UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - n° 1  gennaio/febbraio 2003

Umberto Agnelli guiderà la Fiat

La scelta di Umberto Agnelli come presidente del Gruppo Fiat delinea con maggiore chiarezza non solo il futuro del grande gruppo industriale italiano, ma anche quello della più nota e importante dinastia del nostro Paese.La decisione dell' accomandita (fatta nella drammatica giornata in cui moriva il vecchio ''patriarca') porta con sè alcuni significati precisi, che il presidente della Fiat, Paolo Fresco, non ha mancato di sottolineare: ''L' assunzione di responsabilità in prima persona da parte di Umberto Agnelli e la messa a disposizione di nuovi mezzi familiari da parte dell' accomandita - ha detto - danno un forte segnale al mercato, all' opinione pubblica e sono un impegno chiaro per il futuro dell' Azienda. Fresco ha anche chiarito che Umberto entrerà nel consiglio di amministrazione al più presto, per permettere che ''l' avvicendamento al vertice dell' azienda, che potremo annunciare all 'assemblea di maggio, avvenga senza scosse. Dunque c' è ''la garanzia di continuità nella gestione, assicurata anche dalla permanenza di Alessandro Barberis nel ruolo di amministratore delegato. Sono stati fissati alcuni punti fermi: gli Agnelli non intendono rinunciare al controllo del Gruppo Fiat, nè vogliono buttare a mare il loro business ''storico", l' auto, e per dimostrarlo concretamente hanno, come qualcuno aveva sollecitato nei giorni scorsi, ''messo mano al portafoglio". Infatti l' accomandita ha stabilito di proporre alla prossima assemblea un aumento di capitale di 250 milioni di euro. Il piano di riorganizzazione del Gruppo studiato dalle banche di affari di Fiat e Ifi-Ifil e dalla Banca Imi, e condiviso da Umberto Agnelli, va avanti lungo le linee delineate, che prevedono soprattutto lo scorporo di Fiat Auto dagli altri settori, un consistente aumento di capitale (tra i 3 e i 5 miliardi di euro), una più stretta alleanza con General Motors (che potrebbe aumentare la sua quota azionaria in Fiat Auto) e il probabile ingresso di nuovi soci (come la Hopa del finanziere bresciano Gnutti). Va avanti anche il programma di lancio dei nuovi modelli (4 o forse più nel solo 2003) per ridare slancio alle vendite dei marchi automobilistici. Gli Agnelli mostrano di avere fiducia nel futuro anche facendo avanzare la loro quarta generazione: se John Elkann diviene a tutti gli effetti il rappresentante della quota più consistente dell' accomandita di famiglia (col 30% ereditato dal nonno), il cugino Alessandro Nasi, 28 anni, assume l' importante incarico di socio accomandatario, affiancando Umberto Agnelli, lo stesso John Elkann, Paolo Fresco, Gianluigi Gabetti e Gabriele Galateri. Con lui si rafforza il ramo ''torinese" della famiglia. Il giovane Nasi è infatti nato nel capoluogo sulbapino, dove si è laureato in Economia e Commercio. Dall'inizio del 2002 si è trasferito negli Stati Uniti ed è entrato alla Merrill Lynch di New York e attualmente è associato in Jp Morgan Chase, sempre a New York, una delle principali banche d'affari a livello mondiale, dove opera nel settore dell'analisi e della valutazione di aziende e fondi di investimento. Umberto Agnelli aveva lasciato la Fiat nel '93 in contrasto con Mediobanca che aveva messo a punto il piano di ricapitalizzazione e di riassetto azionario del Gruppo torinese. Vi rientra per assumere il testimone dal fratello Giovanni, che già lo aveva indicato come suo successore, ma che poi aveva dovuto rinunciare a quel progetto. Oggi il fratello più giovane degli Agnelli (è nato a Losanna il primo novembre del 1934) si assumerà l' onere di rilanciare il gruppo in un momento assai difficile e sembrano di grande attualità certe sue considerazioni del '91, quando in qualità di responsabile dell' Ifil e quindi come rappresentante dell' azionista di riferimento faceva presente certe sue preoccupazioni sul settore Auto.Il primo incarico di una certa responsabilità Umberto lo assunse a soli 22 anni, quando, come aveva già fatto Gianni, iniziò il suo cursus honorum con la presidenza della Juventus, mantenuta dal '56 al '62. Fu lui che portò in Italia Omar Sivori e John Charles e che costruì una delle Juventus più forti della storia. Si faceva intanto le ossa alla Sai, l' allora piccola compagnia di assicurazioni che seppe organizzare e trasformare in uno dei principali gruppi assicurativi del paese. Poi andò ad affrontare un' altra sfida manageriale, questa volta fuori dall' Italia, alla Fiat France ed anche in quel caso la rafforzò tanto da farla diventare il più importante investitore straniero Oltralpe. Nel '68 assunse la responsabilità del Gruppo Affari internazionali della Fiat e nel '70 divenne amministratore delegato della Fiat Spa. In questa veste mise a punto alcune linee direttive per trasformare in modo sostanziale una struttura rigidamente centralistica. ''Si imponeva - scrive lo storico Valerio Castronovo - il passaggio a una struttura orizzontale per società di prodotto" dotate di autonomia, un' idea che aveva maturato e messo a punto alla Fiat France. Un progetto di non facile attuazione, soprattutto perché si scontrava con gerarchie consolidate e manager più anziani di lui, ma che portò avanzi con quella concretezza e disciplina che gli riconosceva il fratello Gianni. Umberto Agnelli chiedeva ai suoi collaboratori di assorbire una nuova cultura di impresa più aperta e sensibile alle problematiche sociali e per preparare i manager alla nuova mentalità creò l' Isvor, l'Istituto per lo sviluppo organizzativo che ha ancora oggi sede a Marentino, sulla collina torinese. Nel frattempo accettava di impegnarsi in prima persona in politica con la candidatura al senato per la Dc nel '76 (rimase a Palazzo Madama fino al '79). Convinto sempre che l' Italia avesse bisogno di quadri direttivi più moderni e preparati in quel periodo fondò con il senatore Andreatta l' Arel. Nell'80 assume anche la carica di vicepresidente della Fiat, quella che nel settembre del '93 lasciò per assumere la responsabilità operativa di Ifi (di cui è vicepresidente e amministratore delegato) e di Ifil (di cui è presidente e amministratore delegato). L' Ifil, grazie a Umberto è diventata una grande holding di partecipazioni, con una grande espansione internazionale che, oltre alla Fiat, spazia dalla grande distribuzione (Rinascente), al credito (Sanpaolo Imi) al turismo (Alpitour, Club Med, Sifalberghi), alla carta ((Awa), ai servizi (Sgs). Attraverso l' Ifi ha trasformato la Juventus in una moderna società quotata con importanti progetti di investimento.Negli anni ha intessuto vaste relazioni internazionali. È stato presidente dell' associazione dei costruttori europei di auto (l' Acea), presidente del gruppo di lavoro per le infrastrutture della ''round table" europea e del comitato promotore della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione. In campo artistico, Umberto Agnelli è uno dei cinque consiglieri internazionali del Premio imperiale del Giappone (una sorta di Nobel dell'arte). Importante anche la sua presidenza della Fondazione Italia in Giappone che con successo ha presentato per un anno di fila il nostro paese nel lontano Oriente.
AGDM

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