Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - n° 1 gennaio/febbraio 2003
Rinnovo dei
contratti
Inverno caldo? Per ora soffia aria gelida sui rapporti fra sindacato,
Governo e datori di lavoro. L'inizio del 2003 è stato segnato anche
dalla ripresa delle attività per trovare accordi su vertenze spesso
difficili e complicate anche dalla vicenda Fiat e dalle polemiche sui
dati dell'inflazione. Si lavora dunque su piattaforme e soluzioni per i
lavoratori metalmeccanici (circa 2 milioni), per i lavoratori del
pubblico impiego (circa 3 milioni di cui 1 milione e 100 mila sono
lavoratori della scuola), per i lavoratori nei trasporti ( fra marittimi
, trasporto pubblico locale, ferrovie e trasporto aereo circa 280 mila),
per i dipendenti delle Poste (153.000) e per quelli del settore
Assicurazioni (50.000). Tuttavia ben pochi tavoli sono già operativi:
fra questi quello sulla scuola che grazie a una disponibilità
finanziaria derivante da risparmi dell'anno passato potrebbe avviarsi a
una chiusura della trattativa. Sugli altri fronti permangono blocchi e
rigidità che sostanzialmente riguardano il recupero (chiesto da tutti e
tre i sindacati) del differenziale fra l'inflazione programmata nel DPEF
(1,3% per il 2002 e 1,4% per il 2003) e il tasso ufficiale di inflazione
reale (1,7% per il 2002, 2,5% per il 2003), ma riguardano anche le
garanzie per i lavoratori precari e la questione dei diritti.
METALMECCANICI
Il contratto collettivo nazionale di lavoro metalmeccanico è scaduto il
31/12/2002 e riguarda circa 1.600.000 addetti, dipendenti del settore
industriale (ossia di aziende aderenti a Federmeccanica, Confapi,
Assistal, Confcooperative e altre non associate).Gli occupati nel
settore incidono per il 10 % sull'occupazione in Italia e la produzione
del settore rappresenta il 37% del totale manifatturiero (dati
Federmeccanica). Il settore si compone di circa 60.000 imprese con forte
presenza di imprese medio piccole (dimensione media di 27 dipendenti).
Il contratto metalmeccanico è scaduto (a luglio 2000) anche per 400.000
lavoratori metalmeccanici di imprese artigiane (autofficine, settore
edile) che però lo rinnovano separatamente. Secondo l'accordo
Governo-Sindacati del 1993, le nuove piattaforme dei contratti in
scadenza al 31 dicembre 2002 andavano presentate a settembre, ma le
piattaforme ufficiali passate al vaglio dei lavoratori o delle
rappresentanza sindacali, hanno preso corpo solo verso dicembre. Per ora
le tre confederazioni si muovono in ordine sparso, anche se la recente
crisi Fiat potrebbe ricompattare la Triplice. La piattaforma
rivendicativa della Fiom-Cgil è stata sottoposta a referendum
consultivo che è terminato ieri (la consultazione - che doveva
terminare entro il 13 dicembre - ha subito uno slittamento a causa delle
crisi apertesi alla Fiat e alla Marconi). I punti più salienti
riguardano 1) la lotta alla precarizzazione del lavoro 2) le
rivendicazioni salariali 3) l'estensione dei diritti. Per quanto
riguarda il punto 1) in particolare sono richiesti: la trasformazione,
dopo otto mesi, dei rapporti di lavoro a termine in rapporto di lavoro a
tempo indeterminato a parità di qualifica, il divieto di sostituire
lavoratori a termine con altri precari a fine contratto, l'estensione ai
co.co.co della normativa per malattia, infortunio, ferie e per giusta
causa di licenziamento (ossia la tutela dell'articolo 18 dello Statuto
dei Lavoratori). Per il punto 2) la Fiom chiede un aumento dei minimi
tabellari pari a 135 euro mensili. Sulla questione dei diritti (punto 3)
riflettori puntati sulla formazione continua (almeno 10 ore retribuite
l'anno per tutti i lavoratori), orari di lavoro (16 ore di permesso di
riduzione d'orario in più l'anno per chi svolge almeno 15 turni
settimanali e mezz'ora di riduzione in più per ogni notte lavorata),
aumento da tre a sei mesi del periodo di malattia, agevolazioni per i
