Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - n° 1 gennaio/febbraio 2003
Il diritto al
contratto dei lavoratori
Scriviamo queste righe alla vigilia del possibile conflitto in
Medioriente. La sinergia tra dittatori e terrorismo non sembra suggerire
altre vie d'uscita alla Comunità internazionale. Abbiamo assistito a
marce in tutta Europa in cui si proclamava la parola pace. A Roma i
manifestanti hanno aggiunto al tanto evocato termine una condizione:
"Senza se, senza ma". Anche noi siamo per la pace. I dittatori
devono distruggere i loro arsenali di sterminio in ottemperanza alle
risoluzioni dell'Onu. Ecco perché non condividiamo quel "senza se
e senza ma".
Riscontriamo in questi tristi giorni che alcune forze politiche e
sindacali si prestano a dare copertura alla disobbedienza civile,
esortando movimenti e gente comune a boicottare il passaggio dei treni
che trasportano mezzi ed armamenti militari. Una frangia dei
"disobbedienti" è arrivata al punto di teorizzare anche il
blocco dei treni civili, quelli che trasportano passeggeri: "Basta
-sostiene-abbassare la leva del freno", proprio quella accanto alla
targhetta con su scritto "Tirare solo in caso d'emergenza". La
Fiom è tra gli sponsor di questi slogan e della saldatura organica con
i movimenti dei "New global" e dei "disobbedienti"
caratterizzati da un unico comune denominatore : l'antiamericanismo.
Molti nella Cgil continuano ad applicare lo stesso schema antagonista
realizzato dalla primavera del 2001. Insomma, la Fiom su questo
argomento, appoggia la linea politica di Sergio Cofferati.
Noi riteniamo che i pronunciamenti del presidente della Fondazione Di
Vittorio continuino ad essere di ostacolo ad un sereno dialogo tra le
parti sindacali e ad indebolire lo stesso centrosinistra. Cofferati con
la sua azione politica sta determinando il bipolarismo sindacale contro
ogni possibilità di unità.
Al di là del giudizio politico, siamo fermamente convinti che ogni atto
che leda la legge e danneggi lavoratori ed utenti sia da condannare
pubblicamente e da non confondere con l'obiezione di coscienza. Dopo gli
scioperi solitari, la Fiom s'appresta a fare dell'intervento armato in
Iraq la nuova frontiera del dissenso.
Contratto e vertenza Fiat
Continuano gli incontri per il rinnovo del Contratto nazionale. A
questo tavolo la Fiom conferma la posizione di sindacato antagonista.
Organizzazioni sindacali che fanno questa scelta non hanno futuro; solo
un organizzazione concertativa è in condizione di guardare al domani.
Con questa predisposizione la Uilm è pronta a trattare con
Federmeccanica per fare un contratto che difenda il potere d'acquisto
delle retribuzioni e che adempia il "diritto al contratto" dei
lavoratori, mentre i metalmeccanici della Cgil fanno di tutto per non
farlo.
Anche i lavoratori della Fiat abbisognano di certezze per il loro
futuro: il fatto che Umberto Agnelli sia stato nominato al vertice del
Gruppo torinese è segno di buon auspicio.
La circostanza che la "famiglia" esponga in questo modo il
fratello dell'Avvocato Gianni Agnelli può essere interpretata con il
proposito della proprietà a difendere e rilanciare il settore
dell'auto. Il Sindacato desidera a questo punto capire come i partner
attuali e i possibili finanziatori (che hanno annunciato di volersi
impegnare) possano contribuire allo stesso rilancio della casa torinese.
In questo senso la proprietà dovrà illustrarci, in uno specifico
incontro che abbiamo richiesto, le eventuali modifiche al Piano
industriale già presentato.
Referendum
Infine, una fugace indicazione in merito al referendum
sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Condividiamo la proposta di legge della Uil per un estensione dei
diritti ai lavoratori. Auspichiamo che il Parlamento riesca a votare una
legge prima della consultazione referendaria. Ma se non dovesse
riuscirci, la conseguenza logica per la nostra organizzazione sarebbe
quella di esprimersi per un no al quesito sulla scheda elettorale.
Infatti il referendum sull'articolo 18 è contro il Patto per l'Italia
che la Uil ha sottoscritto lo scorso 5 luglio.
Antonino Regazzi
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