Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - n° 1 gennaio/febbraio 2003
Una buona scuola
pubblica per tutti
E' semplicemente questo l'obiettivo che deve essere perseguito dal
processo riformatore. Il valore dell'istruzione, l'importanza del
possesso delle conoscenze, la capacità critica, sono alla base dei
processi di sviluppo non solo economico e sociale, ma anche civile e
democratico.
Nel gennaio di 40 anni fa entrava in vigore la scuola media unica.
Quest'anno ne ricorre il quarantennale che come UIL abbiamo deciso di
celebrare.
Lo ricordo per due ragioni: la prima per avere a riferimento nel
processo riformatore della scuola quel processo riformista davvero
positivo, che insieme allo statuto dei lavoratori rappresentò una
stagione politica da non dimenticare. Parlare di riforma della scuola
vuol dire anche riferirsi alla scuola che c'è, non solo a quella
gentiliana da sconfiggere o a quella da costruire sulla base di
un'ideologia o di un progetto a tavolino. La seconda considerazione è
che quella riforma che aprì la scuola a tutti, fu realizzata con una
grande partecipazione e un grande consenso.
Oggi, dobbiamo ampliare ai livelli superiori la scuola per tutti e
dobbiamo coinvolgere insegnanti, personale, cittadini ad una riforma che
dovrà modernizzare e ampliare le opportunità di un sistema integrato
di formazione e istruzione. La UIL ha elaborato un proprio progetto che
ha sottoposto all'attenzione delle forze politiche.
Lo riproponiamo mentre si deve costruire una riforma moderna e
condivisa.
Le preoccupazioni maggiori sulle quali occorre una politica che può
raccogliere tanti consensi tra i cittadini sono:
- Il ruolo della scuola pubblica: il 93% degli studenti frequenta scuole
statali e che quindi le risorse finanziarie dello Stato devono essere
finalizzate all'innalzamento della qualità, alla modernizzazione delle
strutture, alla loro sicurezza in termini di strutture edilizie, al
riconoscimento dei nuovi impegni ai lavoratori, e alla valorizzazione
delle professionalità. Il lavoro con l'autonomia è sempre più
complesso e richiede un vero riconoscimento anche retributivo.
Un punto fermo deve essere chiaro no al finanziamento delle scuole
private e al buono scuola.
- La difesa del carattere nazionale dell'istruzione, fondata sulla
libertà di insegnamento e su una centralità dell'autonomia scolastica,
sede in cui lo Stato organizza e realizza l'offerta formativa anche con
un collegamento e una integrazione con il ruolo delle regioni in materia
di lavoro e formazione professionale. La competenza esclusiva delle
regioni in materia di gestione ed organizzazione delle scuole oltre che
della definizione di quote di programmi regionali, ci vede decisamente
contrari. Lo ripetiamo da tempo: "attenzione la vera
privatizzazione della scuola passa per la devolution". Un sistema
imperniato su venti diverse legislazioni determinerebbe frammentazione
civile e sociale.
Qualità e modernizzazione della scuola italiana: la sfida riformista
della Uil
La sfida riformista che, da sempre, la Uil lancia per la scuola italiana
è quella della qualità e della modernizzazione. Purtroppo un passato
di riforme annunciate, mancate o costruite a tavolino non ha fatto
raggiungere tali obiettivi.
La scuola che vogliamo è una scuola per tutti che ampli le
opportunità, favorisca la crescita culturale di tutti i giovani in
quanto cittadini e non delinei una divisione già nella fanciullezza tra
chi è deputato nei saperi e chi al lavoro manuale.
Si tratta di completare (dopo 40 anni!) il processo iniziato nel '63,
tenendo conto dei grandi cambiamenti, anche in riferimento al processo
dell'Europa, nella quale i nostri giovani vivono e per cui occorre
solida cultura di base (secondo la tradizione della nostra scuola),
competenze informatiche conoscenza delle lingue in particolare
dell'inglese.
Investimenti per la scuola pubblica
Mentre le prospettive del nostro sistema permangono confuse tra vecchio
centralismo, autonomia, regionalismo, le istituzioni scolastiche
continuano a garantire livelli di funzionamento validi e esiti positivi,
soltanto per la qualità dei lavoratori e per la capacità di affrontare
le diverse difficoltà.
E' sempre più evidente il rapporto diretto tra istruzione e cultura e
libertà.
Per dare concretezza a tale considerazione occorre una politica di
investimenti e non di tagli. Oggi non contestiamo l'esigenza di una
razionalizzazione della spesa, ma la gestione meramente ragionieristica
che considera la spesa per la scuola pubblica non un investimento ma una
voce da tagliare con evidenti conseguenze sulla qualità.
La scuola è vista come un settore in cui risparmiare dimenticando il
ruolo importante che essa svolge per l'innovazione e la coesione
sociale.
La Uil, da anni, ha evidenziato la necessità di dare garanzie più
ampie alla scuola, alla sicurezza delle strutture, al riconoscimento del
valore del lavoro, al mantenimento del carattere nazionale e statale
dell'istruzione. Vanno superati i vecchi luoghi comuni e riconosciuti in
concreto i nuovi compiti, le nuove responsabilità che la scuola
richiede.
Ancora senza contratto
In questo clima di incertezza e con un contratto scaduto da oltre un
anno, ogni giorno gli insegnanti continuano a garantire una buona scuola
per tutti, una buona scuola statale, laica e libera.
Al di là della riforma, oggi la priorità è quella di riconoscere il
lavoro degli insegnanti: sono loro che fanno una buona scuola di
qualità.
La Uil ricorda che gli stipendi di tutto il personale della scuola sono
fermi al 2001 e quindi erosi dall'inflazione. Ciò non è più
sopportabile.
Il mondo della scuola protesta perché, con il contratto scaduto da
quattordici mesi, il governo non ha ancora creato le condizioni per la
sua chiusura.
In particolare, dopo l'impegno assunto il 20 dicembre 2002 dal Ministro
Moratti sulla quantificazione delle risorse da destinare alla
valorizzazione professionale in relazione a quanto previsto dalla Legge
Finanziaria, a tutt'oggi non è stata ancora data da parte del governo
effettiva disponibilità al loro utilizzo. L'obiettivo dei sindacati
scuola Cgil, Cisl, Uil e Snals - che nei giorni scorsi hanno dichiarato
lo stato di agitazione di tutto il personale della scuola e avviato le
procedure previste per la proclamazione dello sciopero - è la rapida
chiusura del contratto in base agli accordi intervenuti tra le parti e
alla disponibilità di risorse previste dalla Legge Finanziaria.
In questo quadro il contratto di lavoro dovrà dare certezza di stato
giuridico a tutto il personale; garantire la difesa del potere
d'acquisto delle retribuzioni ferme al 2001; valorizzare le
professionalità del personale docente ed ata; dare certezza alle
relazioni sindacali a tutti i livelli a partire da quello di scuola.
Il Governo affronti con responsabilità tale questione: il rinnovo del
contratto è oggi la vera priorità.
Massimo Di Menna
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