lavoratori immigrati tra cui la possibilità di cumulo di permessi e
ferie, per il ricongiungimento periodico con i familiari nei paesi
d'origine e la garanzia del permesso di assentarsi per espletare tutte
le pratiche relative al permesso di soggiorno. Nella piattaforma dei
metalmeccanici della Uilm, si rivendica ''una politica salariale non
inflazionistica, ma che tuteli i salari reali, e un doppio livello di
contrattazione, con il contratto nazionale che salvaguarda il salario
reale e la contrattazione aziendale che ridistribuisce la produttività
e la ricchezza realizzata; l'aumento richiesto dei minimi tabellari è
di 92,34 euro medi. Per Antonino Regazzi- segretario generale della Uilm
'' con i tassi inflattivi correnti, non ci si può accontentare di
un'inflazione programmata così bassa: le nostre richieste fanno
riferimento ad un'inflazione del 2,1% per il 2003 e dell'1,9% nel 2004.
Inoltre puntiamo a recuperare anche lo scostamento tra l'inflazione
programmata utilizzata per definire gli aumenti contrattuali nel biennio
2001-2002 e quella che effettivamente si realizzerà.'' La Uilm propone
inoltre una revisione del sistema di inquadramento professionale
previsto dal Ccnl, datato inizio anni '70 e considerato '' ormai obsoleto
perchè non tiene conto dei mutamenti organizzativi e tecnologici che si
sono realizzati nelle imprese metalmeccaniche. Anche la Fim-Cisl punta
alla salvaguardia del potere d'acquisto dei salari, recuperando il
differenziale tra inflazione reale ed inflazione programmata. Secondo
Fim-Cisl l'inflazione programmata dell'1,4% per il 2003 e dell'1,3% per
il 2004 '' non è credibile e, quindi, non condivisa.''. Nell'ipotesi,
pertanto, di una chiusura a fine 2002 con un'inflazione al 2,4%, la
richiesta di aumento per la Fim è pari a 86,10 euro. All'aumento
richiesto per la difesa reale dei salari si dovrà aggiungere una quota
di produttività definita nel CCNL (ipotesi 2%), da distribuire a giugno
del 4° anno di vigenza (cioè il 2004) e da destinarsi ai lavoratori di
quelle aziende che non realizzeranno nel quadriennio la contrattazione
di 2° livello. Nel 2° semestre del 3° anno si può richiedere
l'apertura di una negoziazione territoriale per definire incrementi
salariali diversi da quanto stabilito a livello nazionale, tenendo conto
dell'andamento del settore metalmeccanico e della produttività nei
territori. ''Al di là del recupero inflattivo- spiega Giorgio Caprioli,
segretario generale Fim- Cisl - diamo priorità a tutta una serie di
normative che possiamo con questo contratto modificare: la riforma
dell'inquadramento professionale, il miglioramento dei diritti di
formazione continua e del diritto allo studio, con l'ampliamento del
monte ore complessivo e l'utilizzo delle 250 ore retribuite, oltre che
per l'alfabetizzazione e per la scuola dell'obbligo, anche per la scuola
media superiore'. La Fim ipotizza anche l'utilizzo fino ad un massimo di
150 ore retribuite nel quadriennio, eventualmente cumulabili in un solo
anno, sia per seminari universitari che per la formazione professionale
e l'apprendimento di lingue straniere (e della lingua italiana per gli
immigrati). Sui contratti di lavoro atipici, le co.co.co devono essere
ricondotte a lavoro subordinato e vi deve essere un tetto unico (limite
quantitativo in percentuale sul totale della forza-lavoro) per l'insieme
dei contratti atipici nell'ambito di ciascuna unità produttiva. Nella
piattaforma 2003 della Cisl si affacciano anche le novità portate dalla
recente riforma del collocamento: il sindacato di Pezzotta chiede
infatti la ''costituzione a livello nazionale e nei territori di un Ente
bilaterale di categoria (con finanziamenti a carico delle imprese)che
realizzi esperienze di co-decisione tra le parti sociali in materia di:
formazione continua, formazione e facilitazioni all'inserimento
lavorativo per i soggetti più deboli del mercato del lavoro, certezza
