UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - n° 2  aprile 2003

Isfol: più lavoro e posti fissi, ma serve formazione


NORD L'economia cresce poco, ma in Italia l'occupazione continua a crescere (nell'ultimo anno soprattutto quella dipendente a tempo indeterminato), in controtendenza rispetto al resto dell'Europa. È quello che l'Isfol - nel Rapporto 2002 - definisce il ''paradosso" italiano: un' occupazione senza crescita economica il cui rovescio della medaglia, però, sono un divario Nord-Sud ancora molto marcato e un investimento in formazione ancora troppo scarso. La fotografia scattata dall'Isfol mostra dunque un mercato del lavoro italiano ''fortemente" reattivo rispetto a quelli che sono gli obiettivi della strategia europea per l'occupazione che punta a raggiungere entro il 2010 un tasso di occupazione del 70%. I numeri - secondo l'Isfol - parlano chiaro: nel 2002 nel nostro Paese il tasso di occupazione è salito dell'1,8%, mentre quello di disoccupazione è sceso ai minimi da dieci anni a questa parte, toccando quota 8,7% (nel contempo la media Ue è passata al 7,7% rispetto al 7,4% del 2001). Oltre la metà di chi perde il lavoro non riesce a ritrovarlo nei successivi 12 mesi. È quanto emerge dal rapporto Isfol del 2002, nel capitolo dedicato al mercato del lavoro. Dei 2 milioni 199mila disoccupati del 2001 - si legge nel rapporto - solo il 21% era occupato dopo dodici mesi. Il 53,1% era ancora (o nuovamente) in cerca di occupazione, mentre il 25,9% era fuoriuscito dalle forze lavoro. In questo quadro, inoltre, le donne sono ancora più svantaggiate: infatti - aggiunge il rapporto - a sostanziale parità di permanenza nella disoccupazione, gli uomini hanno circa il 26,3% di chances di trovare impiego, mentre per le donne questa quota scende al 16,2%. Differenze altrettanto significative - spiega l'Isfol - sono poi quelle che emergono nel confronto per area di residenza e durata della disoccupazione. Un disoccupato del nord Italia - afferma il rapporto - ha più del doppio delle probabilità di trovare un impiego rispetto a quello di un residente nel Sud e nelle isole (35% contro il 15,3%).

CRESCE L'ATIPICO, MA NON TRAMONTA IL POSTO FISSO. 
La nuova occupazione - spiegano gli esperti dell'Isfol - è prevalentemente dipendente a tempo indeterminato, anche se nell'ultimo trimestre del 2002 si è registrata anche una decisa ripresa del part time. Dunque, viene sfatato uno dei luoghi comuni degli ultimi anni, quello dell'addio al posto fisso di fronte all'avanzata di forme di lavoro più flessibili. Certo, il lavoro atipico è raddoppiato negli ultimi dieci anni: nel '93 rappresentava il 9,1% del lavoro dipendente, nel 2002 il 16,2%; ma in Europa (dove la percentuale è del 28,8%) restiamo sempre il fanalino di coda insieme alla Grecia. Continua intanto a restringersi la forbice tra occupazione maschile e femminile, con quest'ultima componente che nel 2002 è cresciuta maggiormente in termini percentuali. I nuovi ingressi nel mercato del lavoro, poi, riguardano prevalentemente persone o alla prima occupazione o che non cercavano concretamente lavoro; mentre molto più difficile è il reinserimento per chi ha perso il lavoro, visto che il 53,1% di chi era disoccupato nel 2001 era ancora (o nuovamente) senza lavoro nel 2002.
PIÙ LAVORO AL SUD, MA RESTANO "DUE ITALIE". 
A trainare la crescita dell'occupazione in Italia - come da alcuni anni a questa parte - è stato il Mezzogiorno: alla fine del 2002 il tasso di occupazione ha raggiunto quota 43,9%, pur rimanendo lontano dal 61,5% del Centro-Nord. Il divario tra le due aree geografiche, dunque, è ancora ben lungi dall'essere superato; e le differenze - spiegano gli esperti dell'Isfol - si accentuano soprattutto tra i giovani e le donne. In particolare, il tasso di disoccupazione giovanile, ridottosi dell'1,5% nel 2002, resta quasi il doppio della media nazionale (48,5% contro il 27,1%) e quattro volte superiore a quello delle regioni del Nord (11,1%). Il tasso di occupazione femminile si attesta invece al 27%, contro il 50,3% del Centro-Nord. Al contrario, il tasso di occupazione degli anziani risulta più elevato al Sud (32,2% contro il 27% del Centro-Nord): fenomeno, quest'ultimo, imputabile alla forte componente di occupazione agricola. Quale la ricetta per superare questo gap tra Nord e Sud? Secondo l'Isfol, servono politiche ad hoc e più risorse. Infatti, dal punto di vista finanziario - spiegano gli esperti dell'istituto - le politiche ''meridionaliste" rappresentano appena il 13% della spesa nazionale per le politiche attive del lavoro.

FORMAZIONE: PASSI AVANTI, MA NON BASTA. 
In Italia spiegano gli esperti dell'Isfol - in linea con quanto avviene negli altri paesi europei, si sta focalizzando sempre più l'attenzione sulle risorse umane quale investimento per la crescita economico e sociale, attraverso il potenziamento dell'offerta formativa e l'integrazione tra i vari sistemi formativi. Ma la quota di spesa pubblica destinata al settore (soprattutto alla formazione continua) è ancora insufficiente. Anche se dopo la flessione degli anni passati, nell'ultimo triennio il rapporto sul Pil si è andato stabilizzando sul 4,6%: al di sotto, comunque, della media europea (5%) e superiore solo a Grecia (3,7%) e Spagna (4,5%). Gli esperti dell'Isfol puntano il dito soprattutto sulla formazione continua per gli occupati nel Mezzogiorno, con una scarsa propensione delle imprese ad investire in interventi di riqualificazione e aggiornamento professionale dei propri addetti. Queste le cifre: al sud il tasso di copertura per la formazione continua è del 9,9% degli occupati e del 9,4% delle imprese, contro l'11,1% e il 12,6% del Centro-Nord. Anche le politiche pubbliche di incentivazione continua già attuate - prosegue il rapporto - hanno finora prodotto ''risultati deboli".

FORMAZIONE E RICERCA
Chirone 2000: il 15 maggio è iniziato il "Progetto m-learning"

Potenziare le capacità comunicative delle imprese: è questo l'obiettivo del "Progetto m-learning" promosso da Chirone 2000, l'ente bilaterale formato da Cgil, Cisl e Uil e Federreti. Il progetto prevede attività formativa in aula e a distanza attraverso tre corsi, che si svolgeranno a Roma, Milano e Firenze. Al personale delle aziende aderenti al progetto verrà insegnato l'utilizzo dei computer palmari. Il corso di Roma ha già avuto inizio giovedì 27 marzo presso le aule della Società Autostrade di villa Fassini (via G.Donati, 174). I corsi di Firenze e Milano avranno inizio rispettivamente a fine giugno e metà settembre. Tra l'altro, Confetra e Confservizi hanno recentemente acquisito una partecipazione diretta in Chirone 2000; "Questa scelta - spiega l'ad di Chirone 2000, Gualtiero Bernacca ( l'altro è Ettore Attolini)- rappresenta un ulteriore rafforzamento del nostro Cda che intende sviluppare ricerca e formazione proprio nel settore dei trasporti". Tnt Global Express, Sda, Alitalia, Tirrenia, Autostrade, Cotral sono alcune delle aziende che hanno aderito al progetto.
A.G.D.M.

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