentanti dell'industria tedesca guidati da Otmar Zwiebelhofer che un mese fa si è trovato sul tavolo sia la piattaforma dei sindacati che chiedevano, tra l'altro, un aumento sui salari del 6,5%, sia la risposta degli industriali delle macchine, in primis la Daimler-Chrysler, che avevano sostenuto un aumento massimo del 3,3%. Per secondi i sindacati trainati da Berthold Huber che hanno finalmente ottenuto l'allineamento dei salari al costo medio della vita del Paese. Infine il Governo: "è una decisione responsabile che permetterà una ripresa economica senza dubbio rafforzata per la Germania, ha dichiarato il primo ministro Gerard Schroeder. Da entrambe le parti hanno avuto la meglio le persone ragionevoli". Lo sciopero era iniziato il 6 maggio ed aveva coinvolto i lavoratori del Baden-Wurttemberg, nella città stato di Berlino e nel Brandeburgo. Il sindacato aveva adottato una linea dura dopo la moderazione salariale dei due contratti precedenti: un 3% nel 2000 ed un 2,1% nel 2001. Un atteggiamento nato dalla effettiva perdita del potere di acquisto dei salari. La compattezza del sindacato tedesco nel giro di pochissimi giorni aveva messo a dura prova il sistema produttivo dell'industria. C'erano soltanto i margini per una chiusura in tempi brevi. Sia da una parte che dall'altra è stata registrata una grande prova di concretezza e maturità. La Ig Metall il giorno dopo la formalizzazione dell'accordo aveva sottolineato che l'atteggiamento rigido sarebbe stato ripreso in virtù delle nuove dinamiche salariali che sarebbero intervenute nei prossimi ventidue mesi, come a dire "se i salari continueranno a perdere potere di acquisto o si regolano automaticamente oppure torneremo a scioperare". Gli industriali dal canto loro hanno fatto sapere che esiste una disponibilità di fondo a trattare anche in futuro e che nulla è precluso, a parte richieste fuori dal normale. Insomma un clima complessivamente sereno a giudicare dal fuoco che ha caratterizzato la dinamica del rinnovo.
Fabio Coccia

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