della formazione e sua certificazione per tutti i contratti a causa
mista (formazione-lavoro, apprendistato), formazione adeguata e continua
dei RLS (Rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza) in materia di
ambiente, salute e sicurezza, certificazione dei corsi e delle
competenze (crediti formativi), sostegno ai processi di mobilità e di
incontro tra domanda e offerta di lavoro, sostegno all'integrazione
sociale del lavoratore immigrato (casa, ricongiungimento familiare e
welfare)''. Il primo appuntamento del 2003 per i metalmeccanici è per
la mattina di lunedì 20 gennaio. In quella data infatti Federmeccanica
ha convocato le tre confederazioni per ascoltare concretamente le loro
rivendicazioni. Secondo il Direttore Generale di Federmeccanica Roberto
Biglieri '' lo strumento per difendere il potere d'acquisto dei salari
c'è ed è il protocollo Governo-Sindacati del 1993, in cui si prevede
il recupero del differenziale inflattivo fra inflazione reale e
inflazione programmata per il biennio passato. è sul futuro che le
stesse organizzazioni sindacali non sono d'accordo: Cisl e Uil
propongono di considerare una via di mezzo tra inflazione reale e
programmata, mentre la Fiom chiede di considerare solo la reale più
addirittura una quota di produttività. Per noi- ripeto- il Protocollo
del 1993 è ancora valido, non mi risulta che sia stato disdettato.
Inoltre il Protocollo d'Intesa è indice di una scelta politica in
quanto strumento che ci siamo dati tutti insieme per spostare le cose
dal conflitto al confronto'. E sulla contrattazione di secondo livello,
elemento di novità introdotto con forza in questa stagione di rinnovi?
Biglieri dice che la posizione di Federmeccanica '' è aperta e
concreta: noi riconosciamo che qualcosa di quegli accordi di dieci anni
fa potrebbe essere cambiato e che forse varrebbe la pena di metterci
mano per adeguarli di più ai giorni nostri. Una cosa è certa però:
gli assetti contrattuali si rinnovano a un tavolo diverso da quello del
rinnovo del contratto metalmeccanico. Se i sindacati convocano domani un
tavolo per discutere di nuovi assetti contrattuali siamo pronti, ma nel
frattempo si ferma il contratto dei metalmeccanici perchè le due cose
insieme non si possono fare. ''
PUBBLICO IMPIEGO
Il 'mare magnum' del Pubblico impiego interessato al rinnovo del Ccnl è
costituito da circa 3.000.000 di addetti distribuiti fra scuola, sanità
pubblica, Regioni ed Enti locali, Ministeri, agenzie Fiscali, enti non
economici, aziende autonome (Vigili del fuoco e Monopoli di Stato),
Università, enti di ricerca (CNEL, ENEA) o come il CONI, Presidenza del
Consiglio e istituzioni ad alta specializzazione artistica e musicale
(Accademie e Conservatori). Il contratto del Pubblico impiego è scaduto
il 31/12/2001 e va negoziato con l'ARAN (Agenzia per la Rappresentanza
Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni). A febbraio 2002 è stato
siglato un protocollo d'intesa Governo-Sindacati sul pubblico impiego,
in cui il Governo nella persona dell'allora Ministro per la Funzione
Pubblica Franco Frattini, confermava integralmente i contenuti del
protocollo Governo Sindacati del 23/7/93, e si impegnava a incrementare
le risorse finanziarie previste per il rinnovo dei contratti, portando
gli incrementi retributivi medi dal 4,45% al 5,56%, corrispondente ad un
aumento medio di 195.000 vecchie lire per i dipendenti delle
amministrazioni statali. Più tardi lo stesso Frattini si era impegnato
ad innalzare dello 0,35% i contributi . In seguito (a luglio) il DPEF ha
innalzato dall'1,3 all'1,4 il tasso di inflazione programmata
aggiungendo un ulteriore punto percentuale di recupero. La finanziaria
approvata a dicembre ha fornito la copertura finanziaria per questo
recupero per le Amministrazioni Centrali, Scuola e Aziende Autonome, ma
per i sindacati si tratta ancora di copertura insufficiente.
