UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO IX - 6-7  giugno/luglio 2004

CONTRATTAZIONE 2

Contrattazione integrativa per la provincia di Bergamo 

Nella provincia si sono firmati diversi accordi aziendali qual è il tuo giudizio sull’andamento di questo livello di contrattazione?
Quando analizziamo e  discutiamo  di accordi aziendali dobbiamo partire dal presupposto che si sta affrontando il tema della contrattazione di 2° livello, che dovrebbe riguardare tutti i  lavoratori metalmeccanici, ma che finora ha portato benefici solo ad una parte minoritaria della categoria. Fenomeno questo più volte denunciato dalla Uilm, ma sul quale  fin’ora poco si è fatto per affrontarlo e risolverlo. Spero che si trovi velocemente la voglia, la forza e la volontà politica come Uilm-Fim e Fiom territoriali di intervenire a ricercare una soluzione concreta con la Federmeccanica Bergamasca attraverso la contrattazione territoriale.
Superata la inutile e dannosa indicazione della Fiom sui pre-contratti, nella nostra Provincia si è attivata in modo unitario la contrattazione di 2° livello per i contratti aziendali scaduti che riguarda circa 30.000 addetti.  

Qual è la situazione economico-produttiva della  provincia ed influisce questa sulla contrattazione aziendale?
Sulla contrattazione aziendale pesano negativamente  le difficoltà che il sistema industriale sta attraversando.
L’elemento che sempre di più si sta evidenziando e che preoccupa, riguarda la generalizzazione in tutti i comparti di queste difficoltà. Questo è molto evidente nella nostra Provincia che ha un apparato industriale molto articolato e che oggi  a diversità del passato, soffre nella sua interezza.
Queste difficoltà sono principalmente dovute a due fenomeni che, se non aggrediti, produrranno gravi conseguenze su tutto il sistema economico del nostro Paese.
Il primo è la scarsa propensione della maggioranza delle nostre controparti ad effettuare investimenti nell’apparato industriale che non abbiano un ritorno finanziario immediato, sacrificando in questo modo la ricerca sulla innovazione tecnologica e di prodotti, necessaria per mantenere una forte competitività sui mercati.
Il secondo fenomeno è l’assenza totale del governo nell’aggredire i fenomeni negativi che pesano sul sistema industriale ed incentivare, attraverso gli investimenti pubblici ed una politica economica adeguata, tutti quei fattori che rendono il Sistema Italia competitivo e dentro questo l’apparato industriale è parte fondamentale.
Dobbiamo sempre ricordare che la competitività del nostro apparato industriale non passa attraverso i bassi salari ed il peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori dipendenti e pensionati, ma attraverso gli investimenti pubblici e privati e la soluzione dei problemi esterni alla fabbrica (energia, infrastrutture, burocrazia, ecc),  che pesano fortemente sui costi industriali.  

Qual è il dato più significativo degli accordi finora firmati?
A diversità del passato la contrattazione aziendale non è più fatta attraverso richieste uguali per tutte le aziende, sempre di più è modellata sulla base delle esigenze e priorità che le parti individuano e che convengono di affrontare trovando soluzioni condivise.
In questa fase tre sono gli elementi positivi che emergono:
1.        un nuovo aumento sui Premi di Risultato consolidando quanto finora percepito. Recupero dei limiti emersi negli accordi aziendali precedenti; quando cioè non c’è stata corrispondenza tra quanto le parti avevano convenuto e i risultati che si sono avuti;
2.        sperimentazioni su nuovi sistemi di valutazione e riconoscimento della professionalità sia richiesta che espressa che possono essere molto utili per definire questo capitolo nel contratto nazionale. Questo evidenzia l’importanza dell’accordo sottoscritto da Uilm e Fim nel CCNL. Oggi la stessa Fiom ne riconosce la valenza e  nella contrattazione aziendale lo affronta unitariamente con Uilm e Fim;
3.        un rilancio e rivalutazione dei fondi di assistenza interni.

A tutto questo si aggiunge la contrattazione legata ai processi di riorganizzazione aziendali che oggi sono presenti in numerose aziende.
Riorganizzazioni che principalmente intervengono nel settore degli indiretti o nelle aziende che attivano un processo di ridimensionamento produttivo e che producono nuovi esuberi che sempre di più trovano difficoltà ad essere ricollocati nel settore industriale.
Su questo necessiterà attivare una forte azione che sappia coinvolgere tutte le parti sociali ed istituzionali per attivare i necessari processi formativi che sappiano riqualificare i lavoratori coinvolti dai processi riorganizzativi e di crisi per facilitare a tutti una nuova e sicura occupazione.
Un’ultima considerazione è riferita al fatto che, come la Uilm aveva indicato e auspicato, questa contrattazione aziendale si è attivata in un ritrovato e positivo processo unitario. 

A che punto è la piattaforma territoriale che la Uilm ha proposto a Fim e Fiom e che insieme è stata costruita?
Come era previsto e auspicato l’idea della contrattazione territoriale partita dalla Uilm di Bergamo e condivisa dalla Fim e dalla Segreteria Fiom territoriali, è stata un punto di riferimento per altri territori in Lombardia, nel Veneto, in Liguria e in Campania.
Sicuramente nella discussione che si è aperta a livello confederale sul nuovo modello contrattuale, la contrattazione territoriale diventerà un elemento centrale ed indispensabile.
Nella realtà di Bergamo la Uilm e la Fim lo hanno già deciso negli organismi preposti, mentre la Fiom impegnata nel suo congresso straordinario ha chiesto di rinviare da un punto di vista formale la presentazione della piattaforma alle controparti alla fine di giugno per consentire ai suoi nuovi organismi una decisione formale.

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