UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - NUMERO 5 luglio 2003

FIAT 1: La Fiat rilancia ed il Sindacato vede

Ci sono tagli al personale nel piano industriale della Fiat approvato dal consiglio di amministrazione il 26 luglio: 2.800 in Italia, 9.500 all'estero. Di conseguenza verranno chiusi dodici impianti e - si legge nel documento di riassetto del Lingotto - "per la quasi totalità all'estero". L'unico stabilimento che verrà chiuso in Italia sarà quello Magneti Marelli di Lazzate in provincia di Milano. Da Torino però precisano che tra il 2003 e il 2006 ci saranno 5.400 assunzioni, delle quali 1.600 nel nostro Paese, ma solo dopo la riduzione degli organici del gruppo per un totale di 12.300 unità. L'amministratore delegato di Fiat, Giuseppe Auto, ha commentato così il piano: "Non faremo mai più gli errori del passato". E cioè diversificare rispetto al core business dell'auto. "Prudente, concreto, realistico e praticabile. Un punto di partenza e non di arrivo", dice l'amministratore delegato Giuseppe Morchio del piano presentato al direttivo del Lingotto. "Siamo in una situazione di crisi come azienda ma abbiamo tutte le possibilità di uscirne", rassicura il presidente della Fiat, Umberto Agnelli che conferma la sua stima al suo manager ("Morchio gode della piena fiducia del cda e mia") e aggiunge che il piano industriale della "nuova" Fiat prevede investimenti importanti. E obiettivi economici ambiziosi. Dopo il via libera all'aumento di capitale (1,8 miliardi di euro attraverso il collocamento di metà luglio a 5 euro per azione) da parte delle banche creditrici, il Lingotto punta al risultato operativo in pareggio già per il prossimo anno, con un ritorno all'utile netto entro per il 2006, anno entro il quale la Fiat vuole tagliare i costi di 3,1 miliardi di euro. Sempre per il 2006 Fiat Auto aspira a raggiungere un risultato netto in pareggio. Nel dettaglio, Morchio ha spiegato che Il risultato operativo sulle vendite passerà dal -1,4% del 2002 al +4,1% a fine 2006, ovvero a raggiungere entro il 2004 il risultato operativo di pareggio a livello di gruppo e nel 2005 per Fiat Auto. In questo modo, prevede Morchio, la quota di mercato del gruppo passerà in Italia al 32,4% nel 2006 dal 30,2% nel 2002; e dal 4% al 4,1% in Europa. Per quanto riguarda gli investimenti, il piano 2003-2006, prevede 19,5 miliardi di euro: 9,1 miliardi destinati ai nuovi prodotti, 7,9 miliardi per ricerche e sviluppo, 700 milioni nelle reti commerciali e 1,8 miliardi nelle ristrutturazioni operative. E dalle fabbriche Fiat entro il 2006 usciranno tre nuovi modelli: una Microcar, un monovolume che sostituirà la Multipla e una quattro per quattro Large cross over.Il fronte sindacale resta spaccato sul piano di rilancio della Fiat: a parte le preoccupazioni, comuni a tutti, per i nuovi esuberi, Fim, Uilm e Fismic ci vedono più di un lato positivo, mentre dalla Fiom arriva una bocciatura senza mezzi termini. La Uilm considera i dati del piano Fiat (19,5 miliardi di investimenti e 12.300 esuberi di cui 2.800 in Italia a fronte di 5.400 assunzioni di cui 1.600 in Italia) sostanzialmente in linea con le attese e chiede all'azienda di puntare sul rilancio del settore auto.Le anticipazioni che circolavano sullo stato della Fiat - afferma il segretario generale della Uilm Tonino Regazzi in una nota - lasciavano trasparire una situazione più grave di quella presentata oggi nel CdA del Lingotto. Ci aspettavamo la riorganizzazione dei settori dei veicoli industriali e della trattoristica. Così è stato. E' il settore dell'auto quello che si conferma come perno centrale della ripresa per la casa torinese: ora occorre capire se, con la produzione e commercializzazione dei nuovi modelli, la crisi in questo settore riceverà una definitiva battuta d'arresto. Dai dati in nostro possesso, e quelli sull'occupazione non sono certo positivi, riteniamo che occorra ancora lavorare, perché il settore dell'auto si riprenda". La Uilm comunque considera "confortante" l'impegno della Proprietà sul fronte delle risorse e degli investimenti: "consideriamo - spiega - l'aumento di capitale come un fatto positivo a sostegno dell'auto. Si tratta di un segnale importante per rilanciare il settore. Ci preoccupano, però, gli esuberi: dobbiamo sapere con esattezza la loro incidenza sul territorio e negli specifici segmenti di competenza". "E' un piano positivo, che guarda in faccia la realtà del mercato stagnante": e' il commento Giovanni Contento, della segreteria nazionale Uilm. "La situazione - afferma Contento - e' diversa dall' ottobre scorso: allora alla Fiat mancava un gruppo dirigente, non sapeva cosa fare, oggi, invece l' azienda ha preso cognizione di causa, c'e' la volontà di spendersi e non disperdere il patrimonio industriale. E il perimetro del gruppo, e' definito, dopo le cessioni di Fidis, Toro e Fiat Avio e la decisione di non vendere Magneti Marelli, Comau e Teksid". Per Attilio Capuano, segretario generale della Uilm Piemonte, c'e' tuttavia un punto d' ombra, legato alla ricapitalizzazione, che e' debole, mentre serviva qualcosa di più corposo. Il segnale resta comunque positivo, pur senza entusiasmi, ma la Fiat deve attuare un nuovo modello di relazioni industriali"."Il piano e' interessante - sostiene Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl - anche se uno sforzettino in più poteva essere fatto, ma preoccupano i tagli che colpiscono molto l' estero". Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, apprezza "lo sforzo oggettivo dell' azienda di concentrarsi sul core business e l'impegno sugli investimenti", ma al contempo sottolinea la preoccupazione per i nuovi esuberi. Giorgio Caprioli, segretario generale Fim, chiede "ammortizzatori sociali, per evitare uscite traumatiche" ma promuove il piano: "il profilo industriale ora e' più chiaro, anche se il dato sugli esuberi e' una nota negativa". Cosmano Spagnolo, segretario nazionale Fim, legge nel piano "elementi di indubbio interesse", ma anche aspetti "di forte criticità. Tra i primi "la volontà di rilanciare la Fiat come più grande gruppo industriale italiano, la decisione di concentrarsi sul core business dell'automotoristica, provando a rilanciare Fiat Auto anche attraverso una sempre maggiore integrazione industriale con Gm, evitandone la cessione". Giudizio negativo, invece sugli esuberi previsti in Italia e sulla ricapitalizzazione "del tutto insufficiente - dice Spagnolo - a sostenere l' ipotesi di rilancio".
A.G.D.M.

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