Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - n° 1 gennaio/febbraio 2003
Israele: Sharon
vince le elezioni
I risultati delle elezioni israeliane hanno confermato la vittoria
del Likud di Ariel Sharon,
annunciata dagli exit poll. Al termine dello scrutinio di tutti voti dei
seggi elettorali, il partito del premier ottiene 37 deputati, seguito
dai laburisti al loro minimo storico con 19 deputati. Terzo
partito, la formazione laica Shinui, con 15 deputati, seguito dagli
ultraortodossi dello Shas (11), dal partito di estrema destra Unione
Nazionale (7) e dalle 'colombè del Meretz (6).
Gli altri seggi alla Knesset sono così ripartiti: 5 al Partito Nazional
Religioso che rappresenta gli interessi dei coloni, 5 al partito del
Giudaismo Unito nella Torah, 4 a Una Nazione, la formazione del
sindacalista Amir Peretz, 4 al partito arabo israeliano Hadash, 3 al
partito arabo israeliano Balad, 2 al partito arabo israeliano Ra'am e 2
a Yisrael B'Aliyah, il partito degli ebrei russi di Natan Sharanski che
ha subito un crollo rispetto ai precedenti sei seggi. Ariel Sharon ha
ottenuto una importante vittoria elettorale, diventando il primo capo di
governo israeliano a venir riconfermato in un secondo mandato dal 1980.
Ma i 37 seggi ottenuti dal Likud non bastano a fare un governo e le
difficoltà di riunire un esecutivo che rappresenti la maggioranza dei
120 deputati della Knesset. Nel suo discorso della vittoria, privo di
toni trionfalistici, Sharon ha lanciato un appello a tutti i partiti per
la formazione di un ampio governo di unità nazionale. ''Non è tempo
per celebrare, è tempo di unirsi assieme, ha dichiarato, ricordando le
difficoltà che sta attraversando il paese: il terrorismo,l'incombente
crisi irachena, i problemi dell'economia. Ma al momento il laburista
Amram Mitzna, il cui partito, arrivato secondo, ha raggiunto il minimo
storico con soli 19 seggi, continua a rifiutare l'ingresso in un governo
guidato da Sharon. ''Non è una disgrazia trovarsi all'opposizione -ha
dichiarato oggi- e io vi prometto: non ci rimarremo a lungo... la
politica è una maratona e noi siamo ai primi chilometri della corsa. Il
popolo ha scelto Ariel Sharon come primo ministro e ha scelto noi come
alternativa. Deciso a rimanere all'opposizione fino a quando i laburisti
non riusciranno a rovesciare il governo Sharon, Mitzna dovrà però
affrontare i suoi avversari in seno al partito, che solo la settimana
scorsa proponevano di sostituirlo all'ultimo momento con il premio Nobel
per la Pace Shimon Peres. Proprio il premio nobel per la pace, dal suo
ufficio di Tel Aviv sta lavorando ad un cartello dei partiti della
sinistra (Laburisti, partiti arabi israeliani, Meretz) che insieme allo
Shinui possano condizionare dall'interno il premier di un eventuale
governo di unità nazionale. Ai Laburisti si è rivolto senza mezzi
termini Tommy Lapid, il leader del partito laico Shinui (cambiamento),
esortando i laburisti a deporre Mitzna se continuerà a rifiutarsi di
entrare al governo. Lo Shinui è la vera sorpresa di queste elezioni:
aveva sei seggi e oggi ne ha vinti 15, candidandosi a diventare elemento
chiave dei negoziati per la formazione di una coalizione. Lapid ha già
chiarito che non entrerà mai a far parte di un governo assieme agli
ultraortodossi dello Shas (11 seggi). Il suo successo è dovuto ad una
piattaforma strettamente laica, con lo slogan ''liberta' di religione,
libertà dalla religionè'.
Antonio Giulio Di Mario
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