Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - n° 2 aprile 2003
Marco Biagi, un
artigiano delle idee
"Era un intellettuale della migliore razza. Un
tecnico, un artigiano delle idee, un progettista. Quello che elabora un
pensiero e poi lo mette alla prova": così il presidente del
Senato, Marcello Pera, ha ricordato la figura di Marco Biagi in
occasione della commemorazione che si è svolta, a un anno
dall'assassinio del giuslavorista, a Roma a Palazzo Giustiniani, alla
presenza del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
"Socialista e cattolico, Marco Biagi - ha proseguito Pera - si era
posto il problema di come modernizzare il mercato del lavoro senza
ledere gli autentici principi di tutela dei lavoratori ma anche senza
trasformarli in garanzie corporative. Affrontava così il futuro del
nostro paese in un contesto europeo e globale". Questa, secondo il
presidente del Senato, la testimonianza che ci hanno lasciato le sue
idee: "Fu molto apprezzato e stimato da uomini e governi di
sinistra e di destra. Amato dai suoi allievi, come accade ai maestri
naturali, ammirato dai suoi colleghi, rispettato dalla comunità
scientifica internazionale. Ma fu anche ostacolato, come accade spesso a
chi, pur tenendo fermi i principi e valori, tenta nuovi strumenti per
realizzarli". Alla cerimonia di commemorazione è intervenuto anche
il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: "Aveva intravisto
la possibilità di essere utile al suo paese e soprattutto ai giovani,
sfidando chi si opponeva alla modernizzazione e conscio del pericolo che
ciò comportava. Non ho avuto il privilegio di lavorare con Biagi - ha
aggiunto Berlusconi - ma mi sono identificato completamente nella sua
visione di ciò che si deve fare per trasformare il nostro in un paese
moderno". Il presidente del Consiglio ha poi sottolineato
l'importanza della riforma del lavoro delineata da Biagi: "Tra le
riforme che dobbiamo attuare nei cinque anni di legislatura, è la più
importante perché riguarda il futuro dei cittadini e della ricchezza
del paese, che dipende, come riteneva lo stesso Biagi, dal numero di
cittadini che lavorano, dal numero di anni e di ore che sono lavorate e
dalla qualità del lavoro svolto. E' un impegno che dobbiamo portare
avanti anche come segno di rispetto e riconoscenza verso il sacrificio
del professore. I terroristi hanno ucciso Biagi - ha concluso - ma le
sue idee li sconfiggeranno". A ricordare Biagi, nell'anniversario
della sua morte, anche il direttore generale di Confindustria, Stefano
Parisi, amico del professore e presidente di quell'Associazione Amici di
Marco Biagi nata sotto il Governo Amato e poi intitolata al
giuslavorista dopo il suo assassinio: "Amava fare squadra - ha
affermato Parisi nel suo intervento al Senato - ed era sempre disposto
al confronto, al dialogo, a cambiare idea, a prendere il meglio delle
cose. Era un modello a cui dovremmo fare riferimento, oggi, nella nostra
Italia così divisa, così duramente spaccata su tutto. Era un
intellettuale disponibile a collaborare con qualunque formazione
politica riformista che avesse il progetto di far avanzare il nostro
paese. Credeva nelle istituzioni, amava servirle con entusiasmo. Noi
crediamo che l'Italia abbia ancora bisogno di riformatori carichi di
quell'entusiasmo, oggi spento dalla radicalizzazione di uno scontro
politico troppo accesso". Per Parisi "agganciare l'Italia al
processo riformatore europeo era il lavoro di Marco Biagi" e
"la sua libertà di pensiero faceva un po' paura a un mondo
abituato a ragionare sempre con la logica della prudenza, dei piccoli
passi, per non offendere suscettibilità, per non toccare i tabù della
nostra cultura sindacale". Un uomo coraggioso dunque - ha concluso
commosso Parisi - il quale "sapeva che in Italia chi segue la
strada del riformismo corre un altissimo rischio". Il ministro del
Welfare, Roberto Maroni, ha ricordato Biagi come "Un uomo che ha
contribuito in modo decisivo al processo di modernizzazione del mercato
del lavoro, un grande sostenitore dello Stato". Il modo migliore di
ricordarlo, per Maroni, è quello di "completare il disegno
riformatore a cui aveva dedicato tutto l'impegno e per il quale gli è
stata tolta la vita. Oggi Biagi sarebbe felice di vedere trasformata in
legge dello Stato la prima parte della riforma delineata nel Libro
bianco e poter constatare che il mercato del lavoro italiano adesso
possiede gli strumenti per non essere più il peggiore d'Europa".
Al giuslavorista ucciso è stato dedicato anche un busto presso la sede
del ministero del Welfare di via Veneto. Presentando la scultura, il
ministro Maroni ha annunciato anche l'istituzione di un premio
intitolato a Marco Biagi e realizzato in collaborazione con 'Il Sole 24
Ore': "Il premio - ha spiegato Maroni - verrà consegnato ogni anno
a due protagonisti del mondo scientifico e giornalistico ritenuti
meritevoli da una giuria presieduta da Michele Tiraboschi. Il
rappresentante del mondo scientifico verrà premiato in base ad un'opera
di ricerca nel settore del lavoro, mentre il giornalista sarà premiato
per il contributo che avrà dato, durante l'anno, alla divulgazione di
notizie relative al mercato del lavoro. La prima premiazione - ha
concluso Maroni - avverrà il 19 marzo del 2004".
Antonio Giulio Di Mario
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