UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - n° 8  ottobre/novembre 2002

Un metalmeccanico alla guida del Brasile

L'ex tornitore meccanico vince alla grande in Brasile e segna una storica svolta a sinistra del gigante sudamericano. I dati dello spoglio confermano l'elezione di Luiz Inacio Lula da Silva a primo presidente di sinistra dal golpe militare del 1964, con un suffragio record che umilia il suo rivale al ballottaggio, il candidato di governo Jos Serra. Lula ha oltre il 60 per cento delle preferenze contro quasi il 40 di Serra. Il presidente del Partido dos Trabalhadores, Jos Dirceu ha parlato per primo di grande vittoria della democrazia: ''Lula mi ha detto che viene eletto nel nome di tutta la nostra generazion è'. E per una volta il carnevale di San Paolo, la metropoli in cui vivono Lula e la nuova first lady di origine italiana Marisa Casa, batte quello di Rio. Le tradizionali bandiere rosse del Partido dos Trabalhadores (PT) si sono mescolate a quelle bianche con stellina rossa della sua perfetta campagna elettorale ''moderata'' fra i grattacieli dell'Avenida Paulista. La memorabile notte della vittoria di Lula rischia di battere, in quanto a partecipazione e ad entusiasmo gridato, pianto e sambato, quelle dei cinque titoli calcistici mondiali. Il leader del maggior partito di sinistra dell'America Latina arriva infine al potere 13 anni dopo il primo dei suo quattro tentativi. Lo slogan di questa ultima campagna, ''Agora è Lula'', diventa adesso, dopo tanta attesa frustrata, l'urlo di sollievo di milioni di brasiliani raccolti in tutte le piazze, dall'Amazzonia alla frontiera con l'Uruguay, per festeggiare l'avvento di una nuova era politica. La vittoria dell'ex sindacalista metalmeccanico che a suo tempo osò affrontare, da minuscolo David, il Golia della dittatura militare, rappresenta in effetti un terremoto politico senza precedenti per l'intera America Latina. Dopo un decennio di neoliberismo dilagante, la sua principale potenza regionale guida adesso, sulle ceneri del disastro argentino, una virata a sinistra del tutto antagonica alla tendenza europea. ''Stiamo vivendo un momento nuovo nella storia del Brasile - ha detto Lula trasferendosi dal suo appartamentino di Sao Bernardo do Campo, suburbio industriale di San Paolo, al bagno di folla che lo attendeva nel centro della megalopoli - Ora dovremo agire con molta tranquillità, perché il Brasile è in una situazione difficile. Ma sono convinto che il nostro paese sia più forte di qualsiasi crisi''. Lula arriva al traguardo al termine di un lungo duello elettorale durante il quale la grande finanza internazionale e il cambio del dollaro hanno rappresentato avversari ben più feroci dei candidati in carne ed ossa con cui ha disputato per due turni la presidenza. Ma gli indicatori economici sembrano essersi ora dati una calmata. È forse una tregua concessa al neoeletto da un mercato sempre recalcitrante ma che, bene o male, dovrà pur rassegnarsi al plebiscitario avvento di Lula. Si aspettano già con ansia i primi segnali su quello che farà e su chi si metterà a fianco dopo l'insediamento del primo gennaio. Sono in molti infatti a sospettare che l'approccio soft da sinistra all'italiana e alla francese, con cui il padre del PT l'ha avuta finalmente vinta, non sia altro che una pelle d'agnello buttata temporaneamente sul vecchio pelo del lupo. Sorridente come non mai, con lo sguardo incantato di chi vede un sogno impossibile diventare realtà, Lula ha passato il giorno più importante della sua vita a leggere i versi di Carlos Drummond de Andrade, grande poeta brasiliano del novecento. Una delle sue poesie più famose recita: ''E agora Jos ? A festa acabou, a luz apagou, o povo sumiu, a noite esfriou, e agorà Jos ?''. (''E ora Jos ? La festa è finita, la luce si è spenta, la gente è sparita, la notte si è fatta fredda, e ora Jos ?''). E ora Lula? ''Voglio dirvi che il Brasile sta cambiando in pace e, più importante ancora, che la speranza ha vinto la paura. E ora posso affermare che il Brasile ha votato senza paura di essere felic è'. Questa la prima dichiarazione di Luiz Inacio Lula da Silva dopo la conferma della sua elezione a nuovo presidente brasiliano. Con al lato la moglie Marisa e il vice-presidente Jos Alencar ha detto di voler solo indirizzare qualche ringraziamento per ''il giorno più felice della mia vita''. Dopo aver fatto il particolare gesto di vittoria di tutta la sua campagna, le dita a forma di elle, Lula ha voluto innanzitutto rivolgere i suoi complimenti al popolo brasiliano ''per lo straordinario spettacolo di democrazia che ha mostrato il giorno 27 ottobre del 2002 nell'eleggere il suo presidente e i governatori''. Un grazie anche al presidente uscente Fernando Henrique Cardoso ''per la transizione più sensata e democratica della storia brasiliana'' che è già stata architettata per i due mesi di interregno prima dell'insediamento del primo gennaio. ''Grazie anche a tutti quelli che hanno votato nel mio avversario'', ha aggiunto paradossalmente Lula sottolineando l'importanza che la libertà democratica sta assumendo nel gigante sudamericano a 17 anni dalla fine della dittatura militare: ''Dal primo gennaio sarò presidente di tutti i 175 milioni di abitanti di questo paes è'. ''Voglio dire che la responsabilità di governare è molto grande - ha continuato, parlando con una gravità raramente vista nei suoi comizi pre-elettorali - Io e la mia equipe governeremo questo paese. Ma non sarà sufficiente. Noi convochiamo tutta la società brasiliana, tutti gli uomini e le donne di bene, gli imprenditori, sindacalisti, intellettuali, perché possiamo costruire un paese più giusto, fraterno e solidal è'. ''Alla comunità internazionale - ha concluso Lula - voglio dire che credo che il Brasile possa svolgere un ruolo straordinario per costruire un mondo davvero di pace per una crescita economica e sociale in questo continent è'. In un breve intervento alla tv brasiliana Globo, Lula ha infine chiesto all'universo finanziario internazionale ''di trattare bene il Brasil è' se desidera ricevere un analogo trattamento. Ha reiterato poi ancora una volta che gli obiettivi sociali saranno predominanti nel suo governo.
A.G.D.M.

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