Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - n° 1 gennaio/febbraio 2003
La morte di Giovanni
Agnelli
''Commozione e cordoglio" sono state espresse
dal segretario generale della Uilm Antonino Regazzi in un telegramma
inviato al presidente di Fiat Paolo Fresco. ''La Uilm -si legge nel
messaggio- esprime commozione e cordoglio per la scomparsa del
Presidente Onorario della Fiat, senatore Giovanni Agnelli. Per oltre
mezzo secolo l'avvocato Agnelli ha rappresentato l'immagine
dell'industria e del Paese all'estero". ''Gli riconosciamo
-prosegue Regazzi- di aver sempre difeso fino all'ultimo istante il
settore dell'auto nella difficile competizione internazionale, mostrando
rispetto ed interesse nel confronto sindacale e, soprattutto, verso i
lavoratori. Al Presidente, ai componenti del Cda, ai familiari giungano
le nostre più sentite condoglianze". La malattia dell'Avvocato è
stata l'ombra che ha accompagnato come un macigno i mesi più difficili
della crisi Fiat. È mancata in più occasioni la sua parola
rassicurante, il suo intervento chiarificatore, l'equilibrio e il
carisma che lo hanno sempre contraddistinto. Quando otto mesi fa, il 9
maggio dello scorso anno, Gianni Agnelli aveva deciso di rendere
pubbliche le sue condizioni di salute, i problemi dell'Auto erano già
evidenti (il piano di riorganizzazione è stato varato il 10 dicembre
2001). ''Vado negli Stati Uniti - aveva spiegato - per fare un ciclo di
analisi e cure per un male alla prostata, di cui soffro da tempo. E
siccome da qualche giorno circolano voci, forse messe in giro ad arte,
che si riflettono su speculazioni di borsa, ho deciso di agire con la
massima trasparenza e dar conto pubblicamente delle mie decisioni. Non
posso accettare che un mio problema personale si ripercuota sugli
azionisti, sull'azienda e su tutto ciò che si muove intorno a
noi". Agnelli non aveva mai parlato della natura della sua
malattia, ma negli ultimi tempi circolavano voci insistenti che
soffrisse a causa di un tumore della prostata in fase avanzata e con
complicanze della coagulazione. Probabilmente per sottoporsi alla
chemioterapia è stato ricoverato al Memorial Sloan Kettering di New
York. Il tumore della prostata è il più diffuso tra gli uomini, subito
dopo quello del polmone, con un'incidenza di 70-80 casi ogni 100.000
uomini di oltre 50 anni. La sua partenza per New York avveniva quattro
giorni prima dell'arrivo a Torino del presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, e a cinque giorni dall'assemblea Fiat. Il 23 maggio, poi, a
Roma, era in calendario l'assemblea di Confindustria. Erano tutti
appuntamenti ai quali non avrebbe voluto rinunciare. ''Sono molto
dispiaciuto - aveva ammesso - perché questa decisione mi obbliga a non
essere presente o a rinviare importanti impegni che mi attendevano nelle
prossime settimane. Naturalmente mantengo tutte le mie responsabilità e
continuerò a seguire dagli Stati Uniti l'andamento del gruppo in
stretto contatto con il management''. Per la prima volta da sessant'anni
Agnelli mancava a un'assemblea. E al saluto rivoltogli dal presidente
Paolo Fresco, all'apertura dei lavori, era seguito un lungo e caloroso
applauso degli azionisti. In collegamento diretto da Park Avenue, il
presidente d'onore della Fiat lo aveva sentito. Dagli Stati Uniti
l'Avvocato era rientrato il 4 giugno, dopo aver finito un ciclo di
terapie. La notizia era stata data durante la presentazione alla
Palazzina di Caccia di Stupinigi di due nuovi modelli Lancia, la Phedra
e la Thesis. Allora a Piazza Affari il titolo aveva subito recuperato un
punto, a conferma dell'attenzione con cui gli operatori economici
seguivano le sue condizioni di salute. Unica uscita pubblica in questi
otto mesi era stata l'inaugurazione della Pinacoteca che porta il suo
nome e quello della moglie Marella, nello scrigno del Lingotto
progettato da Renzo Piano. Quel giorno, il 20 settembre, Agnelli aveva
incontrato il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, il
presidente del Senato, Marcello Pera, il ministro per i Beni Culturali
Giuliano Urbani e l'amico Henry Kissinger. Il colloquio aveva toccato
temi diversi: economia, calcio, arte. Lontano dai cronisti e dalle
telecamere: solo una foto ufficiale pubblicata il giorno dopo su tutti i
giornali. Un barlume di speranza si era acceso il 15 ottobre, quando era
sceso al Lingotto per partecipare a una riunione. Era il giorno in cui
la Gm aveva annunciato la svalutazione del 97% della quota in Fiat Auto.
La società torinese commentò la notizia con un comunicato deciso, che
da molti fu letto come uno scatto d'orgoglio dettato proprio
dall'Avvocato. Ma la malattia continuò il suo corso e le condizioni di
Agnelli peggiorarono. A novembre era stato necessario un altro ciclo di
cure a New York, al quale era seguito il ritorno a Torino, a Villa
Frescot. Da allora Agnelli ha vissuto nel silenzio della sua residenza
torinese: nessuna apparizione pubblica, nessun commento sulle vicende
della Fiat che ha però continuato a seguire fino alla fine, in stretto
contatto con i suoi collaboratori e con il fratello Umberto.
a cura di Antonio Giulio Di Mario
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