Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - n° 2 aprile 2003
Metalmeccanici: la
lunga stagione del rinnovo contrattuale
SCIOPERO SE NON SI RINNOVA IL
CONTRATTO ENTRO APRILE
Per Antonino Regazzi, il contratto
dei metalmeccanici deve essere concluso entro la moratoria, altrimenti
ci sara' lo sciopero della categoria. Ad affermarlo e' il segretario
generale della Uilm, Antonino Regazzi: ''Occorre fare il contratto entro
la moratoria. Oggi siamo ancora distanti su l'inquadramento
professionale e sul salario, ma se andremo dopo la moratoria
dichiareremo lo sciopero della categoria e i costi contrattuali
saranno destinati a crescere vertiginosamente''. Sulla stessa lunghezza
d'onda anche il Segretario generale della Fim, Giorgio Caprioli: "
''Non sono ottimista - ha detto - che si faccia l'accordo entro aprile,
ma comunque se non si riesce a trovare una soluzione entro il periodo
della moratoria dichiareremo sciopero a sostegno della vertenza''.
Non accenna a chiudersi velocemente la stagione del rinnovo del CCNL
metalmeccanico. Il contratto, scaduto il 31/12/2002, riguarda circa
1.600.000 addetti, dipendenti del settore industriale (ossia di aziende
aderenti a Federmeccanica, Confapi, Assistal, Confcooperative e altre
non associate), e presenti in circa 60.000 imprese, in prevalenza medio
piccole (dimensione media: 27 dipendenti). Gli occupati nel settore
incidono per il 10 % sull'occupazione in Italia e la produzione del
settore rappresenta il 37% del totale manifatturiero (dati
Federmeccanica). Il contratto metalmeccanico e' scaduto a luglio 2000
anche per 400.000 lavoratori metalmeccanici di imprese artigiane
(autofficine, settore edile) che a gennaio 2003 hanno firmato un accordo
per la sola parte economica. La novita' di rilievo di questi ultimi
giorni e' che Fim (il sindacato dei metalmeccanici della Cisl) e Uilm si
sono presentate unite al tavolo della trattativa, con risposte comuni
alle osservazioni di Federmeccanica, nell'ultimo incontro svoltosi
giovedi' 27 marzo. Le posizioni congiunte di Fim e Uilm riguardano vari
temi. In primis il salario: 92 euro mensili in piu', calcolati sul
recupero dell'inflazione pregressa e sullo scarto fra inflazione reale e
programmata, e 250 euro annui per tutti quei lavoratori che non fanno la
contrattazione salariale di 2° livello. Sull' orario di lavoro non e'
stata chiesta una riduzione, ma le OO.SS. rivendicano un maggiore
utilizzo della ''banca ore'' vale a dire della possibilita' che il
lavoratore metalmeccanico -a fronte di uno straordinario - ha di
accantonare le ore per poterle poi usufruire in forma di recuperi nel
biennio successivo. Poiche' attualmente questo dispositivo scatta dopo
l'accumulo di almeno 80 ore di straordinario, Fim e Uilm chiedono
l'abbassamento della soglia. Sulla formazione, si rivendica il diritto
allo studio come diritto del lavoratore e quindi si chiede di poter fare
un uso allargato del monte ore a disposizione dei lavoratori per la
formazione professionale, in modo tale che esso possa essere usato anche
per il conseguimento del diploma di scuola media superiore. Infine i
sindacati chiedono la riforma del sistema di classificazione delle
professionalita': l'inquadramento proposto sarebbe racchiuso in 5 fasce
contro gli attuali 7 livelli professionali . L'urgenza del provvedimento
e' dettata secondo Fim e Uilm dal fatto che il 47% dei metalmeccanici e'
inquadrata al 5° livello e non ha speranze di avanzamento. Ora tocca ai
gruppi di lavoro istituiti da Federmeccanica e Fim Fiom Uilm, che hanno
cominciato a riunirsi il 28 marzo, approfondire il confronto su temi
loro affidati per poi ritrovarsi tutti insieme in plenaria il 7 aprile
p.v.