''L'inflazione programmata per il 2002 è dell'1,7% , mentre quella
reale è stata del 2,5% secondo l'Istat- dice Michele Gentile
coordinatore del dipartimento della Funzione pubblica della Cgil - Non
parliamo del 2003 anno per il quale è stato programmato un tasso
d'inflazione all'1,4%: assolutamente non credibile. Frattini aveva
riconosciuto la validità della richiesta , dopo di chè in finanziaria
non ci sono i soldi'. Un'altra incertezza economica grava
sull'applicazione degli accordi di febbraio ai settori della sanità,
Enti Locali, Università, Enti di ricerca e Parastato. Si tratta quasi
di un milione e mezzo di persone (1.200mila circa nella sanità, 100mila
nell'Università, 20mila nella ricerca, circa 250mila nel parastato);
per questi 5 settori la finanziaria non eroga direttamente le risorse
che vanno quindi cercate altrove.
SCUOLA
L'unica trattativa per il rinnovo contrattuale dei dipendenti pubblici
che si trova a livello avanzato è quella per la scuola: più di
1milione e 100 mila persone fra docenti e non-docenti. Sul tavolo tre le
piattaforme: una firmata dai tre sindacati confederali, una dello Snals
e uno della Gilda che quest'anno avendo superato lo sbarramento del 5%
alle elezioni dei Rappresentanti sindacali, siede per la prima volta al
tavolo delle trattative. Il Ministro alla Pubblica Istruzione Letizia
Moratti aveva già comunicato all'ARAN la disponibilità finanziaria di
234,860 milioni di euro derivanti da risparmi dell'anno precedente e
immediatamente esigibili e anche di 85milioni di euro per il personale
ATA (esigibili per il 2002). La cifra si va ad aggiungere ai 417 milioni
di euro previsti per il 2003(e agli 85milioni di euro degli ATA per il
2003) e a ulteriori 145 milioni di euro da verificare con il Ministero
del Tesoro. Secondo Daniela Colturani, Segretario Generale della Cisl
Scuola ''L'ultima riunione all'ARAN (l'8 gennaio ndr) ha fatto emergere
alcuni elementi positivi rispetto alle risorse che il Ministro Moratti,
con propria lettera, ha dichiarato essere disponibili. Ora bisognerà
accelerare i tempi per verificare concretamente se alle dichiarazioni e
alle disponibilità economiche annunciate seguano impegni concreti a
cominciare dalla difesa del salario dai processi inflattivi in atto.
Solo a queste condizioni si potrà procedere per arrivare all'accordo
finale. Per Antonio Foccillo- segretario confederale della Uil- ''è
importante chiudere il contratto sulla scuola anche per dare un segnale
positivo a tutti i lavoratori del pubblico impiego ''. Foccillo ricorda
che ''a settembre 2003 dovremo presentare la piattaforma per il secondo
biennio economico e non abbiamo ancora chiuso il primo. Se si chiude il
contratto per la scuola circa il 40% dei dipendenti pubblici avrà un
contratto; per me bisogna sedersi all'ARAN e cominciare a negoziare.
Rispetto al protocollo di febbraio manca la garanzia della copertura
dello 0, 35% di recupero del differenziale inflattivo ma si potrebbero
trovare altre soluzioni'. Più cauto e forse meno ottimista Gian Paolo
Patta segretario confederale Cgil , responsabile per le politiche
contrattuali e settoriali del pubblico impiego. ''Con il Governo - dice
Patta - ci siamo lasciati male, anche sulla scuola. Frattini si era
impegnato a incrementare dello 0,35 le retribuzioni per il pubblico
impiego, ma in dirittura d'arrivo Tremonti ha stoppato i finanziamenti.
