Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VII - N° 4 maggio 2002
Una sanatoria per le
imprese che emergono
E' del 15,4% l'incidenza dell' economia sommersa sul
Prodotto interno loro, circa 3,5 milioni i italiani lavorano in
condizioni di irregolarita' rappresentando il 15,1% del totale degli
occupati, con un incremento dell'1,7% rispetto a 10 anni fa. Sono i dati
messi in evidenza dal Cnel nel corso di un forum finalizzato a tracciare
un primo bilancio dell'applicazione delle nuove norme per il rilancio
dell'economia e la lotta al sommerso.
Dati ''preoccupanti'' emergono anche dai risultati dell'attivita' di
vigilanza del ministero del Lavoro negli ultimi 2 anni, evidenziando la
presenza di 51.965 aziende irregolari su un totale di 118.638
ispezionate. Al lavoro nero sono da ricondurre inoltre il 74% (circa 600
milioni di euro) dei 800 milioni di contributi Inps totalmente evasi e
il 63% di premi Inail completamente elusi. Un altro indizio di sommerso
- sottolinea ancora il Cnel - e' rivelato dal fatto che molta assunzioni
sono denunciate solo quando e' inevitabile, come accade in caso di
infortunio: il 7% degli incidenti dichiarati (6.399 casi rilevati dall'Inail
su 92.474) e in particolare il 30% di quelli mortali (42 su 135) sono
riferiti ai primi cinque giorni di lavoro.
Il sottosegretario all'Economia Vito Tanzi, ex dirigente del Fondo
monetario internazionale, ha colto l'occasione del Forum del Cnel per
'sconfessare' un recente rapporto del Fmi sul sommerso in Italia
stimando un peso del 27% sul Pil. ''Non e' una stima del Fondo - ha
detto Tanzi durante il suo intervento - ma di un accademico che era al
Fondo su mio invito nell'ambito di un programma, ma il Fondo non prende
responsabilita' di questi scritti. La stima che penserei piu' credibile
e' quella dell'Istat, che fissa al 15% la quota di sommerso''.
La ricetta proposta dal Cnel pone l'accento sull' integrazione degli
interventi per l'emersione puntando su politiche di tipo strutturale,
quali ad esempio la massima semplificazione delle procedure; la
diffusione della cultura della legalita'; un controllo piu' efficace del
territorio; il potenziamento del servizio ispettivo; la realizzazione di
infrastrutture che favoriscano la creazione di nuove attivita'
produttive; il riordino degli incentivi fiscali e contributi e in
particolare la riduzione della pressione per le qualifiche e i salari
piu' bassi. Appaiono inoltre opportune, secondo il Cnel, politiche a
sostegno dello sviluppo locale per dar vita ad interventi ad hoc
collegati alle specificita' settoriali, come la predisposizioni di piani
locali per l'emersione, oltre all'intensificazione dei controlli e la
creazioni di centri di servizio.
Il presidente del Comitato per l'emersione del lavoro irregolare, Luca
Meldolesi, si e' soffermato sul programma straordinario di ammonimento
finanziario (30 mila lettere) che ''e' ormai ai nastri di partenza e si
basa sull'incrocio inedito di alcune banche dati mentre la vigilanza del
lavoro si sta
muovendo in una direzione analoga''.
E' probabile, ha detto Meldolesi, che ''parecchi procedimenti di
'emersione progressiva' e di 'dichiarazione di emersione' nasceranno dal
pericolo dell'accertamento. E' probabile inoltre che un numero molto
piu' elevato di emersioni si verificheranno indirettamente per effetto
del 'tam tam della giungla'. Un consistente balzo in avanti
dall'occupazione irregolare a quella regolare si e' verificato
all'inizio dell'anno e un secondo e' atteso nei prossimi mesi''.Uno o
piu' incontri di tutte le parti sociali e delle associazioni
territoriali al Cnel per mettere a punto pareri comuni da dare al
governo sull'economia sommersa. A proporlo e' il presidente del Cnel
Pietro Larizza convinto che proprio da qui puo' ripartire il dialogo
sociale. Alla base della proposta la convinzione che ''non c'e'
differenza di interessi fra le parti sociali ed il governo nel far
riemergere il sommerso'' ed e' quindi possibile ''fornire contributi
unitari all'esecutivo per rendere efficace la legge sul sommerso''.Tutti
vogliono sconfiggere il lavoro nero, cosi', dice Larizza ''trovare un
accordo sulle convinzioni reciproche, su come intervenire non credo sia
una cosa complicata'' sottolinea ancora
Larizza. E ricorda che emersione ''significa recuperare evasione
fiscale, evasione contributiva, sicurezza del lavoro e impedire lo
sfruttamento di extracomunitari e di giovani''. Poi, rilevando che
fino ad ora ''tutti i provvedimenti sono di carattere finanziario''
Larizza suggerisce di considerare un altro aspetto chiave: ''quello
della sanatoria per i reati penali, ad esempio in materia di sicurezza,
di ambiente, di licenze. "Sarebbe opportuno prevedere una sanatoria
per le aziende che emergono dal nero, una soluzione non prevista dalla
legge del governo che per varie ragioni non funziona. Un provvedimento
del genere servirebbe ad evitare che molte aziende si affaccino sul
mercato del lavoro come se fossero nuove e invece provengono dal nero
per avere tutti i benefici di legge". E' quanto dichiara il
presidente del Cnel, Pietro Larizza. "Finora i rimedi indicati -
prosegue Larizza - sono stati tutti di carattere finanziario. Credo che
uno dei problemi per le aziende in nero sia quello di una sanatoria per
i reati di carattere penale: sulla sicurezza, sull'ambiente, sulle
licenze che debbono avere nel momento in cui emergono. Quindi la materia
fiscale e' importante ma forse non e' la sola, ci sono altre materie da
prendere in considerazione come propongono anche le associazioni di
impresa". Secondo l'ex sindacalista non e' vero che tra governo e
sindacati ogni comunicazione e' interrotta "ci sono punti di forte
contrasto che dovranno essere affrontati, e punti, come il sommerso, che
a prescindere dallo scontro potrebbero essere discussi essendoci la
perfetta coincidenza di interessi fra governo, sindacati e
impresa".
a cura di Antonio Giulio Di Mario
|
|