UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VII - n° 6 luglio 2002

Il ruolo del Cnel

Il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro -CNEL- è previsto dalla Costituzione della Repubblica Italiana che, all'art. 99 lo definisce: "Organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge. Ha l'iniziativa legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge". Il CNEL è stato istituito dalla legge n.33 del 5 gennaio 1957. La sua composizione e le attribuzioni sono disciplinate dalla legge n.936 del 30 dicembre 1986 e dalla legge n. 383 del 7 dicembre 2000. Il Consiglio ha una durata di 5 anni. Il Presidente è nominato, al di fuori dei componenti, con Decreto del Presidente della Repubblica. Il CNEL è composto da centoventuno consiglieri: dodici esperti, scelti fra qualificati esponenti della cultura economica, sociale e giuridica; quarantaquattro rappresentanti dei lavoratori dipendenti, del settore pubblico e privato, diciotto rappresentanti del lavoro autonomo, trentasette rappresentanti delle imprese e da dieci rappresentanti delle associazioni di promozione sociale e delle organizzazioni del volontariato. Queste le attribuzioni di legge. Questione ben diversa invece rappresenta l'effettiva funzionalità dell'organo di rilevanza costituzionale. Nei lavori preparatori del legislatore il Cnel, come il suo stretto predecessore il Consiglio superiore del lavoro, avrebbe dovuto assolvere inizialmente a due funzioni specifiche: dare veste pubblica alle rappresentanze di settore e fare di tali istituzioni il luogo della mediazione tra le forze sociali. Dopo quarantacinque anni qualcuno ha iniziato a tirare le somme su quanto è stato effettivamente svolto ed il risultato non è stato affatto incoraggiante. In particolare l'elemento propulsore della concertazione tra le parti è venuto completamente a mancare nonostante la legge avesse affidato all'organo strumenti utili per rispondere a tale richiesta. Tutti sappiamo su quali tavoli si gioca la mediazione politica tra le parti sociali. Spesso però l'iniziativa degli organismi interni è stata quasi ignorata dagli organi deputati a formalizzare gli accordi: governo e parlamento. All'interno dell'architettura istituzionale del Paese il Cnel rimane per molti una figura "ornamentale" relegata ad un ruolo che certo non rispecchia le sue potenzialità. Per tale motivo sarebbe opportuno rivalutare l'intera istituzione cercando di creare effettive ed utili sinergie con le parti sociali, parlamento e governo compresi. Magari definendo una strategia che non si limiti ad una funzione di monitoraggio, ricerca e studio della realtà socioeconomica del Paese, ma che sappia effettivamente ricondurre nelle stanze del Cnel un momento di sintesi, di accordo capace di trasformarsi in proposta formale.
Fabio Coccia

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