UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

Corso Trieste, 36 - 00198 Roma - Tel. 06.852.622.01 - 06.852.622.02
Fax 06.852.622.03 - E-mail uilm@uil.it

 

 
Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - NUMERO 6/7 ottobre - novembre 2003

AERONAUTICA: A cento anni dal primo volo

Ai cento anni dal primo volo a motore, FabbricaSocietà vuole ricordare l'evento. Senza intenzioni celebrative ma con l'attenzione che merita un settore di punta, la cui tecnologia rende il paese che la possiede, appartenente ad un'élite di nazioni industrializzate.
Industria aeronautica, forze aeree e aviolinee sono i pilastri rappresentativi del comparto, che hanno tessuto la tela dell'intero scenario per un secolo, dominandolo con una domanda tutta da inventare e poi da evolvere ed alimentare.
La massificazione del trasporto aereo si è avuta quando materiali resistenti e motori affidabili hanno consentito di allungare il raggio d'azione dei velivoli e poi quando il volo ad alta quota e la pressurizzazione hanno migliorato il confort dei passeggeri. Così, la fase pionieristica delle costruzioni nei retrobottega (come accadde per esempio a William Boeing e ai fratelli Louaghed) ha lasciato il posto ad un'esigenza sempre più prepotente di viaggiare al punto che la produttività del trasportato ha abbassato il costo unitario del biglietto, a tutto vantaggio del trasportato. La richiesta di macchine è stata tale che si sono rese necessarie le industrie dei più svariati modelli in tutto il mondo.
Il forte aumento del numero di passeggeri e un benessere che si andava generalizzando nell'occidente per molti anni hanno fatto prosperare le compagnie aeree. Poi, la deregolamentazione tariffaria ha rotto definitivamente gli equilibri consolidati dalla fine della guerra: la prima dirompente esibizione fu un ribasso indiscriminato del prezzo del biglietto, ma subito dopo ne scaturì il crollo delle imprese più fragili, perché lo sfarinamento delle compagnie aeree ha visto seguir subito dopo una dura fase di concentrazione in cui i grossi vettori hanno per la maggior parte fagocitato i piccoli. Ne è derivato un regime di caos e di indecisione che non è compatibile proprio con il tipo di trasporto offerto.
Anche l'industria aeronautica vive una dinamica ancora in evoluzione. Il gran numero di costruttori che hanno trovato spazi ampi nei decenni passati, si è andato man mano rarefacendo.
Si è dibattuto spesso sull'utilizzo degli strumenti pubblici per finanziare la ricerca del settore. Il confine che separa le attività della libera concorrenza dal mercato protetto è assai effimera e spesso viene valicata impunemente. Il driver dei finanziamenti è generalmente l'industria militare, il mercato protetto. La querelle tra Stati Uniti ed Europa è tuttora aperta e non intravede uscite a breve.
Oggi l'occidente basa i suoi consumi di aeroplani commerciali di grosse dimensioni su due polarità ed è difficile che possa cambiare le proprie scelte nel prossimo futuro: nell'iter di una politica oligopolistica di grossi investimenti e di alte barriere tecnologiche, l'accesso al comparto manifatturiero viene sbarrato ai paesi più poveri. L'unica possibilità di ingresso ai grossi programmi è la partecipazione alle alleanze internazionali ma anche in quel campo, le soglie di accesso diventano sempre più onerose e fortemente influenzate da domini politici e da orientamenti industriali.
L'appartenenza di un'industria aeronautica per una nazione non è soltanto un'opportunità occupazionale, quanto una precisa scelta di un sistema integrato che produrrà università, centri di ricerche avanzati, istituti di formazione di qualità elevata, sistemi efficaci di comunicazioni di uomini e di mezzi, di materiali e di idee. E' una scelta costosa che inviluppa il contributo di altri settori e la dialettica con altre imprenditorialità più o meno avanzate delle proprie. Inoltre, non da ultimo, è un sostegno del dispositivo di difesa nazionale che può contare sulla realizzazione di prodotti adeguati al proprio territorio, anche in autonomia se necessario da decisioni di alleati. Disporre d'altra parte di un vettore organizzato, per uno stato indipendente significa godere di un braccio telescopico che assicura i collegamenti e favorisce contatti e commerci.
Certamente il sistema aereo è un patrimonio che, come un mosaico, è composto da numerosissime tessere e che non si realizza nell'arco di pochi anni. Non è uno scenario che si costruisce dal nulla. Le tradizioni di un territorio possono aiutare ma senza i dovuti investimenti e le scelte a medio termine, le vie del successo vengono sbarrate.
A chi oppone le motivazioni che i mercati liberi non tollerano assistenze o protezioni di qualunque genere, non si può che dare ragione. Fatta eccezione per le spese che nell'ampia gamma di strategia del settore, lo Stato è opportuno che abbia la sua parte; vi sono leve obbligate che gli imprenditori hanno il dovere di manovrare per rendere competitivo il loro prodotto, che sia manufatto oppure servizio.
Per partecipare con la massima competitività alla catena del valore, la capacità di concentrare tecnologie e risorse in un'area sufficientemente circoscritta può aumentare il processo produttivo.
Una visione attenta deve puntare alla polarizzazione del territorio, individuando i settori privilegiati, migliorandoli per elevarli, alla dignità di eccellenza e per utilizzarli nel modo più ergonomico. In questo modo l'offerta al mercato può avvenire con la qualità migliore ed il prezzo più attraente.
Solo un uso razionale di uomini e mezzi, potrà consentire anche all'Italia di celebrare il primo centenario dell'aviazione, con lo spirito del protagonista e non del semplice e passivo spettatore.
E.F.

torna all'homepage