UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

Corso Trieste, 36 - 00198 Roma - Tel. 06.852.622.01 - 06.852.622.02
Fax 06.852.622.03 - E-mail uilm@uil.it

 

 
Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO IX - n° 3  marzo 2004

Dario Di Vico vicedirettore del "Corsera" 

Dario Di Vico è il nuovo vicedirettore operativo del Corriere della Sera: voluto a quest’incarico da Stefano Folli, affiancherà l’altro vice Luciano Fontana ed il condirettore Paolo Ermini.
Scriviamo di questo bravo giornalista economico, perché è stato un quadro del sindacato metalmeccanico. Nato nel 1951 a Ceccano e laureatosi nel 1975 in sociologia alla Sapienza di Roma, Di Vico è entrato nel 1977 nella Uilm di Enzo Mattina per lavorare a Torino come sindacalista alla quinta Lega Mirafiori.
In quei tempi i metalmeccanici erano ancora riuniti nella sigla comune della Flm e Di Vico si occupò del centro stampa torinese, risultando tra i fondatori della rivista della Flm “Fabbrica-Impresa”.
“Il termine Impresa- ricorda Di Vico su “Prima Comunicazione”- non piaceva agli uomini della Fiom Cgil che facevano riferimento a Claudio Sabatini. Gli sembrava una concessione eccessiva alla modernità. Noi, invece, puntavamo ad aprire una discussione su politica industriale e condizioni di lavoro dopo l’esperienza dei ‘trentacinque giorni’ e il lancio del piano auto elaborato dal ministero dell’Industria”.
Nel 1983 Di Vico ha lasciato la Uilm per cominciare a collaborare con quotidiani e periodici: Gazzetta del Popolo, Mondo Economico, Panorama.
Finalmente, nel 1986 Di Vico viene assunto come praticante da Giulio Anselmi al Mondo: “E’ stato - ricorda il vicedirettore del Corsera- un momento importante; Anselmi è stato il primo a darmi piena fiducia”.
Da allora tanti passi in avanti: Italia Oggi, il CorrierEconomia, la redazione romana del Corsera, ancora Panorama, il Foglio, il ritorno al Corsera nel 1996.
Proprio sulle pagine del quotidiano di via Solferino ha firmato un’inchiesta che ha fatto tendenza in questi ultimi mesi nel mondo dell’informazione e della politica. Si tratta di “Profonda Italia”, un’approfondimento sulle tasche degli italiani partito nel mese di novembre ed arrivato a nove paginate. Subito dopo, Di Vico viene citato nelle lettere al direttore di molti quotidiani, dai media televisivi, da Fini in un’assemblea del suo partito, addirittura dal presidente Ciampi nel messaggio di fine anno. “L’inchiesta è stata un esperimento- spiega Di Vico ancora a Prima Comunicazione- e ha confermato che non ci può essere più una così grande distanza tra quanto le persone vivono ogni giorno e quello che i giornali scrivono”.
Questo “giornalista di razza”, che ha dimostrato di sapere dare così tanto all’informazione del Paese, non potra fare che bene per le sorti del mitico “Corrierone”.
Antonio Giulio Di Mario

torna all'homepage