UNIONE ITALIANA LAVORATORI METALMECCANICI

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Periodico nazionale di informazione della Uilm
ANNO IX - 6-7  giugno/luglio 2004

Tecnologia e industria di fronte al terrorismo

Un interessante articolo su "Tecnologia e industria di fronte al terrorismo globale" pubblicato dalla rivista bimestrale "Italianieuropei" in edicola dal maggio scorso. Il "pezzo" è firmato da Michele Nones, consigliere scientifico dell'Istituto Affari Internazionali per l'area "Sicurezza e difesa".
Nell'articolo si sostiene che con la globalizzazione della minaccia terroristica, il concetto di difesa militare dei paesi occidentali è stato sostituito da quello di sicurezza e difesa, anche se in passato una scarsa e limitata attenzione è stata data agli scenari legati alla sicurezza.
"L'industria italiana della difesa - scrive Nones - può vantare una significativa capacità tecnologica e produttiva per far fronte ai nuovi scenari individuati. Oltre ai necessari sistemi d'arma per contrastare la minaccia, l'industria italiana ha maturato una lunga esperienza nel campo della sicurezza e controllo del territorio, dove ha realizzato, o sta realizzando: il sistema di sorveglianza satellitare militare/civile Cosmo Skymed, basato su una costellazione di satelliti radar e ottici in grado di operare ognitempo; sistemi aerei di sorveglianza basati su velivoli ad alea fissa (Atr 42 Mpa) e rotante; sistemi di sorveglianza aerea e costiera basati su radar a terra; sistemi di sorveglianza navale; sensori di diverso tipo; sistemi di comando, controllo e comunicazione. Altrettanto importante è l'esperienza acquisita nel campo della sicurezza e controllo dello spazio aereo: sistemi di sorveglianza basati su radar a terra; sistemi per la gestione del traffico aereo; sistemi di comando, controllo e comunicazione. Non deve, inoltre essere sottovalutato il fondamentale apporto che può venire dai mezzi militari di trasporto sia per l'intervento nelle ?Peace Support Operations", sia per l'evacuazione di civili (italiani e non) e l'invio di mezzi e materiali nelle aree di crisi (anche in soccorso della popolazzione civile): il velivolo di trasporto tattico C27 J; l'elicottero pesante EH 101 e quello medio AB 139, oltre a quelli leggeri A 109 e A 119; i mezzi blindati Dardo (cingolato) e Puma (ruotato) e il veicolo da trasporto VM 90 e quello leggero VTLM; le navi per operazioni anfibie classe San Giorgio".
Nones sottolinea una priorità: "Le nuove esigenze di sicurezza possono quindi rappresentare per l'industria italiana anche un importante mercato di sbocco per le proprie capacità. Questo presuppone che lo Stato intervenga tempestivamente per finanziare l'acquisizione degli equipaggiamenti necessari e fissi i requisiti che devono essere soddisfatti in modo da assicurare l'interoperabilità di sistemi e sensori a livello nazionale ed evitare una frantumazione del mercato che sarebbe deleteria per la gestione integrata dei mezzi e per lo sviluppo dell'attività industriale".
L'esperto dello IAI sollecita la risoluzione di quattro problemi;
il primo: " (…) non illudersi che tutti i programmi in corso o appena avviati nel campo militare possano essere mantenuti secondo le previsioni iniziali. La lunghezza di tali programmi e il cambiamento dello scenario strategico-militare, oltre all'indisponibilità di adeguate risorse finanziarie, impongono una loro ridefinizione che va rapidamente e coraggiosamente affrontata insieme alle Forze armate (…);
il secondo: " (…) Abbandonare il mercato della sicurezza per inseguire le parti più sofisticate del mercato aerospaziale e della difesa, se non in pochissime aree dove l'industria italiana può già vantare posizioni di eccellenza tecnologica, rappresenterebbe un gravissimo rischio di affermazione di competitori esteri che diventerebbero imprendibili (…);
" Il terzo problema è quello della razionalizzazione e dell'efficientamento del sistema industriale. In numerosi segmenti il processo è già stato portato a termine come testimoniano i successi sul mercato internazionale (elicotteri e velivolo da trasporto C 27 J, radar, sistemi di controllo del traffico aereo, sistemi di comunicazione). In altri segmenti il processo deve ancora svilupparsi ed è indispensabile farlo rapidamente sia per poter rimanere sul mercato della difesa dove l'apertura è ormai alle porte (e non si può più sperare di nascondersi dietro presunte esigenze di sicurezza nazionale) e dove la partecipazione ai programmi internazionali non può più basarsi solo sul meccanismo del 'cost sharing/work sharing', sia per poter entrare nel nuovo mercato della sicurezza";
quarto problema: (…) Le barriere all'ingresso che caratterizzano il mercato militare non sussistono per quello della sicurezza. E' quindi inevitabile che le industrie tecnologicamente avanzate presenti sul mercato civile intervengano anche su quest'ultimo. Hanno già molte delle competenze necessarie e il vantaggio di essere abituate ad operare in un mercato competitivo. In alcuni casi potrebbero non assicurare il massimo livello tecnologico, ma potrebbero farlo a costi molto più bassi".
Nones chiude così il suo articolo: "L'industria dell'aerospazio e difesa si dovrà. Di conseguenza, misurare anche con i nuovi concorrenti esterni: una sfida che può essere affrontata positivamente solo da quelle imprese che sapranno veramente essere competitive".

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