La risposta è stata lo sciopero generale del 13 dicembre . Ora sembra
che almeno per la scuola le risorse ci siano ma manca la copertura
ufficiale e il decreto del Ministero del Tesoro che autorizza la spesa.
Inoltre rimane sempre il problema dello 0,35% in più per sanità, enti
locali, parastato e enti di ricerca. Noi siamo pronti a chiudere i
contratti se per tutti ci saranno le stesse garanzie. Ma se si protrarrà
oltre questa partita siamo pronti a riprendere in pieno le agitazioni e
a proclamare un nuovo scioperò'. E i rapporti fra confederazioni ?
Risponde Patta: ''Sono stati sempre improntati alla serenità e
all'unitarietà''.
TERZIARIO
Sono più di 3 milioni i lavoratori interessati dal rinnovo del
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Terziario: 1milione e mezzo
circa di dipendenti nel settore Turismo e circa 1milione e 600mila nel
commercio, settore molto ampio e sotto cui ricadono innumerevoli attività:
dal piccolo negozio nel centro di Roma alla grande catena internazionale
di ipermercati, dagli informatici alle agenzie matrimoniali. Ancora non
vi sono piattaforme rivendicative ufficiali, ma i temi che sicuramente i
sindacati porranno al centro della vertenza contrattuale per il
commercio sono le garanzie per i lavoratori ''flessibili', la
regolamentazione dell'uso della collaborazione coordinata e
continuativa, l'aumento dell'orario minimo per il part-time (molti
lavoratori aspirano a un orario completo, ma spesso le aziende offrono
solo il part-time). Per quanto riguarda l'inflazione, nessuna delle tre
confederazioni sembra accettare i tassi fissati nel Dpef e quindi si
profila una battaglia per il recupero del differenziale. Inoltre sarà
nell'ambito di questo contratto che si giocherà la partita della
domenica lavorativa, già proposta dalla Confcommercio . Ma per la Cgil
la proposta ''non esiste proprio' come dice Marinella Meschieri che
aggiunge:''la domenica rimane un elemento di straordinarietà e come
tale va considerato economicamente e contrattualmente'. Per quanto
riguarda la Confcommercio, Alessandro Vecchietti (Responsabile sindacale
e contrattuale) fa sapere che: ''ci aspettiamo un contratto improntato a
parametri che tengano conto delle particolari esigenze di flessibilità
della categoria.'' Sulla domenica lavorativa dice ancora che ''la
Confcommercio ha rappresentato con la massima trasparenza richieste che
venivano dai suoi associati, particolarmente da quelli che hanno attività
che si svolgono sui 7 giorni della settimana. Chi ha esasperato questa
polemica lo ha fatto per fini strumentalì'. Intanto in alcune grandi
catene si sta discutendo il contratto integrativo nazionale. Fra queste
ci sono: la Mercatone Uno (3000 dipendenti in 80 negozi sparsi in tutta
italia), la GS-Carrefour ( 700 supermercati, 21 ipermercati ), Esselunga
e Prenatal. Una piattaforma unica per il rinnovo del contratto del
settore turismo (scaduto il 31/12/2001) è stata presentata da Filcams
CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL. Le trattative sono state interrotte a
ottobre 2002, dopo la presentazione delle controproposte da parte delle
associazioni datoriali, giudicate negativamente dai sindacati. Dopo lo
sciopero del 6 dicembre, attualmente la situazione è ferma, anche se
segnali di ripresa sono attesi per la prossima settimana. Sulle stime
degli addetti nel settore turismo pesa il fattore stagionale che fa
lievitare o diminuire di molto la cifra dei lavoratori. Tuttavia si fa
riferimento (a luglio) per gli addetti delle 4 categorie coinvolte nella
contrattazione (Federturismo, Aica, Assoturismo, Confturismo) a circa 2
milioni di persone. Le richieste contenute nella piattaforma riguardano
principalmente: il rafforzamento della contrattazione di secondo
livello; la riqualificazione del lavoro, puntando a maggiore formazione;
la creazione di assistenza sanitaria integrativa; l'adeguamento delle
normative sui comportamenti di paga (il turismo è rimasto l'unico
settore dove la maternità è ancora pagata all'80% e gli infortuni sul
lavoro considerati malattia); un aumento retributivo di 85 euro mensili.
