Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - n° 2 aprile 2003
Fiat Avio a Carlyle
e Finmeccanica
La notizia circolava sulle pagine dei quotidiani già
da molti giorni. Adesso però è ufficiale.
Carlyle e Finmeccanica hanno fatto quadrato per rilevare la divisione
della Fiat per i motori aeronautici, con una firma congiunta che vale
quasi due miliardi di euro. Oppure di dollari, non stiamo a
sottilizzare.
Il problema però è che l'accordo non può definirsi proprio paritario:
l'investitore americano infatti entra nella proprietà per il 70%
lasciando il resto alla proprietà italiana, nella quale non dovrebbe
uscire di scena la partecipazione della casa automobilistica di Torino.
La partita Fiat Avio potrebbe chiudersi entro la prima metà di maggio,
dopo l'accordo tra Fiat e il fondo statunitense Carlyle, che ha ottenuto
l'esclusiva per trattare assieme a Finmeccanica l'acquisizione della
controllata del Lingotto. Sarà poi formalizzata l'offerta da 1,6
miliardi di euro divisa al 70% per Carlyle e al 30% per Finmeccanica con
la parte più consistente (intorno ai 900mila euro) finanziata dalle
banche e la rimanente (700mila) cash. Quindi la trattativa con Fiat
porterà a conclusione la dismissione della controllata. E i motivi per
il buon fine dell'operazione dovrebbero esserci tutti. Anche per
l'amministratore delegato di Fiat Avio, Saverio Strati, gradito ai
potenziali nuovi acquirenti che lo riconfermerebbero. Sulla cifra e
sulla ripartizione delle quote il partner industriale (controllato dal
Tesoro al 32,4%) e quello finanziario (in cui ha interessi George Bush
senior) hanno trovato un equilibrio. A Finmeccanica, che inizialmente
era apparsa resistente ad acquisire una società valutata dalla Fiat tra
1,5-2 miliardi di euro, essere l'unica parte industriale e chiudere con
una partecipazione al 30% e' congeniale. Senz'altro più del 50% della
stessa cifra (1,6 miliardi) che avrebbe dovuto sborsare in un eventuale
accordo con un altro partner industriale come la statale francese Snecma,
con cui peraltro il tentativo di accordo e' fallito. Il tandem
italo-americano nell'acquisizione di Fiat Avio ha lo stesso scopo:
valorizzarla al massimo. Per ripagare il debito e con la possibilità,
per chi dei due volesse, di uscirne nel tempo, cedendo la propria quota
al partner incassando un buon guadagno. Se fosse Finmeccanica a
rilevarla potrebbe inserirla nella propria costellazione e aggiungere o
completare cicli di produzione; nel caso di Carlyle (che giudica Fiat
Avio ''esempio di eccellenza''), potrebbe affiancare l'asset ad altri in
possesso o da acquisire (come la tedesca Mtu), per costituire un polo
avionico da ricollocare sul mercato. Per il momento, rimanendo in gioco,
Finmeccanica accontenta senz'altro il governo, che voleva da un lato
aiutare la Fiat nel piano di risanamento e dall'altro mantenere sotto il
controllo italiano anche solo una parte minoritaria di Fiat Avio. Ma la
holding di piazza Monte Grappa, alle condizioni concordate con Carlyle,
fa anche un buon affare. Non solo perché si tratta di un buon business
in cui l'esposizione finanziaria e' contenuta (visto che il
finanziamento sarebbe ripagato dai ricavi di Fiat Avio) ma anche perché
le attività dell'azienda aerospaziale del gruppo torinese sono
complementari a quella guidata da Guarguaglini e Testore. Ma non solo.
Fiat Avio ha contatti con i principali clienti di Finmeccanica e cioè
Aeronautica militare, Difesa e ministero dell'Università' e della
ricerca scientifica. La controllata avionica della Fiat partecipa
infatti a vari programmi assieme a partner europei e statunitensi nei
settori militare, civile e spaziale. Tutto questo e' quindi fondamentale
per la holding controllata dal Tesoro. Dunque Fiat Avio passa sotto
screening economico-finanziario e legale di Carlyle e Finmeccanica (che
ha chiuso oggi in Borsa con un prezzo di riferimento di 0,518 euro, +4,2
rispetto a ieri). Altri pretendenti non possono che attendere l'esito
delle trattative. Che potrebbero arrivare proprio nella prima metà di
maggio, visto l'interesse a chiudere quello che per tutti gli attori in
gioco sembra proprio un affare.
A.G.D.M.
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