UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - NUMERO 5 luglio 2003

SICUREZZA 1 - LAVORO: ISPEL
Per i precari il rischio di incidenti è doppio

Precari più stressati e più esposti al rischio di infortuni, malattie professionali e incidenti, anche mortali. Tanto che i tassi di mortalità e infortuni sul lavoro di chi ha un'occupazione temporanea risultano doppi se non tripli rispetto a chi occupa un posto fisso. A mettere in evidenza una "forte relazione" tra precarietà occupazionale e ''cattive'' condizioni di lavoro e' la ricerca "Incidenti sul lavoro e lavoro atipico" realizzata dall' Eurispes in collaborazione con l'Ispesl (istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro), sottolineando che il lavoro atipico e' "spesso tanto precario quanto usurante". L'indagine sottolinea inoltre che, con la riforma Biagi, "l'area del lavoro atipico e' destinata ad allargarsi".

PIU' A RISCHIO INCIDENTI E INFORTUNI
Per la "sua stessa natura e struttura", si legge nella ricerca, il lavoro flessibile "comporta un maggior rischio di incidenti e malattie professionali". Tanto che, come indicano indagini statistiche, i tassi di mortalità e di infortuni dei lavoratori temporanei "sono almeno due-tre volte superiori" a quelli dei lavoratori stabili e permanenti, essendo generalizzata, spiega la ricerca, "la tendenza ad assegnare a questi ultimi i compiti pericolosi, rischiosi o da prestarsi in ambienti insalubri che il personale regolare dell'impresa, di norma, rifiuterebbe". Quanto al rischio, spiega, si va da un coefficiente bassissimo nel caso di part-time e Lsu, all'alta incidenza di infortuni che caratterizzano l'apprendistato o il lavoro operaio interinale. Non vanno sottovalutati gli infortuni "in itinere" nel lavoro atipico (8,6%), legati al grande utilizzo di mezzi di trasporto: condizione che, tra l'altro, sottolinea l'indagine, delinea una nuova figura professionale, quella del "mobile worker". Sono stati circa 24mila gli infortuni di questo genere indennizzati nel 2000, di cui 124 mortali. Non sono migliori le prospettive future. Si ipotizza, sottolineano Eurispes e Ispesl, che ad aumentare saranno "tecnopatie" come quelle legate ad un continuo utilizzo di supporti elettronici (posture, microtraumi) e, sempre teoricamente, gli infortuni "in itinere", dovuti a maggiore mobilita nei casi di lavoro interinale o part-time. 

STRESSATI QUATTRO LAVORATORI SU DIECI
Il lavoro (o la sua mancanza) e' la prima causa di stress nel mondo, ricorda la ricerca, e ad esso va imputato il 54% dei casi osservati. In Italia e' stressato il 41% dei lavoratori, un valore superiore a quello di Gran Bretagna e Germania (27%, Francia (24%) e Spagna (22%). Le cause? La noia di routine e la pesantezza del superlavoro.

IL SUPERLAVORO E' DOPPIO NEL SOMMERSO
 I superlavoratori ci sono in tutte le categorie professionali, sottolinea l'indagine, anche se la percentuale e' doppia nel sommerso rispetto al lavoro regolare (l'incidenza approssimativa e' del 40% contro il 20% dei casi). Ma i superlavoratori rappresentano anche la metà dei co.co.co e dei manager. Il valore minimo si registra invece tra i dipendenti regolari (10%); e' del 30% l'incidenza tra gli interinali, del 40% tra i lavoratori indipendenti. Infine, sono circa 800mila i volontari superlavoratori, la cui mole di lavoro e' pari se non superiore a quella del restante 80% di volontari.

OLTRE 6 MILIONI I LAVORATORI ATIPICI IN ITALIA
Il dato (6.076.664) e' riferito al 2002 e indica un incremento del 7,3% sul 2000. L'incidenza del lavoro atipico sul complesso dell' occupazione e' passata dal 20,4% al 27,7% in due anni. La soglia del 30%, secondo le stime dell'Osservatorio sul mercato del lavoro in Italia dell'Eurispes, potrebbe essere raggiunta alla fine dell'anno in corso. Tra gli occupati atipici, la maggior parte e' rappresentata dai co.co.co (39,4%), seguiti da coloro che hanno un contratti full-time a tempo determinato (18,1%), dai e part-time a tempo indeterminato (16,1%). In Europa, rappresentano il 16% sul totale degli occupati.

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