TRASPORTI
Il contratto dei lavoratori delle Ferrovie è scaduto il 31/12/1999e
coinvolge 100.000 addetti. Si tratta del ritardo più clamoroso in
materia di rinnovo contrattuali: dal 1997 non si adeguano i salari . Ciò
è in parte dovuto al passaggio obbligato (all' 1/1/2000) al nuovo
''Contratto delle Attività Ferroviarie '' che deve sostituire il
vecchio contratto realizzato con le FS in regime di monopolio. Il nuovo
contratto infatti deve prevedere la liberalizzazione del mercato e
quindi anche l'estensione a settori privati. Infatti la piattaforma è
stata presentata nel 2000 da Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt-Uil, Sma-Confsal,
Ugl a Agens, Confindustria e Fs. Per ora non sono quantificate con
precisione le richieste economiche: è in atto al vertenza anche se
(secondo la Filt-Cgil) ''con esasperante lentezza'. Secondo la Fit Cisl
'' per i ferrovieri bisognerà tener conto del recupero dell'inflazione
programmata per gli anni passati e di un recupero economico legato
all'aumento della produttività dal 1997 a oggi, tenendo conto che gli
addetti globali sono scesi di circa 20.000 mila unità .'' Si rinnova
anche il secondo biennio economico del contratto del trasporto pubblico
locale che è scaduto il 31-12-2001 e coinvolge 120.000 addetti. La
richiesta di adeguamento salariale presentata dalle tre confederazioni è
di 106, 39 euro mensili per il recupero del biennio passato e una
riduzione di orario (già concordata nel contartto quadriennale) di
un'ora, portando l'orario di lavoro settimanale a 38 ore (peraltro già
applicato dalla gran parte delle aziende). Asstra (grandi aziende del
trasporto pubblico) e Anav (aziende del trasporto privato) non hanno
aperto le trattative, sostenendo che non ci sono fondi e che , in virtù
del trasferimento anche in materia di trasporto pubblico locale, alle
Regioni, ci devono prima essere alcune garanzie di impregno da parte
degli Enti locali. I sindacati chiedono -fra l'altro- garanzie per le
gare europee previste in vista della liberalizzazione del mercato. Il
rinnovo del contratto del trasporto marittimo -invece - riguarda i
marittimi italiani imbarcati su società italiane; coinvolti circa
50.000 addetti. Il contratto è scaduto il 31-12-2002 . Nei giorni
scorsi è stata presentata una piattaforma siglata da Filt-Cgil,
Fit-Cisl, Uilt-Uil, articolata sugli specifici comparti di: naviglio
maggiore/ passeggeri / carico / crociere (mezzi veloci aliscafi, addetti
agli uffici ed ai terminals delle Società ed Aziende di Navigazione che
esercitano l'Armamento Privato, off-shore, rimorchiatori. La proposta
unitaria, punta, in primo luogo, a recuperare il differenziale tra
l'inflazione reale e quella programmata per il biennio 2001-2002,
tenendo conto che nel precedente accordo era stata ottenuta
l'anticipazione di una percentuale pari all'0,8%, sulle future
competenze. I sindacati inoltre rivendicano l'inflazione tendenziale (e
non la sola programmata) per gli anni 2003-2004 ed una quota di
produttività realizzata nel settore, da ridistribuire ai lavoratori. Lo
sviluppo di questi criteri realizza una percentuale complessiva del 6,8%
da rivendicare, al netto della quota di produttività non ancora
concretizzata, per un'approfondita analisi che le organizzazioni
sindacali stanno compiendo. Una seconda azione è quella di che vuol
favorire l'imbarco di Allievi Ufficiali per qualificare il lavoro e
l'occupazione nel settore e prevedere appositi percorsi formativi. Per
quanto riguarda il trasporto aereo, gran parte dei contratti aziendali
che riguardano gli addetti al trasporto aereo scadono il 31/12/2003. Fra
questi il contratto che riguarda i 17mila dipendenti Alitalia (11mila
unità del personale a terra, 4500 assistenti di volo, 2000 piloti),
quello degli aeroportuali (15mila dipendenti), quello dei lavoratori a
terra delle compagnie aeree straniere (2000 unità), quello con
Meridiana (1200 unità in tutto). Rimangono invece da rinnovare una
serie di contratti aziendali con vettori minori. Fra questi la realtà
più importante è quella di Air One, la compagnia di Carlo Toto, che
annovera 400 dipendenti. Il primo biennio economico è scaduto a maggio
2001. ''è una situazione paradossale-dice Roberto Scotti segretario
Filt-Cgil- a maggio 2003 scadrà il secondo biennio e non siamo riusciti
a rinnovare il primo'.
