Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO VIII - NUMERO 8 dicembre 2003
L'ASI
risponde ai Sindacati
Come i nostri lettori più attenti ricorderanno, nel mese di novembre
fu promossa un'iniziativa di Fim, Fiom e Uilm per sostenere l'industria
aerospaziale in un momento di stagnazione generale e per sensibilizzare
l'Agenzia Spaziale Italiana al mantenimento di quanto era stato
stabilito.
Nella lettera inviata all'Agenzia, lo ricordiamo, le organizzazioni
sindacali indicavano l'andamento negativo del mercato globale e la
flessione dell'economia quali i principali responsabili della situazione
di crisi del business spaziale mondiale.
In alcuni Paesi, tra cui l'Italia, le problematiche di finanza pubblica
e la strozzatura degli investimenti istituzionali, che costituiscono la
predominante della domanda spaziale in tutto il mondo, hanno riscaldato
ancor più la sofferenza. La contrazione della produzione del settore
nel nostro Paese nello stesso arco di tempo 2001-2002 ha superato il
10%. Ma lo strumento del taglio occupazionale, da solo non è
sufficiente ad assicurare il rilancio del settore manifatturiero
-sottolineava il documento del sindacato- se il Governo non assume
comportamenti coerenti di politica di sviluppo, perché la domanda
istituzionale -considerato sia il comparto civile che il militare-
rappresenta la componente di gran lunga dominante del complessivo
mercato, raggiungendo la quota dell'85% dell'intera produzione. Dunque,
per l'industria spaziale, la concreta possibilità di una ripresa si
basa essenzialmente sulla domanda pubblica e un idoneo intervento delle
istituzioni è fondamentale per promuovere lo sviluppo di tecnologie
avanzate, ma anche per poter affermare una presenza competitiva
sull'intero mercato commerciale.
I sindacati italiani hanno più volte ribadito che gli ultimi anni hanno
evidenziato una modesta continuità della politica sia di domanda
pubblica e che di sostegno alla ricerca, in uno scenario europeo nel
quale il processo di ristrutturazione avviato è profondo e coinvolgente
i massimi istituti decisori.
Ebbene, la presa di coscienza che il settore va vivacizzato e le
concrete opportunità che esso può offrire sia in termini
occupazionali, che di sicurezza e di ricadute industriali, sono elementi
di estrema importanza.
Questa la lettera, a cui è seguita una burocratica risposta dell'ASI,
secondo cui il documento ricevuto sarebbe stato valutato condivisibile
ma con affermazioni prive di riscontro sia di natura qualitativa che
quantitativa.
"Non mi sembra che il messaggio mandato dai sindacati sia stato
compreso". Questa il primo commento a caldo di Giovanni Contento,
segretario nazionale della Uilm. "Anzi -ha aggiunto poi- gli
argomenti da noi indicati mi sembrano essenzialmente ignorati".
"Quello che si nota subito nella documentazione ricevuta -ha
aggiunto il dirigente della Uilm- è una gran massa di nozioni
interessanti e ben conosciute. Siamo dunque ancora distanti dalla
focalizzazione dell'importanza strategica del settore".
Secondo Contento, il documento dell'ASI è fortemente proiettato alla
giustificazione del suo operato, piuttosto che ad affermare come l'ente
intenda guidare la programmazione e dello sviluppo delle tecnologie
spaziali in Italia.
"Il finanziamento del programma di telerilevamento satellitare
COSMO SkyMed, come previsto nel Piano Spaziale Nazionale, prevedeva che
ASI avrebbe dovuto contribuire per 720 milioni di €, ma a seguito dei
tagli effettuati dal MIUR, l'impegno dell'Agenzia è sceso a 620
milioni. A questo punto, per finanziare l'intero programma mancano 125
milioni oltre quelli ipotizzati dalla stessa ASI, ovvero 325 milioni di
€. Un bel danno che certo porta all'asfissia una delle migliori idee
industriali del nostro Paese. In un quadro che sfilaccia e riduce ogni
anno il budget previsto dal Piano Spaziale, si scopre però che il 2003
presenta un residuo non speso di 250 milioni di €, che si sommerà
alle disponibilità del 2004".
"Indubbiamente -afferma Contento- in uno stato di difficoltà si
comprende anche la preoccupazione dell'Agenzia per i ritardi nel
completamento degli step di programma da parte dell'industria italiana e
proprio il sindacato preme perché si migliori il processo di
efficientamento interno. Del resto lo stesso sindacato dei lavoratori si
è battuto per alleggerire delle ridondanze occupazionali, ricorrendo
agli strumenti più morbidi, ovvero la mobilità lunga, la mobilità
breve e le chiusure collettive.
Tuttavia, secondo il segretario della Uilm, ulteriori ritardi
dell'esecutivo nelle scelte industriali, non dovranno essere pagati con
altre perdite occupazionali. "E con questa forza -ha continuato- ci
batteremo per ottenere un confronto a Palazzo Chigi nel quale difendere
i principi di salvaguardia della programmazione spaziale nazionale e per
fare in modo che i nostri tecnici possano sedersi ai tavoli degli
organismi europei con la necessaria ed opportuna dignità".
Intanto c'è da ricordare che la richiesta di incontro inoltrata alla
Presidenza del Consiglio, al Ministero della Pubblica Istruzione,
Università e Ricerca e al Ministero delle Attività Produttive non ha
avuto ancora nessun seguito. Sono ritardi gravi che mostrano
un'indifferenza che i mercati, la ricerca industriale e la comunità
scientifica nazionale non possono sostenere".
Il MIUR era per altro partito con le migliori intenzioni di riformare la
ricerca parcellizzata e ricucire tutte le slabbrature che privilegiano
alcuni settori, ma ne penalizzano tanti altri di competizione. In realtà
si è fatto ancora ben poco. Lo stesso ente spaziale sembra sempre più
affannato alla gestione di se stesso che del settore a cui è preposto.
Quanto ancora alla risposta dell'ASI, Contento conclude con una
riflessione: "Un'agenzia di governo dovrebbe avere il ruolo
programmatico e non semplicemente ragionieristico: non si possono
immaginare i grandi progetti, assimilandoli a beni di consumo con
tutt'altre logiche di mercato. Non si contribuisce alla strategia di una
nazione se non si guarda oltre il confine della propria zona
perimetrale. Un Paese industrializzato è composto anche e soprattutto
di alta tecnologia e le attività dello Spazio ne sono una componente
fondamentale. Fiaccarne o semplicemente ritardarne lo sviluppo fa uscire
rapidamente il Paese dal circuito della massima influenza".
Enrico Ferrone
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