UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VII - n° 6 luglio 2002

Stessi diritti, nuove tutele

L'articolo 18 non è stato modificato.
E' questo uno dei risultati dell'intesa tra governo e parti sociali. Le imprese che saliranno oltre i 15 dipendenti si vedranno riconosciute i benefici previsti dalla L.300.
Ma il patto in questione contiene altre novità.
Saranno stanziati almeno 700 milioni di euro per coprire l'aumento (al 60% per il primo trimestre, poi 40% e 30% nel terzo e quarto trimestre dell'ultima retribuzione) del trattamento di disoccupazione ordinaria.
E' stato soppresso l'articolo 4 del disegno di legge 848 bis ed è stato affidato alle parti sociali l'elaborazione di una proposta in materia di arbitrato.
La delega sulla cessione dei rami d'azienda sarà modificata in modo da non far entrare dalla finestra quella frammentazione aziendale a cui il sindacato aveva sbarrato la porta.
E' stata scongiurata la decontribuzione fino a cinque punti percentuali per i neoassunti.
Dal punto di vista fiscale la finanziaria del 2003 concretizzerà l'area di esenzione per i redditi minimi e determinerà specifiche deduzioni per i lavoratori dipendenti e pensionati.
Per il Mezzogiorno sono stati previsti investimenti per le infrastrutture; interventi sulle reti idriche-elettriche e sulle arterie viarie; facilitazioni per diminuire il divario dell'accesso al credito tra Nord e Sud d'Italia.
Infine, i lavoratori potranno usufruire nei periodi di crisi di una formazione continua in grado di migliorarne competenza e professionalità.
Insomma, dopo lo sciopero del 16 aprile, il governo ha fatto marcia indietro ed ha accettato le proposte del sindacato, a partire dalla concertazione che è stata riaffermata.
Ora l'attenzione si trasferisce alla definizione della piattaforma per il rinnovo contrattuale. Il governo ha definito l'inflazione programmata per il 2003 e il 2004: nel Dpef risultano indicate rispettivamente all'1,4 e all'1,3%. Lo ha fatto senza il coinvolgimento dei sindacati. Si tratta di percentuali troppo lontane dalla realtà, perché già il 2002 si chiuderà con un'inflazione intorno al 2%. Il sindacato nella piattaforma di rinnovo contrattuale dovrà avanzare delle richieste in linea con l'effettivo andamento dei prezzi. Quindi, le nostre richieste saranno superiori alle percentuali stabilite dall'esecutivo. Inoltre, nelle rivendicazioni contrattuali bisognerà insistere sull'estensione dei benefici economici ai lavoratori finora esclusi dalla contrattazione aziendale. Tra chi ha i premi integrativi e chi ne è escluso esiste una differenza di quasi 1.500 euro all'anno. Occorre trovare un meccanismo per ridimensionare questo divario. Infine, capitoli dell'attuale contratto, come gli inquadramenti professionali, dovranno essere riformati. Il rinnovo della parte normativa costituirà la vera sfida contrattuale. A settembre realizzeremo se si potrà definire una piattaforma comune, o se, invece dovremo presentarne una per conto nostro. In autunno scioglieremo anche questa incognita.
Antonino Regazzi

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