ASSICURAZIONI
Il contratto è scaduto il 31-12-2001 e coinvolge 50.000 addetti. La
piattaforma -presentata unitariamente da 5 sigle (FISAC,FIBA,UILCA e i
due autonomi FNA e SNFIA) nella scorsa primavera all'ANIA (Associazione
nazionale delle Imprese Assicurative) - contiene rivendicazioni
salariali sul recupero inflattivo, maggiorato di uno 0,5% legato al buon
andamento del settore.Dopo tre giornate di sciopero e una manifestazione
nazionale a novembre a Milano, la trattativa è ripresa e dalla prossima
settimana ci saranno una serie di incontri. Fra gli ostacoli da
superare, vi è la richiesta dei sindacati di mantenere il contratto
anche per i dipendenti che hanno subito scorpori o fusioni (molto
frequenti nel campo assicurativo). Fra le proposte dei sindacati anche
quella di avere una polizza assicurativa per la vecchiaia.
POSTE
Il contratto è scaduto il 31-12-2001 e coinvolge 160.000 addetti
dell'azienda Poste e 20.000 delle collegate (Postel, Sda etc). Le
trattative per il rinnovo sono ufficialmente cominciate giovedì 9
gennaio con una riunione fra l'Ente Poste e i 6 sindacati che hanno
firmato la piattaforma: Cgil,Cisl,Uil, Failp, Sailp, Ugl. Il contratto
già da due anni è passato da pubblico a privato . Le principali
richieste riguardano: modifiche alla normativa (riguardo alle relazioni
industriali si punta molto alla contrattazione di secondo livello ), la
questione dei diritti , garanzie contro la precarizzazione.
Sostanzialmente invariato l'impianto orario (36 ore settimanali) mentre
per la parte salariale si chiede un adeguamento complessivo di +10,% ,
corrispondenti a circa 140 euro mensili. Il calcolo è stato fatto
basandosi sul recupero inflattivo del precedente quadriennio ( perchè
non erano stati rinnovati i bienni economici), più il recupero del
biennio in corso , con parametri inflattivi al 2,5% per il 2002 e 4,5%
per il 2003, più ancora un aumento di tre punti pari al recupero della
produttività di sistema. ''Consideriamo quest'ultimo punto-dice Piero
Leonesio segretario nazionale Lavoratori Poste Cgil - molto importante
perchè l'Ente Poste è passato, dal 1998 al 2002, dai 2500 miliardi di
vecchie lire di deficit a un bilancio in attivo. Questo è stato
possibile anche grazie ai lavoratori , alla loro aumentata
professionalità (basti pensare all'enorme sforzo di alfabetizzazione
informatica) e anche a tagli sul costo del lavorò'. Gli incontri fra
Ente Poste e sindacati sono stati già fissati con un calendario
piuttosto fitto. A fine mese ci sarà una prima verifica sulla
possibilità di chiusura della trattativa.
Mariangela Pani
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