UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - n° 2  aprile 2003

Il contratto che vogliamo

Da molti mesi stiamo sostenendo che il modo migliore per difendere il ruolo del contratto nazionale e tutelare quindi l'insieme dei lavoratori metalmeccanici è quello di realizzare un buon accordo di rinnovo. A oggi (l'antivigilia di Pasqua) ci sembra possibile, tenuto conto dello stato della trattativa e delle risposte fornite dalla Federmeccanica, descrivere gli elementi essenziali di quello che la Uilm considererebbe un buon accordo.
Anche se può sembrare ovvio, è necessario esplicitare una premessa: il negoziato è ancora in corso e ostacoli possono comparire d'improvviso ma chi conduce una trattativa deve avere pazienza, essere ragionevolmente ottimista e sapere cosa vuole ottenere. E proprio da questo partiremo per descrivere i nostri obiettivi di merito.
Sul salario, la recentissima apertura della Federmeccanica sulla disponibilità "a prevedere aumenti superiori al 4,3%, a patto di rispettare il Protocollo del 23 luglio 1993" è ancora troppo ambigua e soprattutto non è chiaro a quale aumento contrattuale possa portare: in questi casi le dimensioni contano.
L'aver, però, deciso di superare il ristretto perimetro che corrisponde al recupero dello scostamento tra l'inflazione programmata (che è servita da base per il precedente accordo) e quella effettivamente registrata, più l'attuale assai improbabile inflazione programmata, rappresenta un'importante risultato del negoziato che va completato con incrementi salariali che tengano effettivamente conto dell'andamento realisticamente prevedibile dei prezzi.
Che poi si ricorra nuovamente al meccanismo del cosiddetto "anticipo" (come è stato concordato unitariamente nel contratto dei ministeriali), o che si definisca il riferimento a un tasso d'inflazione previsto differente da quello definito dal Governo e contestato dalle Confederazioni, è di fatto assai poco importante. Infatti, stiamo tentando di convincere le controparti ad abbandonare l'irrealistica inflazione programmata, ma non sarà possibile, nè, del resto sarebbe corretto, calcolare, in occasione del rinnovo "biennale", gli scostamenti sulla base di un'inflazione programmata che oggi rifiutiamo.
Resta aperto nell'ambito delle questioni salariali, il tema dei lavoratori che non sono raggiunti dalla contrattazione di secondo livello. La Controparte afferma che si tratta di un tema a carattere confederale, da collocare nell'ambito della riforma del sistema contrattuale. E' difficile negare che la mancata contrattazione sia un tema che va ben oltre il settore metalmeccanico, ma questa affermazione può giustificare un rinvio alla discussione a livello orizzontale, esclusivamente se esiste la ragionevole certezza di risolvere il problema in questione.
Sul sistema di classificazione professionale, la Federmeccanica ha finalmente riconosciuto l'inadeguatezza del vigente sistema che risale ai primi anni '70. Ma con sorprendente incoerenza ritiene che si possa attendere fino al prossimo rinnovo contrattuale per definire i principi e i criteri del nuovo sistema. E' pur vero che un sistema di classificazione professionale non si può cambiare in qualche mese, ma l'attuale potrà essere utilizzato per abbandonare l'inquadramento in corso e passare a quello nuovo.
Agli Enti bilaterali, dovrà essere affidata la formazione professionale e quella per la sicurezza: da questa scelta dipende la competitività del sistema industriale.
La Federmeccanica ha dichiarato la disponibilità a costituire l'Ente nazionale, ma ritiene, in un'ottica eccessivamente "centralistica", che la bilateralità si esaurisca solo su questo piano. La UILM ha proposto la costituzione di Enti bilaterali anche a livello territoriale.
Infine, sulle altre richieste della piattaforma (trasferte, malattia, previdenza complementare), riteniamo che le risposte avanzate da Federmeccanica consentano di ipotizzare un'apprezzabile soluzione di merito.
Antonino Regazzi

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