L'opinione delle parti
Roberto Biglieri, Direttore Generale di Federmeccanica teme un eccessivo
allungamento dei tempi di contrattazione e cosi' giudica l'iniziativa di
Cisl e Uil: ''la decisione assunta da Fim e Uilm di portare proposte
congiunte e' positiva nel metodo perche' semplifica le relazioni
sindacali, ma se guardiamo ai contenuti, non possiamo dire che siamo
piu' vicini''. Gli scogli per Federmeccanica sono principalmente due: da
un lato la richiesta di calcolare il recupero dell'inflazione ad un
tasso piu' alto di quello fissato dal governo nel Dpef (1,4% per il 2003
e 1,3% per il 2004), dall'altro la riforma dell'inquadramento
contrattuale, che per Fim e Uilm dovrebbe essere compreso in cinque
fasce. Biglieri smentisce quindi che le trattative abbiano preso la via
dell'accordo separato: ''chi ha paventato questa soluzione - dice
Biglieri- e' proprio chi ha interesse a nascondersi dietro l'accordo
separato per non concludere''. Biglieri ricorda che il periodo di
moratoria degli scioperi termina a fine aprile: ''speriamo di aver fatto
dei passi in avanti per quella data -aggiunge- altrimenti le parti sono
libere di organizzarsi e indire scioperi''. Ma sul rinnovo del Contratto
collettivo nazionale dei metalmeccanici pesa ora una variabile in piu'
ed e' la guerra. ''Sicuramente l'andamento dell'economia nei prossimi
mesi incidera' molto nel rinnovo: il mercato e' in crisi, il settore
metalmeccanico si presenta senza sviluppi e le prospettive sono
compromesse da fattori emotivi (si abbattono i consumi), politici (per i
coinvolgimenti internazionali) e produttivi (basti pensare a quanti
avevano investito in aziende delocalizzate)''.
Per Antonino Regazzi, Segretario generale Uilm, ''unificare le due
proposte Fim e Uilm e' stato un modo per semplificare e accelerare la
trattativa. Adesso bisogna scegliere se volere un contratto oppure no, e
Federmeccanica non puo' darci piu' risposte generiche''. Ragazzi dice
che in sede di trattative c'e' stata una qualche apertura sulla riforma
dell'inquadramento professionale: ''capiamo che fare una riforma del
genere e' un lavoro impegnativo, ma noi non abbiamo nessuna intenzione
di scardinare le aziende. Semplicemente partendo dalle nuove tecnologie
di prodotto e di processo dobbiamo riconoscere le nuove professionalita'''.
E il momento contingente, quanto pesa sul contratto? ''La guerra non
c'entra niente - dice Regazzi - La crisi c'e' e le difficoltà ci sono,
ma se noi guardiamo alla guerra non facciamo piu' niente. Io sono
preoccupato per la guerra in se, non per il contratto. Diversa e' la
questione del referendum sull'art.18 e delle elezioni amministrative.
Bisogna tenere distaccate queste due cose dal rinnovo del CCNL
metalmeccanico, perche' sono due cose diverse e bisogna evitare che ne
facciano le spese i lavoratori in attesa di contratto''. Per Luca
Colonna, segretario nazionale Uilm per le politiche contrattuali ''sta
ora a Federmeccanica fornirci delle risposte. Le richieste economiche
sono fondamentali, ma altrettanto importante e' al riforma
dell'inquadramento per sancire un passaggio a un vero meccanismo del
riconoscimento professionale dei lavoratori. Questa riforma apre degli
spazi per andare a misurare meglio quello cha fanno i lavoratori senza
costare per l'azienda''.
Per Giuseppe Farina segretario nazionale FIM-Cisl per le politiche
contrattuali ''la controreplica comune Fim-Uilm e' un preciso segnale di
una volonta' politica comune a chiudere il contratto dei metalmeccanici
e non gia' di una firma separata dell'accordo. La Fiom ha presentato una
piattaforma irragionevole; quello che noi abbiamo fatto e' stato di
operare delle mediazioni fra le nostre richieste e le controproposte di
Federmeccanica. Abbiamo cioe' fatto il sindacato, cosa che la Fiom non
fa piu' da tempo''.
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