UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VII - n° 6 luglio 2002

Un'altra fumata nera

In questo numero di FabbricaSocietà avremmo dato volentieri notizia che l'Unione Europea avesse assegnato l'insediamento dell'Agenzia Satellitare all'Italia. Sarebbe stato l'epilogo di un'operazione partita da lontano e che avrebbe dovuto portarci lontano. I lettori dalla memoria più acuta ricorderanno che proprio FabbricaSocietà ha raccontato, tra l'indifferenza pressocchè unanime della stampa di opinione, di un incontro molto caldo tra politici ed operatori, che avevano fatto il punto proprio sull'argomento.
E invece niente.
Niente ancora, almeno. Con un comunicato scarno, gli organi di stampa ci hanno informato che la discussione per l'assegnazione della nuova agenzia -prevista all'ultimo vertice spagnolo, tenutosi a Siviglia- hanno portato ad un nulla di fatto. Proprio così. E proprio quell'Europa che attraverso le sue leve di rappresentanza si dichiara tanto decisionista, si è tirata indietro con un secco rimando.
Prima di dichiarare con molta determinazione la nostra delusione, dobbiamo fare un doveroso passo indietro per ricordare ai lettori il significato di avere certe istituzioni sui nostri territori.
Lo facciamo con la preoccupazione che rimandare certe scelte possa danneggiare il confronto con le fasce di concorrenza e riflettiamo con l'avvilimento che un affollarsi di richieste possa diventare un boomerang distruttivo. L'Italia infatti, oltre che per l'agenzia satellitare, in questo momento sta premendo anche per ottenere l'agenzia di sicurezza marittima, l'agenzia per la sicurezza delle frontiere, l'agenzia per la sicurezza alimentare.
Un ingorgo di richieste che potrebbe costituire una corsa al ribasso e una solita quanto sgradita etichetta di indecisione.
Noi parliamo dell'agenzia satellitare. Un argomento che non costituisce solo la creazione di posti di lavoro. Fosse solo questo, già basterebbe a scatenare la grinta per ottenerne l'ubicazione. Il discorso è complesso e va esaminato per punti.
Dal vertice di Barcellona, l'Europa ha dato a marzo di quest'anno il via politico al progetto GALILEO, chiedendo a Bruxelles, di prendere "le necessarie decisioni rispetto sia ai fondi che al lancio del programma e di definire il Consorzio tra le imprese, in cooperazione con l'Agenzia spaziale europea".
L'obiettivo è la creazione di un network di satelliti in grado di rendere l'Europa autonoma nel settore della navigazione satellitare, un campo in cui gli Stati Uniti detengono ancora il monopolio incontrastato con il sistema Gps, che è gratuito ed è usato sia in campo civile che militare. Non è un caso che gli Usa siano stati tra i più grandi oppositori di GALILEO: questo e scontato e può essere una finestra per comprendere alcuni dei perché a rinvii e attese.
Il sistema GALILEO dovrebbe diventare operativo dal 2008, quando 30 satelliti in orbita intorno alla terra offriranno la possibilità di monitorare l'esatta posizione di un veicolo, una nave o un aeroplano (o qualsiasi altro oggetto) sul pianeta con un errore massimo di 4 metri.
Oltre ai satelliti ci saranno 14 stazioni al suolo in vari punti del globo, connesse a quella centrale europea, che terranno sotto controllo la posizione dei satelliti e il loro funzionamento.
L'entità dell'investimento è di estremo interesse: il costo di GALILEO è stimato tra 3,2 e 3,4 miliardi di euro. Secondo la Commissione Ue, che ha fatto di GALILEO una delle sue principali priorità, il costo dell'abbandono del progetto sarebbe però molto più elevato: l'Europa rischierebbe di perdere 100 mila nuovi posti di lavoro ed un mercato di apparecchiature e di servizi di circa 10 miliardi di euro l'anno, di qui al 2010.
Prendiamo ancora tempo?
E i costi sarebbero ancora più alti dal punto di vista politico. Il problema non sono solo i costi: è decidere se essere indipendenti o legati ai voleri e alla tecnologia dell'Unione d'oltreoceano.
E ora veniamo all'agenzia di navigazione satellitare. La sede italiana sarebbe auspicabile.
Per sostenerne la candidatura è stato più volte sottolineato quanto sia importante che si formi subito una autentica lobby di forze pubbliche e private che agisca come unica regia, in modo convincente e compatto. La candidatura di Roma è stata considerata dagli esperti la più indicata: la centralità, la vicinanza di industrie del settore, la presenza di una capitale sono ingredienti che, messi assieme, possono rappresentare il mix ideale.
Ma certo, l'Italia è fatta anche e soprattutto di pareri discordanti. Non a caso anche la Lombardia si candida per lo stesso obiettivo. La mancanza di unità, all'interno della nazione può essere un elemento utilizzabile dai nostri più diretti concorrenti.
Il sindaco Veltroni ha lanciato al riguardo un nuovo appello al governo affinchè sostenga la candidatura di Roma. Però non basta il solo campanile. Le richieste dalla casa europea sono state di una serie di urbanizzazioni che ancora non sono state -diciamo così- completate. Non sarebbe il caso che invece di litigare in casa e piangersi addosso, non ci si rimboccasse le maniche per rendere gli impianti di supporto, strade, viabilità su ferro, spazi ecologici, almeno rispondenti ai requisiti internazionali.
Bene. Restiamo in attesa. Un'attesa consapevole, che potrebbe essere una svolta interessante perché un'agenzia satellitare è e deve essere un volano di attività, un mattone prezioso perché la stessa cultura del settore venga amplificata.
Enrico Ferrone

CAMBIA IL PORTAVOCE DI ALENIA AERONAUTICA
Stefano Tagliani è la nuova voce dell'Alenia Aeronautica.
Giornalista professionista, 35 anni, laurea in Scienze Politiche, un master in Comunicazione. Il suo background più recente sono le colonne de "ilSole24Ore". Nel quotidiano della Confindustria, Tagliani si è occupato in prevalenza di argomenti del settore aeronautico e della difesa.
Nell'augurare al nuovo portavoce un vero "in bocca al lupo", ci auguriamo a noi stessi di ricevere notizie sempre positive dalla principale industria manufattoriera aeronautica italiana.
Buon lavoro, Stefano!!!
E.F.

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